Nella classifica di Forbes delle 250 aziende più apprezzate del mondo figurano solo due italiane: Ferrari e Generali, ordinatamente seconda e sessantunesima. E poi più niente.
Poche settimane fa la casa di Maranello ha rivelato il terzo e il quarto modello dei cinque attesi per quest’anno, rispettando così i piani di presentazione dell’azienda.
Il cavallino continua a investire nelle risorse umane e ha appena firmato un accordo premio di competitività con i dipendenti, che introduce migliori condizioni migliorative senza trascurare gli investimenti in formazione. L’aumento salariale sarà di circa 1500 euro l’anno.
Generali punta sempre di più sul settore green, come confermato dal presidente Gabriele Gelateri di Genola che non rinnoverà gli investimenti in aziende legate al carbone
Generali è impegnata con la fondazione sociale Human Safety Net e punta sempre di più sul settore green, come confermato dal presidente Gabriele Gelateri di Genola che non rinnoverà gli investimenti in aziende legate al carbone. In linea con questa politica si prepara a impiegare 4,5 miliardi di euro entro il 2021 in energia rinnovabile e medicina preventiva. Per tutte queste ragioni, nella lista di Forbes la Compagnia di Trieste è davanti a tutti i competitor internazionali nel ramo assicurativo.
Per stilare la classifica, Forbes è partita da un campione originario di 2mila società, analizzandole e scremandole in base all’affidabilità, alla condotta sociale e alla forza dei prodotti e servizi. In totale sono state intervistate 15mila persone provenienti da oltre 50 paesi e il verdetto è chiaro: le società italiane, meno Ferrari e Generali, non sono considerate affidabili. L’altra notizia è il terzo posto di Infosys. Il gigante della tecnologia indiana si è posizionato davanti a Apple, Microsoft, Samsung e Ibm. Fondata nel 1981, oggi conta più di 200mila dipendenti e traina quella che molti analisti ormai considerano “l’invasione asiatica”, forte della presenza di 82 aziende provenienti da Giappone, Cina e India.
Tra le prime posizioni la presenza più massiccia è quella delle società di software, hardware e servizi internet come PayPal, Microsoft, Apple, Siemens, IBM e Amazon, che negli ultimi anni hanno spodestato il segmento manifatturiero automobilistico e alimentare. Degna di nota anche la scalata dell’indiana Tata motors, passata dalla 70esima alla 31esima posizione.