Il ministro Toninelli ha usato la via più facile, anche se la meno elegante. Una mail con su scritto “il suo rapporto professionale con il ministero dei Trasporti si interrompe”, senza spiegazioni o cenni di apertura. Il destinatario? Pierluigi Coppola, ingegnere napoletano, classe 1972, docente a Tor Vergata e unico componente della commissione per l’analisi costi-benefici pro Tav. «Per quanto riguarda la questione che mi vede remare contro il progetto Tav: assolutamente no, ho sempre collaborato in questi quattro anni, prima con Del Rio poi con il ministro Toninelli, mettendo a disposizione la mia professionalità, senza pregiudizi ideologici».
Visto oggi, l’allontanamento di Coppola sembra una presa di posizione (predatata) contro le parole del premier Conte in favore del proseguimento dei lavori per la Torino-Lione, come per dire “noi non siamo d’accordo, dal primo all’ultimo”. Tornano pertanto i fantasmi dell’epurazione dal partito in stile inizio Movimento5Stelle, con l’aggravante però che in breve tempo la politica ha dato ragione alle tesi dell’esiliato. Perché questa Tav, in fin dei conti, s’ha da fare. “Ideologicamente non sono né no Tav, né si Tav, sono solo un tecnico che analizza i dossier. E su quello della Torino-Lione, non ero d’accordo con alcune scelte di metodo che erano state avallate”.
Professor Coppola, ha avuto modo di scoprire il perché del suo licenziamento?
Non c’è stato nessun aggiornamento o contatto in questi giorni con il ministero. Ho ricevuto la lettera, con la quale veniva interrotta la mia collaborazione da consulente tecnico presso il ministero dei Trasporti, con molta sorpresa, non essendoci riportata alcuna motivazione chiara. Nel giro di pochi giorni ho fatto il passaggio di consegna dei dossier di cui mi stavo occupando ed è finita lì.
Si sarà fatto un’idea del motivo per cui è stato allontanato?
Non saprei se è una mossa strategica, difficilmente ne capisco il senso. Per quanto riguarda la questione che mi vede remare contro il progetto Tav: assolutamente no, ho sempre collaborato in questi quattro anni, prima con Delrio poi con il ministro Toninelli, mettendo a disposizione la mia professionalità, senza pregiudizi ideologici.
Ai tempi avevo suggerito di non comprendere le accise all’interno del computo costi-benefici, senza tuttavia essere ascoltato. L’approccio della commissione era però diverso, ma proprio per evitare il contrasto tra i vari punti di vista, l’Europa ha creato delle linee guida con l’obiettivo di uniformare le analisi. Evitando così delle valutazioni a proprio uso e consumo
A margine delle dichiarazioni di Conte sulla Tav, l’affaire ha dato ragione alle sue tesi…
Ideologicamente non sono né no Tav, né si Tav, sono solo un tecnico che analizza i dossier. E su quello della Torino-Lione, non ero d’accordo con alcune scelte di metodo che erano state avallate. Mi riferisco in particolare a un punto del bilancio costi-benefici, il quale ancor prima della sua stesura feci notare al ministero: ovvero l’intrusione delle accise nel computo del progetto, vale a dire la perdita degli introiti per lo Stato derivanti dalla vendita di carburanti (con un ragionamento paradossale, in quanto ogni progetto di tipo ferroviario, come la metropolitana, implicano uno spostamento del traffico dalla strada ai binari).A quanto pare non tutti erano d’accordo…
Ai tempi avevo suggerito di non comprendere le accise all’interno del computo costi-benefici, senza tuttavia essere ascoltato. L’approccio della commissione era però diverso, ma proprio per evitare il contrasto tra i vari punti di vista, l’Europa ha creato delle linee guida con l’obiettivo di uniformare le analisi. Evitando così delle valutazioni a proprio uso e consumo.Su un dato, però, non si può discutere. Bloccare la Tav costa più portarla a termine.
C’è anche questo, che rientra tuttavia nella valutazione di opportunità. Giustamente Conte ha considerato anche questo aspetto, così come è stato fatto anche per il Terzo valico. Entra in campo un’analisi giuridica, che ha valutato l’impatto dello stop ai lavori. Questo è esente dalla valutazione di utilità dell’opera, in quanto quest’ultima viene costruita in funzione della sua efficacia.È quindi necessario costruire la Tav?
Su questo punto ci tengo a precisare una cosa, che per giunta sta alla base della teoria della valutazione delle opere, cioè che l’analisi costi-benefici e le indicazioni tecniche sono un supposto che viene fornito al decisore. In questo caso, alle forze politiche è stato servito questo strumento con il quale, successivamente, loro hanno deciso il da farsi.Ci sono mai state, da parte della Commissione, valutazioni sulla Tav spinte da movente politico più che tecnico?
Questo non l’ho mai percepito. Anche se abbiamo avuto degli incontri a dir poco vivaci, non ho mai respirato la sensazione che le scelte dei colleghi fossero di natura ideologica.