Prima dei tedeschi e prima di Jovanotti. Sulle spiagge di Lignano (Ud) arrivò un altro ospite notevole, un personaggio illustre rimasto nella leggenda: Riccardo Cuor di Leone. Come si racconta qui, nel 1192 il sovrano inglese al suo ritorno dalla Terza Crociata in Terrasanta non ebbe grande fortuna. Prima fu costretto dal maltempo a riparare a Corfù, dove il re bizantino – arrabbiato per l’annessione di Cipro al regno inglese – voleva fargli la pelle. Poi, fuggito travestendosi da cavaliere templare, arriva fino alle coste dell’Adriatico settentrionale, dove intorno a settembre fa naufragio a metà tra Aquileia e Venezia (o Zara?), in un luogo non specificato dalle cronache. Secondo alcuni studiosi, era la spiaggia di Lignano, in tempo per l’ultima abbronzatura.
Da quel momento il tragitto seguito dal re diventa più oscuro. Passa per Gorizia? Secondo alcuni sì. Arriva fino a Vienna vestito da pellegrino? È quello che sostengono altri. Di sicuro è in quella zona che viene riconosciuto e tratto in arresto dal duca d’Austria Leopoldo V, che lo tiene prigioniero nel castello di Dürnstein.
Questo è l’unico capitolo della saga abbastanza noto: il Papa interviene in suo favore, scomunicando il duca prima e l’imperatore poi, ma la cosa non avrà risultati. Per liberare il sovrano ci vorrà una colletta di 100mila sterline d’argento, raccolte da Eleonora di Aquitania e consegnate solo nel 1194. Da quel momento il seguito è noto, anche per chi conosce la sua storia solo attraverso il cartone animato della Disney.
In realtà, nonostante le convinzioni e le tradizioni siano dure a morire, del passaggio del sovrano per le strade italiane (all’epoca, come è ovvio, non erano considerate italiane) non ci sono tracce reali. La leggenda vuole che, all’arrivo sulle coste italiane, si sarebbe trovato in un territorio che all’epoca sotto il controllo dei conti di Gorizia, dove il conte Mainardo II lo avrebbe inseguito per consegnarlo al duca d’Austria. Secondo un’altra ricostruzione, sarebbe stato proprio Riccardo ad annunciarsi al conte, nella speranza di ottenere un salvacondotto (ma sbagliò i suoi calcoli). In ogni caso, in mancanza di prove, ci sono romanzi.
Anche perché l’unica traccia flebile, l’unico indizio a supporto di questa storia è il cosiddetto Arco di Riccardo a Trieste, antico monumento romano che sarebbe stato rinominato così proprio in onore del re inglese, che sarebbe passato lì sotto. Ma ci sono storici pronti a giurare che “Riccardo” altro non sarebbe che la storpiatura popolare di “Arco del Cardo”, o “Arco del ricario”, cioè di una magistratura medievale che era proprio lì accanto. E del Cuor di Leone, eroe delle crociate e speranza degli oppressi nelle saghe di Robin Hood, resta solo un fantasma, e una fantasia.