Dimmi come spendi e ti dirò che disturbi della personalità hai. È il risultato di una ricerca scientifica coordinata dell’University College di Londra e la Columbia University e pubblicata su Psychological Science: hanno preso in esame le abitudini di spesa di oltre duemila persone negli Uk (che hanno dato l’ok per il trattamento dei loro dati), tracciando un totale di oltre due milioni di transazioni, sia nei negozi che nei supermercati che online.
Come si ricorda qui, i partecipanti hanno anche compilato il test per definire i tratti della personalità, che valuta i punteggi per alcune caratteristiche come: apertura all’esperienza, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e instabilità emotiva.
Infine hanno affidato a un software di intelligenza artificiale il compito gravoso di concordare gli acquisti di ciascuno con i tratti della personalità rilevati, fino a trarre tutte le conclusioni possibili.
“Esiste la possibilità di prevedere la personalità di un individuo basandosi sulle sue spese”, ha detto Joe Gladston, professore a UCL, a capo della ricerca. I risultati generali sono sfumati e ci sono molte eccezioni. Ma emergono alcune tendenze interessanti.
Ad esempio, chi spende di più in voli, sostiene la ricerca, è più aperto all’esperienza. Chi è più estroverso, mette più soldi in cene e bevute (e fin qui, non ci sono grandi sorprese). Quelli più gentili donano più volentieri agli istituti caritatevoli, mentre quelli più materialisti pensano a oggetti di lusso e gioielli. I coscienziosi badano al risparmio e i “nevrotici” cioè coloro con forti ansie e preoccupazioni, tendono a pagare meno i mutui, mentre le persone con un forte autocontrollo riescono a strappare commissioni bancarie vantaggiose. Insomma, niente di nuovo (almeno dai Caratteri di Teofrasto in poi), ma stavolta c’è il timbro della scienza. E, insieme a quello, un primo allarme.
“Il rischio è che queste tecnologie aprano la strada a veri e propri abusi nei confronti degli individui”, avverte il professore. Si riferisce al fatto che le aziende, analizzando le abitudini di spesa dei clienti, possano identificare i consumatori più deboli e con meno autocontrollo per vendere loro prodotti inutili o, peggio ancora, dannosi.
“Occorre che i governanti prendano atto di questa situazione e facciano qualcosa per proteggere i consumatori”. In quale modo, non si sa. Ma agire diventerà fondamentale.