E il lavoro?Caos reddito di cittadinanza: i precari di Anpal costretti a fare da tutor ai navigator inesperti

La fase 2 del reddito di cittadinanza è partita in ritardo ed è già nel caos. Il rapporto tra i navigator e i formatori è di uno a 100. Anche i precari di Anpal, in attesa del tavolo per la stabilizzazione, sono costretti a fare da tutor

È partita da poco più di 15 giorni la fase due del reddito di cittadinanza, quella destinata alla ricerca di un lavoro per i destinatari del sussidio. Ma nei centri per l’impiego regna il caos. I 2.980 navigator appena assunti da Anpal Servizi, senza competenze in materia di politiche attive, devono ancora esser formati. Anpal ha formato i suoi dipendenti per formare a loro volta i navigator, ma il personale non basta, perché per ogni tutor ci sono in media 100 navigator da affiancare “on the job”. La situazione è insostenibile, i beneficiari vengono rimandati a casa. E così, soprattutto nei centri per l’impiego più piccoli, è stato chiesto aiuto agli storici operatori precari di Anpal. Quelli che da più di un anno ormai scioperano e manifestano chiedendo di essere stabilizzati, mentre 28 su 654 di loro sono già stati lasciati a casa. «Stiamo garantendo informalmente questo tipo di assistenza ai navigator, anche se non è rendicontabile. Ma se non ci daranno garanzie, ci fermeremo», dicono dal Coordinamento dei precari. «Senza la stabilizzazione dei precari, però, difficilmente potrà funzionare l’operatività della fase 2».

La stabilizzazione è stata inserita tra i provvedimenti del “decreto imprese”, insieme alle altre crisi aziendali, Ilva e Whirlpool. Ma la richiesta del Coordinamento, con la fase 2 del reddito in pieno caos, è di avviare il percorso subito, senza aspettare i tempi di conversione del decreto in legge.

Anpal ha formato i suoi dipendenti per formare a loro volta i navigator, ma il personale non basta, perché per ogni tutor ci sono in media 100 navigator da affiancare “on the job”

Il prossimo appuntamento è per martedì 24 settembre al ministero del Lavoro. La neoministra Cinque Stelle Nunzia Catalfo, scelta nel solco della linea di Luigi Di Maio e del presidente di Anpal Mimmo Parisi, ha accettato di incontrare i precari – dopo l’invio di una lettera aperta e la proclamazione di uno sciopero per il 26 settembre. L’ennesimo tavolo aperto, che sperano – dicono – possa essere risolutivo, soprattutto dopo il passaggio dal governo gialloverde a quello giallorosso. Anche perché il Pd, quando era all’opposizione, si era esposto più volte in favore dei precari di Anpal. «Chiediamo la stabilizzazione per tutti i 654 precari e la riassunzione dei 28 che sono già stati lasciati a casa», dicono dal Coordinamento. «Questo percorso deve cominciare subito, e le nostre richieste devono essere rispettate, altrimenti procederemo allo sciopero».

Tra di loro c’è chi si occupa di politiche attive del lavoro anche da 15-20 anni e ora rischia di restare a casa, proprio mentre l’azienda ha assunto quasi 3mila persone in più. «I navigator si appoggiano alle conoscenze e competenze dei precari storici», raccontano. «Una situazione paradossale: siamo precari che formano altri precari ad aiutare i disoccupati». E in assenza di una formazione adeguata, è già capitato che in alcuni centri per l’impiego navigator e operatori abbiano dovuto sospendere i colloqui con i percettori del reddito convocati. Ai beneficiari è stato dato un altro appuntamento, nell’attesa di capire cosa fare e come gestirli. Nella selezione dei navigator non era richiesta alcuna esperienza pregressa, e molti di loro sono a secco di conoscenze in materia di politiche attive. Senza la tanto annunciata piattaforma di incrocio di domanda e offerta di lavoro, poi, che avrebbe dovuto fornire pure una profilazione automatica degli utenti, non esistono procedure formali. E gestire i casi di disoccupazione più disparati che si presentano agli sportelli non è cosa semplice. «Se ci stanno chiedendo di fare tutoraggio, vuol dire che hanno bisogno di noi», ribadiscono i precari.

È già capitato che in alcuni centri per l’impiego navigator e operatori abbiano dovuto sospendere i colloqui con i percettori del reddito convocati perché non sapevano cosa fare e come gestirli

Le premesse, però, non sono le più rosee. Il presidente di Anpal, l’italoamericano Mimmo Parisi, dalla Puglia la settimana scorsa avrebbe confessato che l’azienda non è in grado di stabilizzare tutti i 654 precari e che il piano industriale – non ancora presentato – prevederebbe l’assunzione mediante concorso di soli 400 di loro tramite due procedure selettive. Dal processo selettivo, che dovrebbe partire dal prossimo dicembre, resteranno fuori oltre 250 lavoratori. Cosa che Parisi sa benissimo, visto che il Coordinamento dei precari ha già respinto il piano con 400 stabilizzazioni presentato lo scorso 25 luglio, proseguendo con gli scioperi e i sit-in.

Manifestazioni di dissenso non proprio gradite in casa Anpal. Tanto che Parisi non ha autorizzato nemmeno l’uso della sala “Marco Biagi” della sede centrale Anpal Servizi per lo svolgimento dell’assemblea sindacale convocata dalle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap), tra le organizzazioni più rappresentative in azienda. «Una lesione dei diritti sindacali, oltre che una contraddizione evidente», dicono, «tenuto in conto che le Clap hanno svolto negli ultimi mesi un’interlocuzione costante con Anpal Servizi nel tavolo negoziale del ministero del Lavoro. E a conferma di questo, il 24 settembre una delegazione delle Clap, insieme al Coordinamento nazionale precari, sarà ricevuta dalla ministra Nunzia Catalfo». Parisi, in compenso, per la terza volta si è rifiutato di incontrare i precari. I quali, il giorno prima di andare al ministero del Lavoro, lunedì 23, l’assemblea sindacale la faranno comunque. Non dentro, ma davanti ai portoni della sede centrale di Anpal Servizi a Roma.

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