Dovrebbero intitolargli strade, piazze e forse città. Eppure pochissimi sanno chi fu il mercante di tessuti olandese Pieter van der Broeck, cioè l’uomo che nel 1616 portò di nascosto in Europa, navigando dallo Yemen, il caffè.
Come ricorda questo utente di Quora, Van der Broeck fu uno dei primi ad assaggiare, a Mocha, in Yemen (da qui il nome) la bevanda “calda e oscura, il caffè” e fu anche l’unico che riuscì a rubare alcune piantine ben sorvegliate, usate all’epoca per produrre un elemento fondamentale per il cerimoniale sufi, e portarle in Olanda. Qui vennero piantate e coltivate nell’orto botanico della città, in una serra che riuscisse a mantenere le condizioni ideali per la loro crescita.
Lui non lo sapeva ma da quel viaggio in poi il caffè sarebbe entrato sempre di più nella vita dei popoli europei. Al principio indicato come rimedio per vari malanni, diventa sempre di più una componente essenziale che accompagna stili di vita, nuove culture, la nascita e la crescita di economie anche predatorie (il colonialismo). Fino a diventare, come sostengono alcuni, il motore propulsore della rivoluzione industriale, preparando una società più efficiente e dinamica.
Van der Broeck, insomma, trasportando il caffè trasporta anche l’Europa all’interno della modernità: prima con i caffè, dove si discutono le nuove idee di progresso, poi dando spinta a un corso di conquista e sfruttamento da parte delle nazioni europee che cambieranno la fisionomia di interi continenti.
Quello che segue sarà solo una ripetizione, sempre più su larga scala, del suo gesto. Di fronte alla vittoria dell’Olanda sul Portogallo e la conseguente conquista dello Sri Lanka, dove cominciano le prime coltivazioni, il comandante della marina Mathieu Gabriel de Clieu decide di rubare alcune piante di caffè destinate in origine al re Luigi XIV e le porta ai Caraibi, dove le pianta e ne trae un affare lucroso. Anche il Brasile, fiutando i guadagni, decide di entrare nella partita e invia il colonnello Franciso de Mello Palheta per rubare una pianta ai francesi. L’uomo si ingrazia il governatore della Guayana francese e si fa regalare una piantina. Solo alla fine (1796) entrano in campo anche gli inglesi, solo che a differenza degli altri, fanno le cose in grande. Non rubano piantine ma piantagioni, nel senso che conquistano lo Sri Lanka cacciandone gli olandesi. E trasformano l’isola in uno dei più grandi produttori mondiali.