A Milano l’epicentro del renzismo 2.0

Italia Viva si è presentata in città prima della Leopolda e lunedì si confronterà pubblicamente col Pd. Ivan Scalfarotto: «Non siamo contrapposti ai Democratici, vogliamo recuperare pezzi di società che non si sentono rappresentati dalle attuali forze politiche»

Dall'account Twitter di Matteo Renzi

Un pienone. Questo il bilancio del primo incontro pubblico a Milano di Italia Viva, avvenuto nella sala Affreschi dell’Umanitaria di Milano giovedì sera. Molti i volti noti, ma anche tanta gente comune. Matteo Renzi non c’è, ma condivide un post per rendere noto l’entusiasmo. «Alla faccia di chi dice che siamo solo un’operazione di palazzo», ha scritto su Facebook. Gli interventi, tre minuti ciascuno, ricalcano il format della Leopolda, dove tra il 18 e il 20 ottobre il partito sarà lanciato ufficialmente, con tanto di simbolo e avvio del tesseramento. Un inizio promettente per la neo formazione che, stando agli ultimi sondaggi, avrebbe il 4,1% dei consensi (togliendone il 2,5% al Pd e lo 0,5% a Più Europa, meno a Forza Italia e Lega, che retrocedono dello 0,1%).

«C’era tantissima gente, addirittura qualcuno non è riuscito a entrare, e dire che avevamo preso un posto grande», dice a Linkiesta Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri del governo Conte II e già sottosegretario allo Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. «Si respiravano grande energia e partecipazione, non era una riunione politica classica. Sono stato contento di vedere tante facce, sia di persone che hanno militato nel Pd, ma anche nuove. A dimostrazione che Italia Viva non è solo spostamento di ceto politico, ma anche il tentativo di recuperare pezzi di società che non si sentono rappresentati dalle forze attualmente in Parlamento», racconta il sottosegretario.

«Italia Viva non è solo spostamento di ceto politico ma anche il tentativo di recuperare pezzi di società che non si sentono rappresentati dalle forze attualmente in parlamento»


Ivan Scalfarotto

Età medio-alta, in platea, ma anche molti giovani. «Più che in passato», puntualizza Scalfarotto. Molti fanno già parte dei comitati di Azione Civile o sono partecipanti di Meritare l’Italia, la conferenza-laboratorio politico che Renzi ha organizzato quest’estate. Ma ci sono anche tanti curiosi, attirati tramite i social e interessati ad approfondire, forse il contenuto, forse la novità del formato, diverso, più spensierato e meno impostato rispetto ai classici eventi di partito. L’atmosfera in sala esprime lo spirito che Italia Viva vuole incarnare, assicurano i presenti, e ricorda lo stile che lo stesso Renzi impersonava mentre era al governo, leggero, scanzonato e soprattutto positivo. «C’è stata un’atmosfera di grandissimo entusiasmo e di grande vivacità, era da tempo che un’occasione politica così mancava», aggiunge Ada Lucia De Cesaris, ex vicesindaco nella giunta Pisapia, tra i primi ad aderire alla nuova formazione politica di Matteo Renzi.

Anche se questo, ci tengono a puntualizzare, «Non è il partito di Renzi, è il partito di tantissime persone che credono nel merito e nel futuro», dice Gianluca Pomo, giovane coordinatore dei comitati di Azione Civile fin dalla loro fondazione, circa un anno fa, e figura chiave tra coloro che hanno organizzato la serata. Insieme ad Alessia Cappello, altra giovane attivista dei comitati, la moderazione di questa “mini-Leopolda” è stata sua: «Un’emozione, perché un lancio del genere non prevedevo fosse così emozionante, visto che Matteo Renzi non ci sarebbe stato». L’interazione con il pubblico racconta la voglia di mettersi in gioco e il desiderio di rimboccarsi le maniche.

«L’impressione è quella di avere colmato un vuoto che c’è nella politica di oggi», prosegue Pomo. «Troppo a lungo il partito democratico è rimasto incastrato in polemiche interne e nelle sue correnti, era diventato difficile fare politica», ammette Scalfarotto. «Ci si è chiusi in una scatola, io sentivo forte la necessità di cambiamento», gli fa eco De Cesaris. L’obiettivo, però, non è quello di porsi in contrapposizione con il Pd, semmai di allargare il fronte degli antisovranisti e antipopulisti. «Io credo che pur registrando delle differenze, molte cose le possiamo fare insieme», precisa ancora il sottosegretario. La sottrazione di parlamentari e consensi punta ad articolare l’offerta politica e le opportunità di partecipazione, posto che «la legislatura durerà fino alla fine». «Con questo governo abbiamo scongiurato l’emergenza di chi chiedeva pieni poteri e avrebbe messo in ginocchio l’Italia economicamente, ma adesso c’è da lavorare per risolvere i problemi del Paese», dice Scalfarotto. «Abbiamo grossi temi da affrontare, la denatalità, l’ambiente, l’economia. Quelle sono le priorità, pur ricordandoci che siamo un grande Paese, rispettato e apprezzato, dal grande manifatturiero e dai prodotti tecnologicamente avanzatissimi. È quello il pezzo di Paese a cui bisogna rendere giustizia, e che invece è ignorato, il dibattito pubblico spostato su messaggi di chiusura e di odio».

«La politica è da sempre troppo paternalistica, anche a sinistra. Non possiamo più dire “io mi occupo dei giovani”, ormai sono loro a voler essere parte del progetto e dei contenuti: coinvolgerli significa superare i vecchi schemi, completarsi e arricchirsi»


Ada Lucia De Cesaris

Quando si guarda al futuro, il pessimismo non può essere contemplato. Il cambio di narrazione è necessario per portare nuove energie a compimento, anche e soprattutto per riuscire a coinvolgere quei giovani che dalla politica si sentono lontani. «Italia Viva va a recuperare quelli che non votano più e hanno perso amore e voglia di stare nella politica. In questo senso non toglie, ma aggiungerà», racconta De Cesaris. «Sul palco ho raccontato la mia esperienza con i comitati civici, per spiegare agli altri ragazzi che come l’ho fatto io, lo possono fare tutti. Alla fine del dibattito, in quattro mi hanno chiesto di aiutarli a lanciare un comitato», aggiunge Cappello. «La politica è da sempre troppo paternalistica, anche a sinistra. Non possiamo più dire “io mi occupo dei giovani”, ormai sono loro a voler essere parte del progetto e dei contenuti: coinvolgerli significa superare i vecchi schemi, completarsi e arricchirsi», conclude De Cesaris.

Lunedì, sempre a Milano, ci sarà una delle prime occasioni di confronto e di riflessione tra Pd e Italia Viva, un dibattito che prende il nome di “Il giardino dei sentieri che si biforcano. Riflessioni a voce alta dopo la scelta di Matteo Renzi”. Partecipanti Lia Quartapelle, deputata Pd, Eugenio Comincini, senatore di Italia Viva, e Carlo Cerami, avvocato e riferimento della sinistra riformista milanese.

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