FesteggiamentiTutto quello che non vi hanno ancora detto sullo sbarco sulla Luna, in questa infografica

Dettagli, piccoli aneddoti, scelte decisive. Il più grande passo per l’umanità compie 50 anni e ancora appare come una delle missioni più simboliche e celebrate dello spirito umano

da Flickr, di Futurilla

Ne parlano da settimane, ci sono già stati speciali su televisioni, giornali e siti. Ritornano in auge teorie negazioniste, complottismo, veterosovietismo anti-lunare. Ma ormai, dopo 50 anni, si può guardare indietro a uno degli episodi che hanno segnato il ’900, uno dei momenti storici più grandi dell’umanità. E vedere almeno tre episodi curiosi legati all’allunaggio, grazie a questa infografica di Stampaprint.

Uno dei problemi principali, una volta concluso che la tecnologia sarebbe stata in grado di portare qualcuno sulla Luna, era: dove andare, con esattezza? Serviva un punto di sbarco preciso, che tenesse onto della conformazione del suolo lunare e della luce del Sole. Alla fine, si è deciso di atterrare, anzi: allunare, nel Mare Tranquillitatis. Nome che rilassava anche i membri della missione.

Pochi sanno poi che Neil Armstrong venne scelto come “primo uomo” solo a metà aprile di quello stesso anno. Fino a quel momento era Buzz Aldrin quello più quotato, e c’è da immaginare la sua delusione a essere fuori dalla storia per un soffio. Tutti si ricordano del primo, ma pochissimi del secondo. Per non parlare del terzo, che non è nemmeno sceso dal modulo lunare per tutto il tempo. Michael Collins, che andò a tanto così dal toccare la Luna, va ricordato come uno degli eroi del nostro tempo per il suo maestoso sacrificio. Senza di lui, in effetti, nessuno sarebbe tornato da lassù.

Infine, ci fu spazio anche per un poco di scaramanzia: Armstrong, cui venne richiesto di portare con sé oggetti (piccoli) cui era affezionato, decise di prendere due frammenti del Wright Flyer, l’aeroplano dei fratelli Wright che compì il primo volo nel 1903. Una sorta di testimone, un portafortuna, un completamento della missione. Abbiamo cominciato a volare, insomma. E non smetteremo più.

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