I fatti sono noti. George Orwell sposa Eileen O’Shaughnessy il 9 giugno del 1936, a 33 anni. Poco dopo, in viaggio di nozze, diciamo così, la porta in Spagna, a combattere i fascisti tra le fila del Partido Obrero de Unificación Marxista.Ha già pubblicato una manciata di romanzi, al limite del saggio. Senza un soldo a Parigi e Londra, Giorni in Birmania, Fiorirà l’aspidistra. Nel 1937, mentre è in Spagna, esce La strada di Wigan Pier, che parte da una inchiesta sulla vita dei minatori, nel South Yorkshire. In Spagna, Orwell ha fama di rompiscatole: fin da subito osserva – e denuncia e appunta – gli “scontri fratricidi all’interno della sinistra”. “Quando mi accingo a scrivere un libro io non dico, ‘Voglio produrre un’opera d’arte’. Lo scrivo perché c’è qualche bugia che voglio smascherare”: questo è lo zenit di Orwell (Perché scrivo, 1946). La bugia da smascherare, in quel caso, è che tra i buoni&giusti della sinistra che combatte i fascisti franchisti ci sono degli emeriti bastardi, degli assassini.
I fatti sono noti. Li faccio ripetere da Guido Balla, che ha curato il ‘Meridiano’ Mondadori che raduna i Romanzi e saggi di Orwell. “La terza visita di Orwell a Barcellona ha luogo il 20 maggio, quando torna dal fronte con la gola ferita dal proiettile di un cecchino fascista. In città è in corso una vera caccia all’uomo: il governo centrale, fortemente condizionato dall’appoggio militare fornito da Stalin alla causa repubblicana, perseguita e incarcera senza processo oppositori e dissenzienti di sinistra. Anarchici e trockijsti, veri o presunti, vengono presentati come conniventi con il franchismo. Il 23 giugno, dopo aver vissuto da braccati nella capitale catalana, George ed Eileen attraversano miracolosamente la frontiera francese. Il sogno di una prima vittoriosa lotta di popolo contro il fascismo s’infrange nel modo più misero e brutale”. Di fatto, la Spagna diventa terra fertile, per gli agenti russi, gli stalinisti di ferro, per far piazza pulita di quelli che, pur a sinistra del globo politico, non vedono in Stalin un illuminato mecenate. Per Orwell l’esperienza è devastante, e trova sfogo nel reportage Homage to Catalonia, pubblicato nel 1938 dalla piccola casa editrice londinese Secker & Warburg. “La Guerra civile spagnola ha trasformato per sempre lo scrittore, rafforzando in misura assolutamente identica il suo antifascismo e il suo antistalinismo, trasformandolo in un socialista senza partito” (Balla). Sul “New Leader”, il 13 giugno del 1938, scrive: “Sono uno scrittore. L’impulso di ogni scrittore è quello di ‘tenersi alla larga dalla politica’. Desidera essere lasciato in pace per poter continuare tranquillamente a scrivere i propri libri. Purtroppo è sempre più chiaro che questa idea è irrealizzabile… Verrà il tempo – non fra un anno, forse, né fra dieci o venti – in cui lo scrittore si troverà a un bivio: ridursi al silenzio oppure produrre la droga che una minoranza privilegiata gli richiederà. Sento il dovere di oppormi a tale tendenza, come sento il dovere di oppormi all’olio di ricino, ai manganelli e ai campi di concentramento”. Contro il capitalismo, contro l’imperialismo comunista: Orwell si oppone alla destra ed è la corona di spine della sinistra. Lo stigma della contraddizione.