La missione salvificaNon solo quello per la Pace, date a Greta Thunberg tutti i Nobel di quest’anno

Proposta semiseria sulla militante svedese che ha svegliato le coscienze dei suoi coetanei e non solo. Salvare il pianeta, mobilitare le masse e innovare i modelli produttivi è da premio per la Chimica, per la Fisica, per la Medicina, per la Letteratura e per l’Economia

Minas Panagiotakis / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

Secondo gli scommettitori ci sono pochi dubbi: il Nobel per la Pace andrà a Greta Thunberg, la sedicenne svedese che ha sollevato l’ondata di manifestazioni per il clima nelle piazze di tutto il mondo. Il sito Oddscheck la dà 4 a 7: cioè mettere sette euro ne fa vincere quattro. Un risultato così scontato che scommettere su di lei non conviene nemmeno.

Del resto, se ne parla già da metà marzo, quando il fenomeno era ancora agli albori. E se si considera il trionfo che l’ha accompagnata nei mesi successivi – gira per mezza Europa, va a Strasburgo al Parlamento Europeo, viene ricevuta dal Papa in Vaticano, riparte in barca a vela in un viaggio a emissioni zero fino a New York in occasione del vertice sul clima e poi, laggiù, dal pulpito delle Nazioni Unite, lancia urbi et orbi il suo messaggio di accusa e di allarme – è difficile aspettarsi altro. Compiuta la sua missione salvifica, potrà tornare in Svezia (anche se il Nobel per la Pace viene asssegnato a Oslo), ricevere il premio e chiudere il cerchio.

Tutti d’accordo? No. Ad esempio Henrik Urdal, del Peace Research Insititute di Oslo solleva qualche obiezione: «È molto improbabile che vinca lei». Greta – sostiene – è troppo giovane e troppo poco qualificata.

Al suo posto potrebbe prevalere Abiy Ahmed, primo ministro etiope – grazie alla storica pace del 2018 con l’Eritrea, dato 4 a 1 dai bookmaker. Oppure Jacinda Arnern, primo ministro neozelandese – quotata 9 a 1 grazie alla sua pronta reazioe pacificatrice dopo l’attentato compiuto da suprematisti bianchi a Christchurch a marzo. Il vecchio Raoni Metuktire, vecchio capo indigeno brasiliano (anche lui attento ai cambiamenti climatici), è dato 10 a 1. Il presidente americano Donald Trump, che pure agognerebbe ricevere lo stesso riconoscimento assegnato al predecessore/rivale Barack Obama invece resterà a bocca asciutta. Ma le quote danno 13/10 per la rielezione alla Casa Bianca, per cui può consolarsi.

Le sue parole accusano l’ignavia della generazione precedente ma il suo messaggio ha unificato l’umanità

Eppure se si pensa all’importanza del problema sollevato, il Nobel per la Pace a Greta Thunberg sarebbe non solo doveroso, ma perfino insufficiente. Le sue parole, anche violente, accusano l’ignavia della generazione precedente, colpevole di non fare nulla per fermare il disastro climatico. Ma il suo messaggio ha unificato l’umanità: studenti e professori, politici e cittadini, destra e sinistra. Tutti si sono riconosciuti nella necessità di salvare «la casa che sta bruciando», anche partendo dall’amara considerazione che non esiste un pianeta di riserva (almeno per ora).

E allora, una provocazione: date a Greta il Nobel per la Pace. Ma anche quello per la Medicina: non ha forse iniziato le cure per un pianeta malato? E datele anche quello per la Chimica, e quello per la Fisica, e quello per l’Economia, perché oggi più che mai servono nuovi strumenti scientifici (ed economici) per attuare una vera conversione ecologica.

E – può mancare? – datele anche quello per la Letteratura. Per i suoi discorsi, che hanno risvegliato una intera generazione e ne hanno mobilitato un’altra. Esageriamo? Può essere. Il Nobel letterario è stato dato a scrittori di impegno civile, che si sono mobilitati per salvare un Paese. Perché non darlo a una ragazza che – cediamo un po’ alla retorica – vuole salvare il mondo intero? Almeno questo le va riconosciuto.

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