Giovani e vecchi“Il nuovo governo ignora 16 milioni di anziani”: anche i pensionati vogliono lo sconto sulle tasse

Sanità, legge sulla non autosufficienza e taglio delle tasse. I pensionati si sentono messi da parte dal nuovo governo e indicono una manifestazione per metà novembre a Roma. “Nel programma non si fa riferimento all’invecchiamento della popolazione. Bisogna tutelare anche i redditi da pensione”

Il programma del governo giallorosso sarà pure piaciuto ai sindacati, ma non ai pensionati iscritti a Cgil, Cisl e Uil. E mentre i segretari generali, da Landini a Furlan fino a Barbagallo, nei giorni scorsi hanno espresso tutti apprezzamenti per i punti programmatici illustrati da Giuseppe Conte al Parlamento, chiedendo in una lettera un incontro in vista della prossima legge di stabilità, le categorie dei più anziani invece non ci stanno. E annunciano già una manifestazione di piazza contro il nuovo esecutivo per metà novembre a Roma. Il grido di allarme è unanime: «Il nuovo governo si è dimenticato di anziani e pensionati».

La decisione della manifestazione arriva dagli esecutivi unitari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che già a giugno erano scesi in piazza contro la precedente formazione gialloverde. Ora, studiato il programma del Conte bis, si sentono messi da parte e alzano il dito. Nei punti illustrati dal presidente del Consiglio, del cosiddetto “fattore P”, il voto dei pensionati tanto prezioso in tempi elettorali, non c’è traccia. «Non si può ignorare il fatto che in Italia ci siano 16 milioni di persone con i capelli bianchi», spiegano. «Nel programma non si parla dell’invecchiamento della popolazione e di come lo si vuole affrontare. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo e il primo in Europa. Serve una visione».

Nel programma non si parla dell’invecchiamento della popolazione e di come lo si vuole affrontare. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo e il primo in Europa. Serve una visione

Il nodo del dibattito non è quota cento, che con molta probabilità il nuovo esecutivo manderà a esaurimento, e che non ha mai scaldato gli aspiranti pensionati italiani, se non i dipendenti pubblici (prova ne è lo scarso numero di domande). Le questioni che i pensionati porteranno avanti, anche con una mobilitazione sui territori, sono due: sanità e non autosufficienza. In particolare, scrivono, «c’è bisogno di sostenere la sanità pubblica e universale», così come «non è più rinviabile la definizione di una legge nazionale sulla non autosufficienza per affrontare quella che sta diventando a tutti gli effetti una vera e propria emergenza nazionale che riguarda milioni di anziani e le loro famiglie». Ad oggi in Italia si contano 3 milioni di anziani non autosufficienti, che pesano sulle famiglie, con costi intorno ai 1500-1800 euro, fino a punte di 2800 euro. «È un tema che riguarda tutti», sottolineano.

Non ultima, poi, la questione delle tasse. Il taglio del cuneo fiscale, previsto nel programma giallorosso, riguarda i lavoratori, non i pensionati. «C’è bisogno di anche tutelare i redditi da pensione, la maggior parte dei quali non arrivano ai mille euro al mese», dicono. «Riteniamo indispensabile che la riduzione del carico fiscale, giusto e doveroso nei confronti dei lavoratori, sia esteso anche ai pensionati». E al Conte del primo governo, che li aveva definiti «avari», ricordano i segretari dei pensionati ricordano che «in questi anni ci hanno scambiato per un bancomat», con il taglio delle rivalutazioni delle pensioni, a cui si è aggiunto il conguaglio richiesto dai gialloverdi.

Riteniamo indispensabile che la riduzione del carico fiscale, giusto e doveroso nei confronti dei lavoratori, sia esteso anche ai pensionati

Il clima, ora, con la nuova maggioranza giallorossa non vuole essere di scontro. Il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, dal suo profilo Facebook lo ha precisato: «Quando si scende in piazza non lo si fa necessariamente per protestare o contro qualcuno ma anche per chiedere di essere ascoltati e per sollecitare delle risposte».

La consapevolezza delle sigle dei pensionati è che non si possa né chiedere, né ottenere tutto e subito nella prossima manovra. Ecco perché la manifestazione è stata programmata per la metà di novembre. Ma, a questo punto, anche Cgil, Cisl e Uil, nonostante il ritrovato rapporto di convergenza con il governo, dovranno tenere conto dello scontento dei loro anziani. Che pure rappresentano la maggioranza degli iscritti. Oltre che tre quarti del Paese.

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