Voto anzianoPiano coi giovanilismi, e fidatevi di Martha Nussbaum. Invecchiare è una meraviglia

Ridurre la terza età al declino psicofisico (come hanno fatto alcuni esponenti della politica) è non solo un oltraggio, ma anche un errore. Serve piuttosto costruire una società in cui la realtà degli ultimi anni venga vissuta senza impedimenti ma con rispetto e consapevolezza

da Wikimedia Commons

Questo libro tratta del vivere in maniera consapevole, e certo non del morire, con grazia o meno. Invecchiare significa accumulare esperienze, acquisire saggezza, amare e perdere, e sentirsi sempre più a proprio agio dentro la propria pelle, per quanto essa possa avvizzire. La vecchiaia è molto altro ancora. Per alcuni potrebbe significare rimpianti, preoccupazioni, accantonare denaro o averne bisogno. Oppure offrire il proprio aiuto, la propria comprensione, la propria guida, riscoprire, perdonare e, con frequenza crescente, dimenticare. Per i più fortunati dal punto di vista finanziario può significare andare in pensione e lasciare un’eredità, dopo aver risparmiato e speso, a loro volta, negli anni precedenti. Molte di queste propensioni valgono anche per chi non si sente ancora invecchiare: giovani amici, parenti e colleghi che però spesso considerano le persone più anziane di loro come depositarie di saggezza, ammonimenti ambulanti. La ricerca di ciò che di buono, o anche solo di saggio, si cela nelle rughe ha almeno la stessa età di Cicerone, la cui opera rimane altrettanto importante nel nostro mondo in rapida trasformazione di quanto fosse duemila anni fa.

Se, a differenza di altre specie animali, noi impariamo, tramandiamo e comunichiamo diffusamente i nostri errori e successi, e lo facciamo in modi che hanno ampliato le frontiere dell’esperienza umana e migliorato le vite delle generazioni successive, allora forse possiamo aspettarci anche un avanzamento nella sfera personale. Abbiamo compiuto progressi nell’agricoltura, nell’industria manifatturiera e nell’aviazione. Meno chiaro è se lo stesso si possa dire per i rapporti di coppia, l’essere genitori e la scelta dei leader politici, forse perché i problemi relativi a questi ambiti sono bersagli mobili che eludono i progressi scientifici. La vecchiaia si situa a cavallo tra queste sfide scientifiche e interpersonali. In media viviamo più a lungo e meglio dei nostri predecessori. Disponiamo di un più ricco ventaglio di scelte, che saranno esaminate nel presente libro.

Se accettiamo che la vecchiaia è una fase della vita, allora ne consegue che è qualcosa che ci accomuna. Ognuno di noi invecchia a modo suo, ma possiamo imparare dalle esperienze degli altri. Man mano che invecchiamo, i nostri interessi, comportamenti e gusti possono cambiare – spesso in modi che confermano l’esperienza condivisa. Invecchiando diventiamo più o meno competitivi, spirituali, frugali, bisognosi, invidiosi, tolleranti, generosi? Gli amici potrebbero aiutarci a riconoscere questi cambiamenti, e farci riflettere su quanto siano auspicabili. Quando un individuo isolato osserva e contempla, gli è difficile capire se sia diventato più egocentrico, più aperto alle critiche, se susciti più paura negli altri o sia più irragionevole nelle sue richieste ai familiari. La conoscenza di sé potrebbe dunque dover necessariamente passare attraverso le amicizie e il confronto, e in questo libro vorremmo fungere da esempio sotto questo profilo.

Offriremo diverse prospettive sui temi riguardanti la vecchiaia, con l’obiettivo di continuare a dibatterne tra di noi e con i nostri lettori. Alcuni capitoli si propongono di aiutare le famiglie a discutere in modo proficuo di questioni che andrebbero trattate prima del sopraggiungere di una disabilità o della morte. Incoraggiamo un approfondimento meditato su argomenti spesso ritenuti scomodi o privati. Poche persone parlano con gli estranei dei problemi che affrontano quando decidono di trasferire i propri beni ai figli, specie se questi versano in condizioni finanziarie differenti, sono stati fonte di problemi, o vivono all’interno di famiglie separate.

Analogamente, poche persone parlano seriamente di questioni filosofiche, quali la natura del proprio desiderio di lasciare un’influenza perpetua. Infine, la maggior parte delle persone è del tutto consapevole dei cambiamenti fisici dovuti all’invecchiamento, eppure prova imbarazzo a parlare del proprio corpo. Ciò potrebbe avere a che fare col riaccendersi della passione o dell’inizio di una nuova storia d’amore tra partner maturi. Nelle prossime pagine ci occuperemo di simili tematiche, che verranno trattate dal punto di vista di una filosofa da un lato, e dall’altro da quello di un avvocato-economista incline a pensare in termini di incentivi, nella comune convinzione che una prospettiva accademica dia frutti concreti.

da: Invecchiare con saggezza. Dialoghi sulla vita, l’amore e i rimpianti, di Martha C. Nussbaum e Saul Levmore, Il Mulino (2019)

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