Cronache dal fine settimanaTra i due Mattei, Di Maio cerca di farsi sentire. Ma il grande assente è il Pd

Il ministro degli Esteri, alla presentazione del padiglione italiano per l’Expo di Dubai 2020 a Matera, ha fatto sentire la voce del M5s con tre post sul “Blog delle stelle”, lanciando la sfida a Conte sulla manovra. Il grande assente, tra Leopolda e piazza San Giovanni, è stato il Pd

Ce l’ha messa tutta Luigi Di Maio, nel fine settimana, per far sentire la sua voce tra i due Mattei. Schiacciato dalla Leopolda renziana da un lato e la piazza salviniana di Roma dall’altro, l’impegno programmato nel weekend per il capo politico dei Cinque Stelle, da ministro degli Esteri, era la presentazione del padiglione italiano all’Expo di Dubai 2020 a Matera. Non proprio un palco che scalda le folle, da cui poter lanciare grandi messaggi politici. Tant’è che il momento più forte è stato il selfie chiesto a Di Maio da un gruppo di suore straniere (nella foto). Richiesta che, ovviamente, è stata prontamente esaudita.

E così, a una settimana dalla sua “Italia a 5 Stelle” di Napoli, da venerdì in poi, poco dopo l’inaugurazione della Leopolda, Luigi Di Maio non ha perso occasione per dire la sua sulla manovra e lanciare ultimatum a un irritatissimo Giuseppe Conte con ben tre post sul “Blog delle stelle”. Dal messaggio non proprio cifrato “Senza il voto del Movimento 5 Stelle non si va avanti” postato venerdì pomeriggio. Alle “Richieste del Movimento 5 Stelle sulla manovra”, andato online alle dieci e mezzo di sabato sera, quando ormai pensavamo che la giornata politica si fosse conclusa. Tanto per tenere il passo con Firenze e la piazza della destra che si sarebbe riempita di lì a poco.

Insomma, se Renzi fa sussultare la maggioranza annunciando emendamenti contro quota cento e la stretta sulle partite Iva e Salvini annuncia di volersi riprendere il governo «entrando dalla porta principale», i Cinque stelle non possono restare in silenzio.

Se Renzi fa sussultare la maggioranza annunciando emendamenti contro quota cento e la stretta sulle partite Iva e Salvini annuncia di volersi riprendere il governo «entrando dalla porta principale», i Cinque stelle non possono restare in silenzi

E tra l’aut aut del venerdì e la critica ai giornali rei di aver scritto che il Movimento non è proprio unito (per usare un eufemismo), dalla Farnesina hanno fatto trapelare pure il messaggio che no, «non si tratta di un ultimatum» e che «il presidente Conte ha tutta la nostra fiducia e siamo sicuri che la nostra posizione verrà presa in considerazione da tutti». Detto, fatto. E così, in piena febbre del sabato sera, i grillini pubblicano un post in cui si dicono «soddisfatti» di aver ottenuto un vertice di maggioranza per lunedì sulla manovra economica, dopo il no iniziale del presidente del Consiglio. Una vittoria insomma. Con un elenco di tre richieste. Uno: “Introduzione subito del carcere ai grandi evasori e la confisca per sproporzione”. Due: “Obbligo del pos ma solo dopo aver abbattuto drasticamente i costi su carte di credito e dispositivi”. Tre: “Revocare il cambio del regime forfettario per le partite iva al 15%”. Con un post scriptum diretto a Firenze: “Ps: Qualcuno oggi continua a sperare nell’abolizione di Quota 100. Presentassero pure emendamenti, tanto i voti in parlamento non ci sono”.

L’unico punto in comune con i due Mattei è quello sul no al ritorno del regime analitico per le partite Iva. Un tema che trova d’accordo anche una parte del Pd, da Chiara Gribaudo (che ha scritto una lettera pubblica indirizzata al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri) a Tommaso Nannicini. Ma alla fine, l’unico assente del weekend politico per eccellenza è stato proprio il Partito democratico. Nicola Zingaretti è stato avvistato a Perugia mentre preparava i cioccolatini a Eurochocolate, a una settimana dalle regionali umbre. Parla per tutti una vignetta di Osho. “Uffa però noi er sabato non organizziamo mai niente”, dice Gentiloni annoiato. E Zingaretti risponde: “Dai stasera te porto a vedè Joker”.

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