Pensare ai Simpson come l’immagine di una famiglia disfunzionale è scorretto. Tutto sommato, nonostante le assurdità surreali che determinano le avventure di Bart e Homer, tutto si svolge all’interno del quadro, familiare anche se non sempre rassicurante, del cartone animato americano. Colori pastellati, assenza di ferite e dolori definitivi, tendenza allo humour semplice e all’ironia (non alla satira, oh no) che stempera ogni dramma, relativa ricomposizione finale della famiglia americana.
Insomma, i Simpson sono per stomaci deboli. Quelli forti invece apprezzeranno la versione russa post-sovietica, fatta dall’animatore Lenivko Kvadratjić, noto anche come Lazy Square, dove il disagio è vero, l’ambiente è desolante, i bulli picchiano forte e chi, come Lisa, suona il sassofono, incorre nelle violenze della polizia.
Anche la casa, che riproduce i vecchi palazzi a più piani sovietici, esprime uno squallore reale. La coppia non si ama né si sopporta e le botte, gli insulti e la mancanza di rispetto sono all’ordine del giorno. Insomma, una vera e propria definizione del degrado. Chi pensava che i Simpson raccontassero qualcosa di più della vita piccolo borghese di un suburb americano, dovrà rivedere la propria opinione.