Fattorie cittadineIl futuro? Sono gli orti in cima ai palazzi. E a New York spopolano già

Trattengono l’acqua piovana, riducono le emissioni, offrono verdure alla comunità. Sono un investimento. Chi non può andare in campagna può ricrearsela in città

da Wikimedia Commons

Producono frutta e verdura in quantità. Abbattono i costi del trasporto. Riducono gli effetti, nefasti, del caldo urbano. Permettono di diminuire l’impiego di energia per raffreddare gli ambienti. Trattengono l’acqua piovana, alleggerendo il sistema fognario. Attirano animali, uccelli e insetti, e danno vita a piccole isole di natura e relax. Per non dimenticare le indispensabili arnie, da cui si trae il miele.

Sono le rooftop farm, cioè vere e proprie fattorie urbane create in cima ai palazzi delle città. A New York sono già tantissime. “È una città che non smette di crescere. Con ogni probabilità non smetterà mai. Con i nostri giardini, però – spiega Anastasia Plakias, tra i creatori del green roof di Sunset Park – possiamo cercare di condizionarne la direzione”. Cioè un matrimonio – o almeno un fidanzamento – tra pulsioni green e ansia di spazio. In mezzo, appunto, gli orti: vere e proprie oasi di natura coltivata, in grado di produrre 36 tonnellate di frutta e verdura per rifornire i negozianti della città. E quando è in eccesso, essere impiegata per le comunità più svantaggiate che vivono nella Grande Mela.

E pensare che basta poco: per ogni rooftop, il terriccio affonda di soli 25 centimetri. Il concime deriva dal compost ricavato dai rifiuti (tutto si crea, niente si distrugge nella città più importante del mondo) e l’acqua dalla pioggia. Uno solo può accaparrare 380mila litri.

E, oltre a rendere più nature la città, gli orti urbani rendono più selvatiche anche le feste. “Le nostre fattorie sul tetto, in futuro, potranno essere delle ottime venue. Usando le erbette fresche per impreziosire i drink”. E la menta appena colta da mettere nel mojito.

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