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1 Agosto 2019

CorridaOriolos Junqueras: “Sanchez vuole isolare gli indipendentisti catalani per governare da solo”

Oriol Junqueras

Il presidente del partito indipendentista catalano, Esquerra Republicana, scrive una lettera a Sanchez dalla prigione di Lledoners in cui è rinchiuso con l'accusa accusa di sedizione dopo la dichiarazione unilaterale dell'indipendenza catalana

PAU BARRENA / AFP

La mano sempre tesa, lo sguardo in avanti, senza paura. In occasione delle ultime elezioni spagnole ci è stato chiesto, insistentemente, se avremmo bloccato la formazione del governo in Spagna. La nostra risposta è stata chiara e trasparente. Saremo irriducibilmente contro un governo di estrema destra. Le circostanze attuali non sono facili, per nessuno. Il processo decisionale è complesso. Nessuno degli scenari emersi dalle elezioni spagnole ci soddisfa. Non si tratta, almeno non in questo momento, di sperare in un governo spagnolo coraggioso, disposto ad affrontare un dialogo politico ragionevole, ma di gestire lo scenario meno avverso. Questo PSOE non dimostra, nemmeno lontanamente, il coraggio imprescindibile per avviare un vero dialogo tra pari. Né per assumersi responsabilità o iniziative di alcun tipo. Di fatto, con i suoi gesti e con le sue decisioni evidenzia di avere un avversario da battere: Esquerra republicana. E per raggiungere questo obiettivo non ha esitato a promuovere accordi che hanno avuto come priorità impedire che i repubblicani catalani governassero il Comune di Barcellona (con un accordo stretto con Ciudadanos e Manuel Valls, negando il dialogo e imponendo l’esclusione dei repubblicani. O al Consiglio provinciale di Barcellona, in questo caso con un accordo ancora più sorprendente che ha permesso ai socialisti di ottenere la presidenza della terza istituzione del paese, sbarrando il passo ai repubblicani.

Oggi, a Madrid, ci sono solo due scenari. O un governo di alleanza tra Psoe e Podemos o un governo monocolore del Partito socialista operaio con l’astensione del Partito popolare o Ciudadanos. Non saranno i repubblicani catalani a favorire un governo benedetto da un Ibex (L’indice della borsa di Madrid, ndt) che ha lasciato intendere chiaramente, in tutti i modi possibili, che lo scenario preferito è un patto tra il Psoe e la destra. Non saremo noi repubblicani a fornire scuse per impedire un dialogo chiaro e sincero. Non saremo coloro che agli occhi dell’Europa bloccheranno il dialogo, no signor Sánchez, non saremo coloro che si alzeranno dal tavolo delle negoziazioni. Non confondiamoci. Il Psoe non vuole che Pedro Sánchez sia investito con i voti di Podemos e con l’astensione dei repubblicani catalani e baschi. Questo scenario non è mai stato la loro priorità, nemmeno lontanamente. In tutti i suoi interventi, il Psoe ha chiarito, in modo categorico, di preferire le elezioni (speculando sulle aspettative create dai sondaggi) piuttosto che essere rieletto con i voti di Podemos e di dover condividere con loro il Governo. Il Psoe è disposto a mettere a rischio le attuali maggioranze del Congresso, che rendono impossibile un governo di estrema destra, in cambio di uno scenario incerto. Tatticismo di breve respiro. Negazione della politica.

Il Psoe vuole metterci alle strette in Catalogna e ci vorrebbe all’ala destra del Congresso spagnolo, votando con l’estrema destra, allontanandoci dal campo di gioco per sminuirci. Ci vogliono arrabbiati, irritati, isolati, e per questo ci provocano giorno dopo giorno


Oriol Junqueras

Il Psoe vuole metterci alle strette in Catalogna e ci vorrebbe all’ala destra del Congresso spagnolo, votando con l’estrema destra, allontanandoci dal campo di gioco per sminuirci. Ci vogliono arrabbiati, irritati, isolati, e per questo ci provocano giorno dopo giorno. Il Psoe ha implorato l’astensione del PP e Ciudadanos, per evitare il voto decisivo dei repubblicani catalani, per invalidare la rappresentanza elettorale dell’indipendentismo, per rendere irrilevante la nostra posizione politica e per darci la responsabilità di andare a nuove elezioni o di spronare una maggioranza di destra. Non ci sono riusciti e non ci riusciranno. Non gli faremo questa concessione. Continueremo con la mano tesa, succeda quel che succeda. Se non vogliono fare politica, la faremo noi.

Devo dirvi che mi sento molto orgoglioso della maturità e della responsabilità che abbiamo dimostrato come repubblicani catalani e baschi. Non è stato facile, ci spingevano a votare con l’estrema destra. E non siamo caduti nella trappola. Abbiamo votato insieme ai compagni di Bildu (nazionalisti baschi di sinistra, ndt). Ma siamo consapevoli che dobbiamo continuare a crescere, per sedurre tutto il nostro paese, perché solo una solida maggioranza democratica potrà sconfiggere questa potente alleanza conservatrice, che si oppone e si opporrà a qualsiasi cambiamento e alla volontà dei cittadini di decidere il loro futuro in libertà.

Siamo ben consapevoli che dobbiamo favorire scenari di distensione e coesione nella nostra società contrapponendoci a coloro che optano per i muri di cemento. E questa maggioranza e questo scenario non si costruiscono in quattro giorni ma perseverando nonostante il muro che il PSOE contribuisce a costruire ponendosi al lato della destra. Siamo consapevoli del fatto che solo insistendo, con un’intelligenza tattica e strategica, riusciremo ad uscirne. E siamo ben consapevoli che le nostre convinzioni repubblicane e democratiche finiranno per prevalere. Né la repressione, né l’involuzione dei diritti e delle libertà, né la prigione (per quanto lunga possa essere) ci farà perdere la nostra rotta. Ci impegniamo perché – più presto che tardi – un immenso sorriso sia disegnato negli occhi di tutta la brava gente di questo paese. Perché vivremo in un paese di tutti e per tutti, che voglio sia la Repubblica catalana.

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