Ahi ahi, Luigi Patronaggio viene ascoltato dalle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia alla Camera e di colpo si sbriciola tutta la propaganda del governo sulle Ong e sui presunti accordi con i trafficanti. Non ha usato mezzi termini il procuratore di Agrigento (finito sotto scorta per avere osato provare a indagare il capitano Salvini, tanto per dare l’idea del momento storico che stiamo vivendo): ha escluso categoricamente che da qualsiasi indagine siano emersi contatti preventivi tra i trafficanti libici e membri delle Ong che giustifichino qualsiasi ipotesi di soccorsi in mare concordati. E non è tutto qui, Patronaggio ha anche detto ciò che scriviamo da mesi ovvero che gli sbarchi delle tanto temute Ong “sono una porzione assolutamente minore e per quanto riguarda quest’anno sono statisticamente insignificanti”.
Chissà che faccia hanno fatto Salvini e Di Maio che sulla demonizzazione delle Ong hanno costruito tutta la disumana retorica che ha aizzato come cani arrabbiati molti dei loro elettori, convinti davvero che una giovane comandante tedesca possa assurgere al ruolo di importatrice di stranieri in numero talmente consistente da mettere in pericolo l’Italia. Chissà che ne dice Salvini che, al solito, ha sventolato le parole del magistrato proprio sul caso Sea Watch quando gli tornavano utili dimenticando che quello stesso Patronaggio avrebbe voluto processarlo ma il prode ministro dell’interno si è rifugiato dietro all’immunità parlamentare, servilmente sorretto dai suoi alleati pentastellati.
Il punto vero è che viene facilissimo prendersela con le Ong perché sono le prede più facili per evitare di affrontare i temi veri di questa immigrazione: lo sfruttamento economico, il deleterio accordo con la Libia, l’irrilevanza in Europa
E chissà che ne dicono i giornalisti che da mesi descrivono impunemente le Ong come alleate degli scafisti se non addirittura illegali (parola abusata anche dal ministro dell’inferno, ovviamente) e invece ora crolla tutta la loro patetica narrazione. Chissà che ne dice il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, proprio lui che sulle parole dei magistrati ci ha costruito la carriera e chissà se un po’ non si vergognano quelli che imperversano in televisione descrivendo una realtà che non ha uno straccio di fatti e di prove a sostegno, proprio loro, gli stessi giornalisti che si professano garantisti quando si tratta di difendere il loro padrone di turno. E chissà che non scoppi la bile ai terrapiattisti delle ONG che imperversano sui social, in piazza e nei bar, spiegandoci che le navi delle organizzazioni non governative sarebbero complici e affidandosi alle loro personali sensazioni come se fossero vangelo.
Il fatto vero è che gli stranieri continuano ad arrivare, come arrivano sempre e comunque tutti quelli che devono salvarsi, soprattutto grazie alle centinaia di sbarchi fantasma (navi che non vengono intercettate e che vengono ritrovate vuote, arenate, al mattino) che sono la perfetta fotografia di un governo (e di un’Europa) che non sa affrontare un’emergenza strutturale se non appendendosi alle mutande della capitana di turno da dare in pasto ai commenti sessisti, razzisti e vigliacchi di una tribù affamata di nemici riconoscibili e semplici, incapaci di affrontare la complessità del fenomeno migratorio e di quest’Africa depredata per secoli che ora prova a riprendersi almeno uno scorcio di sopravvivenza.
E chissà che non scoppi la bile ai terrapiattisti delle ONG che imperversano sui social, in piazza e nei bar, spiegandoci che le navi delle organizzazioni non governative sarebbero complici e affidandosi alle loro personali sensazioni come se fossero vangelo.
Il punto vero è che viene facilissimo prendersela con le Ong perché sono le prede più facili per evitare di affrontare i temi veri di questa immigrazione: lo sfruttamento economico, il deleterio accordo con la Libia, l’irrilevanza in Europa e non ultimo il giochetto di far credere che non possano esistere persone che facciano disinteressatamente del bene così da permetterci di sentirci tutti assolti nonostante tutto. Così in fondo tutti possono permettersi di illudersi di avere le idee chiare (quelle idee false e cos’ ferocemente banalizzanti) da sfoggiare in un tifo sfegatato tra fazioni, senza dover fare la fatica di comprendere, studiare e approfondire.
Poi basta ascoltare un’audizione qualsiasi di chi lavora ancora (per fortuna) ancorato alle leggi e alla Costituzione per rendersi conto che siamo sommersi da aria fritta travestita da propaganda. Perché ormai non è solo una questione di cattivismo, no, è un’ignoranza colpevole scientemente inoculata per governare più facilmente. E intanto tutti si scannano su Sea Watch. Che miseria.