Mettersi a dieta è un decisione che ci può far sentire come una zanzara su una spiaggia di nudisti e che molto spesso si rivela la condizione dell’elefante in una cristalleria. Un’infinità di proposte, metodi, consigli, rubriche, esperti più o meno improvvisati, saggi e ricerca, e – soprattutto – un’infinità di mode e condizionamenti che ci offrono molteplici possibilità ma che, proprio come l’elefante in cristalleria, si rivelano spesso disastrose e addirittura dannose per la salute.
Questo succede perché il nostro rapporto con il cibo ha un’infinità di implicazioni – nutrizione, piacere, gusto, compensazione di bisogni affettivi, convivialità – e, al tempo stesso, la questione del peso ha un’infinità di variabili non tutte in rapporto stretto con la bilancia: la salute innanzitutto, ma anche l’estetica, sia per come ci vedono gli altri, sia soprattutto per come ci vediamo allo specchio e per come vorremmo apparire. E, sotto questo profilo, si moltiplicano le trappole culturali e psicologiche, che spesso hanno a che vedere con il nostro io e con l’ambiente che ci circonda – il lavoro, la famiglia, la cerchia degli amici.
Si dovrebbe comprendere, in questo quadro, quanto sia difficile orientarsi in modo serio e ponderato, e quanto grandi siano i rischi per la persona. Il rischio frustrazione, quando la dieta inevitabilmente fallisce, e il rischio salute, soprattutto quando si intraprendono le “diete modaiole” che si rivelano quasi sempre diete yo-yo, cioè regimi alimentari che possono portare a rapide perdite di peso e ad altrettanto rapido recuperi, quasi sempre con gli interessi. Un disastro. Senza la pretesa di rappresentare né offrire la scienza esatta, è però importante riaffermare alcuni principi di realtà, di buon senso, di approccio scientifico e sanitario e rimettere al loro posto teorie improvvisate e teorie largamente sperimentate e condivise
La prima domanda che occorre porsi è proprio la più semplice: perché mettersi a dieta? Quali sono le motivazioni, i bisogni, le necessità di salute? Il secondo passo fondamentale è NON improvvisare, ma consultare un medico specialista in scienza dell’alimentazione
La prima domanda che occorre porsi è proprio la più semplice: perché mettersi a dieta? Quali sono le motivazioni, i bisogni, le necessità di salute?
Il secondo passo fondamentale è NON improvvisare, ma consultare un medico specialista in scienza dell’alimentazione _ non appunto il generico dietologo consigliato dall’amica in palestra o sulla spiaggia dopo la disperante prova costume – che innanzitutto elabori un bilancio completo e approfondito dello stato di salute del paziente. Si tratta cioè in prima istanza di scoprire le cause principali di aumento di peso, di valutare il metabolismo, la percentuale del grasso e della massa magra del nostro corpo rispetto al peso e di focalizzare cibi e abitudini alimentari che possono essere nocivi per alcuni e non per altri.
Lo specialista, medico dietologo, elabora in sostanza una visione sistemica del corpo e dei problemi correlati per stabilire un programma di nutrizione razionale e di perdita di peso personalizzata. Sono quindi fondamentali gli esami delle intolleranze, il bilancio dello stato di salute generale, l’analisi delle abitudini e attività fisiche, un rapporto costante e periodico con il medico nutrizionista. L’obiettivo non è temporaneo o semplicemente estetico. È di rafforzare abitudini alimentari sane, lo stare bene in permanenza e non solo a periodi. Il mio primo consiglio e quindi di non provare a fare una dieta da soli e di NON seguire diete alla moda: sono al primo posto nella lista dei bestseller oggi, ma domani saranno un mucchio di rifiuti. Fai una dieta per ragioni estetiche (vuoi apparire in modo migliore) o per ragioni di buona salute (vuoi sentirti meglio fisicamente). Entrambe queste ragioni sono corrette, finché il tuo obiettivo di peso è relazionato allo stato di salute generale.
Molte persone ad esempio vogliono ottenere un peso troppo basso per le loro forme corporee, rispetto alla muscolatura, alla struttura ossea, all’età, alle caratteristiche costituzionali e alle attività normalmente svolte
Molte persone ad esempio vogliono ottenere un peso troppo basso per le loro forme corporee, rispetto alla muscolatura, alla struttura ossea, all’età, alle caratteristiche costituzionali e alle attività normalmente svolte. Il giocatore di pallacanestro longilineo non potrà avere lo stesso peso e la stessa massa corporea di una lanciatrice olimpica del martello.
Non è raro sentir dire: “È facile perdere peso, l’ho fatto centinaia di volte”.
La chiave del successo di qualunque dieta per la perdita di peso è il mantenimento del peso raggiunto, ultima fase del percorso compiuto con il proprio medico. Non è sano, né intelligente, eppure molti lo fanno, mettersi a dieta per capriccio, per come si vorrebbe essere, violentando la propria natura o applicando fantasiosi e improbabili luoghi comuni. Come il giorno della tisana, la settimana tutta a yogurt, saltare i pasti, eliminare completamente pasta e riso, imbottirsi di lassativi. Tutto ciò può fare anche sorridere, ma sono abitudini e tendenze largamente praticate. Di seguito, alcuni consigli di comportamento, come buone abitudini alimentari. Il presupposto fondamentale è che il nostro corpo è un insieme di fattori biologici, fisici, psicologici che interagiscono fra loro. Alimentazione, stress, esercizio fisico, sonno, invecchiamento sono elementi combinati, di cui occorre sempre tenere conto nel quadro complessivo di un singolo individuo.
Ecco qualche regola:
– Quando si mangia, questa deve essere l’unica attività, senza distrazioni, possibilmente senza parlare al telefono o guardando la Tv. È utile prestare attenzione alle quantità e memorizzare che cosa si mangia.
– A casa, cerca di mangiare sempre nella stessa stanza, possibilmente allo stesso posto. Questo perchè altri luoghi e aree siano “salve”, in un certo senso off limits. E il cibo dovrebbe stare soltanto in cucina, nel frigorifero o nella dispensa, mai in giro.
– Evitare assolutamente la trappola dei cibi non nutrienti, vuoti. Fanno venire più fame e non risolvono il problema.
– Fai la spesa dopo e non prima avere mangiato. È buona educazione, anche civile, comprare il necessario e non sprecare cibo o inghiottirlo per non sprecarlo. Fai una nota delle necessità, imparare a difenderti dal messaggio pubblicitario.
– Se sei in compagnia e hai già mangiato, evita il raddoppio, prendi un tè o un caffè. Se vuoi farti piacere con un gelato, prendilo piccolo o avanzane un poco. Aiuta ad avere il controllo di sé e della propria alimentazione.
– È buona norma, dei nostri vecchi, alzarsi da tavola non sazi. Non bisogna mai sentirsi pieni, questo è il modo migliore per limitarsi al necessario ed evitare il superfluo. Al tempo stesso, è bene sedersi a tavola quando il corpo manda segnali di appetito. Il peggio è il proverbio, l’appetito vien mangiando…
– È importante mangiare lentamente, prendere delle pause, masticare non divorare il cibo. È anche importante non negarsi la convivialità. Con misura e attenzione.
– Sul piano estetico, non bisogna lasciarsi ossessionare dal guardaroba che non va più (gettatelo via, mettetelo in soffitta, regalatelo a chi ne ha bisogno). Meglio gratificarsi con qualche vestito nuovo o meglio tenere da parte i vestiti che non riusciamo ad indossare oggi come motivazione al cambiamento domani.
– Non fate della bilancia un nemico o un amico infido. Ossia non pesiamoci tutti i giorni, lasciando che la bilancia influenzi il nostro umore. Una volta alla settimana è sufficiente per valutare sforzi e risultati raggiunti.
In conclusione, non si sta bene dimagrendo, ma si dimagrisce per stare bene. Il più a lungo possibile.