Scienza e fantasiaPolitici ignoranti: quando il telegrafo veniva considerato un parente stretto dello spiritismo

Come le sedute spiritiche, anche il nuovo strumento permetteva di mettere in contatto persone lontane. Entrambi, poi, si servivano di simboli strani e sconosciuti

da Wikimedia

Entrambi mettevano in collegamento persone lontani. Entrambi utilizzavano sistemi simbolici particolari. Ed entrambi funzionavano in modo strano, sconosciuto ai più. Eppure la differenza tra il telegrafo elettrico e lo spiritismo non poteva essere più grande: il primo, apparso intorno agli anni ’40 del XIX secolo, funzionava con l’invio di segnali elettrici attraverso cavi lunghissimi, l’altro era (ed è) solo una patacca per poveri gonzi.

Eppure, quando arrivò il telegrafo, non furono pochi coloro che tentarono di stabilire un nesso tra le due cose. Addirittura, alcuni cercarono di rafforzare lo spiritismo attraverso l’elettricità. Nel 1853 il libro di Andrew Jackson David, intitolato The Present Age and Inner Life, proponeva di inventare una “batteria spirituale”, con cui il medium tentava l’approccio con le anime nell’Aldilà tenendo in mano un filo elettrico. Funzionava? Come è ovvio, no.

L’equivoco, però, veniva alimentato ad arte: il filo era collegato a due secchielli, di zinco e rame, pieni d’acqua. In più, sul tavolo del medium venivano fatti sedere, in modo alternato, maschi e femmine, a riprodurre la disposizione di rame e zinco delle batterie. Questo avrebbe aumentato l’aura del tavolo, creando un’atmosfera favorevole al manifestarsi dello spirito. Del resto, continuava a sostenere Davis, tra telegrafo e spiritismo, “I principi alla base sono gli stessi”.

Non lo erano, come è ovvio. Né lo sono diventati nel tempo. Il problema è che, come si ricorda bene qui, i politici di allora non avevano le idee chiare sulla questione (non è, insomma, un problema solo della classe politica attuale). Nel 1838 Samuel Morse era andato al Congresso col cappello in mano: cercava soldi per finanziare una nuova, innovativa, linea telegrafica.

Ma alcuni si rifiutarono, o meglio: cercarono un compromesso. Avrebbero accordato i fondi al progetto di Morse solo se fossero stati sbloccati, al medesimo tempo, anche quelli per la ricerca sul “mesmerismo”, ossia una pseudoscienza ridicola basata sul controllo del cosiddetto magnetismo animale (concetto fantasioso a sua volta). Il capo della commissione voleva vedere chiaro se esistesse una somiglianza tra “il magnetismo utilizzato nei telegrafi e quello dei corpi umani”. Quando si dovette votare, ben 70 deputati lasciarono, per protesta, l’aula: non volevano buttare soldi per un macchinario “che non riuscivano a capire come funzionasse”.

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