Leader neriLa Sea-Watch, le cariche Ue, pure Francesca: che settimana nera per Matteo Salvini

Scagionata e libera la capitana Carola Rackete, nessuna collusione fra trafficanti e Ong per il procuratore. Poi: Ursula von der Leyen e Christine Lagarde a capo di Commissione e Bce, persino il piddino David Sassoli a guida del Parlamento. Per Salvini è stata una settimana di smacchi incredibili

Settimana delle peggiori, devastante, da cancellare, per Matteo Salvini. L’infame concretezza del reale non ha né sottoscritto né tantomeno mandato “bacioni” ai suoi pronunciamenti, alle sue intenzioni, ai suoi propositi e, cosa assai peggiore, hanno ricacciato indietro, sia detto nell’accezione prosaica romanesca – cioè “arimbalzato” – perfino le sue ormai costanti minacce, sempre accompagnate dal gesticolare delle dita a favore di cellulare, suggerimenti dei suoi piccini addetti alla propaganda. In definitiva, ne è stata abbattuta la tracotanza.

Non è stata una bella settimana neppure per coloro che al ministro degli Interni, aspirante gauleiter d’Italia tutta, consegnano il proprio affetto, trovando l’uomo aggraziato, eroticamente convincente, sexy, sognando di portarselo presto a letto, dunque mostrando nelle sue azioni fiducia cieca, convinti che, dopo decenni di bocconi amari imposti dalle infami “élite”, costui, l’uomo della provvidenza sovranista, ridarà loro ordine, disciplina e orgoglio identitario, esattamente così, addirittura a una intera nazione che storicamente mai fu tale. E ancora, già che c’è, sempre lui, Salvini, metterà “a cuccia” ogni altro potere costituito che abbia la pretesa di rallentarne la corsa, l’avanzata, la marcia definitiva del “Capitano” su Roma. Nonostante la persistente tracotanza, la settimana per Salvini è davvero iniziata in modo pessimo, questi giorni gli hanno assestato una sequenza di batoste. Per lui, e perfino per il suo piccoli Goebbels, gli stessi che in questo momento c’è da immaginarli a mordersi le labbra, a tormentarsi la frangetta, tuttavia pronti a escogitare nuovi bengala o raudi di distrazione politica. O magari armi, proprio armi, come presto udirete.

Non è stata una bella settimana per Salvini, la sua scommessa “ai mezzi” con la Meloni, sull’inabissamento sicuro della Sea-Watch, volendo citare un proverbio da almanacco del giorno dopo, è finita come da sempre accade ai pifferi di montagna: “… andarono per suonare, e furono suonati”. A quel punto, volendo ritrovare verve e spirito gagliardo, il ministro degli Interni, rilanciando, ha ritenuto opportuno presentarsi, appunto, al collaudo di una nuova pistola elettrica in dotazione alla polizia, messaggio esplicitamente securitario pronto a fare il paio con un pregresso davvero ributtante selfie che lo mostrava abbracciato a un mitra.

Non è stato esaltante per lui scoprire che l’ingresso in porto, laggiù a Lampedusa, della nave di Carola Rackete non custodiva alcuna azione “criminosa”, come invece l’uomo suggeriva

E ancora non è stato esaltante per lui scoprire che l’ingresso in porto, laggiù a Lampedusa, della nave di Carola Rackete non custodiva alcuna azione “criminosa”, come invece l’uomo suggeriva, non per nulla la gip di Agrigento, Alessandra Vella, ha restituito la libertà alla ragazza tedesca. Conquistando subito, la gip, una valanga di insulti, puro rigurgito dalla fogna dei social; chi debba ritenersi mandante morale di questo livore non dovrebbe essere difficile da comprendere.

Non è stata una settimana felice per Salvini, soprattutto dopo che il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha pronunciato poche parole, tuttavia almeno al momento definitive: “Finora non abbiamo rilevato la prova di una collusione tra i trafficanti di esseri umani e le Ong“, così all’audizione davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Dichiarazioni che obliterano la narrazione leghista, propalata da molti servi di scena di Salvini perfino in ambito giornalistico, secondo cui il legame sia sicuro e dunque la criminalizzazione è un atto dovuto.

E che dire di Ursula von der Leyen, neo-presidente Ue, e di Christine Lagarde alla Bce? E l’Italia, già, cosa ha avuto l’Italia? E poi ancora la fidanzata, Francesca Verdini, che si dice “freddolosa” mentre lui, Matteo, vuole l’aria condizionata, così almeno a credere alle sue parole sull’afa di luglio: “Aria condizionata a palla, ma Francesca è freddolosa, la tengo a palla, la tengo a 21 o 22 gradi. Ma alla fine decido io: il telecomando della tv e dell’aria condizionata sono di mia pertinenza”. Ecco, bravo, è il maschio che decide. Dettagli privati, ma anche lì sembra fiammeggiare il conflitto, sebbene solo di segno intimo-condominiale. E ancora, ennesimo smacco, David Sassoli, Partito democratico, ecco lui alla presidenza del Parlamento europeo… E la Lega, eh, e allora la Lega?

Il video dove ha modo di commentare le decisioni dei gip di Agrigento mostra infine un Salvini all’acme del risentimento che si apre quasi al livore

Affinché non si imputi a noi, che prendiamo atto di un palmarès persistente di sconfitte, cui risponde la retorica o addirittura il compiacimento di chi contempli le altrui disgrazie con crudele gaudio, diciamo subito che ci accostiamo all’intero paesaggio di macerie sovraniste muovendo da un verso dello scrittore esistenzialista francese Boris Vian (1920-1959), lui che in un poema dedicato all’assoluto della morte racconta di vivere ogni cosa “senza passione, ma con interesse.”

Davvero, è stata una settimana devastante per Salvini, da ministro dell’Interno certo di sé e delle proprie manette, era partito marchiando la capitana della Sea-Watch come fosse Milady, eroina perfida dei “Tre moschettieri”, Carola Rackete, quale “criminale tedesca”, parole calpestate perfino dal vento che batte sul Canale di Sicilia, posto che ha ricevuto in cambio un sonoro, se ci è concesso il linguaggio dei fumetti, un sonoro “sdeng” là dove è facile intuire. Il video dove ha modo di commentare le decisioni dei gip di Agrigento mostra infine un Salvini all’acme del risentimento che si apre quasi al livore, l’abituale incedere verbale da Orso Yoghi populista si è lì trasformato in rabbia, doveroso pegno da pagare alla “zona grigia” cui aveva promesso punizioni esemplari per la “ricca”, la “radical chic”, “la ragazza con i rasta” (laddove si dovrebbe pronunciare “dread”) carburante per la massa di manovra razzista e fascistoide, non c’è altro modo per definirla, che, con parole d’altri, sposate dallo stesso Salvini, reputa la democrazia un limite da valicare nella direzione del putinismo, per una possibile “orgia del potere” plebiscitario.

L’uomo, l’incassatore, tuttavia, è già tornato a rassicurare i suoi pulcini ringhiosi con un lessico da mattinale di questura

Una settimana di abissale, sia detto ancora, per Salvini. L’uomo, l’incassatore, tuttavia, è già tornato a rassicurare i suoi pulcini ringhiosi con un lessico da mattinale di questura, anche l’intonazione in questo caso racconta molto dell’uomo e delle sue attitudini: “Quindi la vita di un finanziere vale meno della vita di un clandestino. È una bella responsabilità quella che questo giudice si è preso. Secondo me è follia, non è indipendenza della magistratura, ma follia”. E ancora: “È una sentenza che mi fa vergognare di essere cittadino di questo paese. Mi domando cosa bisogna fare in Italia per finire in galera”.

E Carola Rackete? Ora che c’è da immaginarla a piede libero, sarà bene offrirla alla gogna dell’analfabetismo civile: “C’è una giustizia che in queste ore ci deve spiegare se possiamo quantomeno mettere su un aereo direzione Berlino questa signorina o se la dobbiamo vedere fare shopping a Santa Margherita Ligure o a Portofino in attesa di attentare alla vita di altri finanzieri”. Dove l’ha detto? Al termine di una esercitazione sull’uso del taser incontrando gli ispettori di polizia di Nettuno.

In attesa di forzare ulteriormente il blocco delle democrazie liberali, così nel silenzio tombale delle opposizioni – ehi, c’è nessuno? Anche dal Quirinale, ci sentite, ehi? – prive perfino di un lessico che le renda tali, immaginando una nuova forma di governo che abbia i tratti della semplificazione sempre più e meglio autoritaria, assodata la settimana per lui, ce lo si lasci dire, di assoluta merda, gli resta il livore. Gli resta, ci pensate?, una pistola elettrica. Pum pum, chi è? Salvini!

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