Di fronte alle ondate di calore ci sono solo due vie di fuga: prendere la strada della montagna (chi può), oppure rifugiarsi in un ambiente climatizzato (anche un supermercato va bene, anzi benissimo). Le due scelte però hanno un impatto ambientale molto diverso. Secondo le rilevazioni, nel mondo ci sono 1,6 miliardi di impianti, che consumano il 10% del totale dell’energia elettrica. Nel 2050 saranno 5,6 miliardi e il consumo sarà tre volte maggiore. La produzione dovrebbe aumentare di una quantità pari a quella prodotta oggi da Usa, Europa e Giappone. Se si pensa che in Europa si consumano all’anno 152 Terawatt solo per rinfrescare l’aria (un quarto rispetto agli Usa), i calcoli sono presto fatti.
Ma non ci sono solo Usa e Ue. Il bel freschetto degli ambienti, che vigila sulle notti estive dei Paesi avanzati e protegge le loro giornate lavorative, ha un influsso importante sulla felicità e sul benessere delle persone. Adesso, però, anche i cinesi stanno entrando nel giro (almeno metà delle loro case ne è dotata), mentre in India e Indonesia, che saranno presto i Paesi con il maggior numero di abitanti del mondo, sono solo 88 milioni. Spazio di sviluppo c’è.
Resta da chiedersi quanto saliranno anche le emissioni di anidride carbonica. Nel 2018 sono cresciute del 2% (il ritmo più rapido degli ultimi sette anni). La dinamica è chiara: come ricorda Bloomberg, più aumentano le emissioni, più si scalda il clima e più aumenta la richiesta di impianti di aria condizionata. Chi vuole fare business, adesso sa in quale settore buttarsi, ma chi si preoccupa per la salute del pianeta guarderà a questo circolo vizioso con terrore: al crescere dell’aria condizionata, aumenteranno le emissioni, e allora le temperature, e così via.
E quindi, che si fa? Da un lato, ci penseranno i pannelli solari, che incamereranno l’energia necessaria in modo pulito. Dall’altro, ci saranno costosi ma necessari interventi sull’edilizia: gli edifici dovranno essere isolati, evitando dispersioni. È l’unica possibilità è bloccare, neutralizzare, impedire l’aumento dei consumi di energia da fonti fossili. Oppure smettere di usare il climatizzatore e cambiare abitudini: tenere le finestre chiuse e le persiane abbassate, come si è sempre fatto. Ma quanti, tra quelli che vanno a marciare con Greta, sono disposti davvero a farlo?