IntervistaElsa Fornero: «La manovra del governo? È acqua fresca»

L'ex ministro del Lavoro commenta la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza: «Se guardiamo all’occupazione e alla crescita, che dovrebbero essere i due obiettivi principali del governo questo documento è troppo tiepido"

ALBERTO PIZZOLI / AFP

«Se guardiamo all’occupazione e alla crescita, che dovrebbero essere i due obiettivi principali del governo questo documento è abbastanza tiepido. Anzi, è acqua fresca». All’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero non è piaciuta la nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza presentato dal governo che descrive in modo sommario le misure previste nella prossima legge di bilancio. «Bonus befana, flessibilità. green bond. Siamo sempre nella stessa logica di usare parole rassicuranti che dovrebbero distrarci e farci felici in modo superficiale. Ma gli italiani non sono bambini».

Fornero, cosa c’è che non va nel NaDef?
Non ci sono misure strutturali o almeno l’inizio di misure strutturali che possano far aumentare la fiducia nel Paese sull’aumento degli investimenti nei prossimi anni. E se non c’è crescita anche l’occupazione ristagna. Possiamo anche guadagnare qualche occupato in più ma si tratta di occupazione di scarsa qualità e scarso reddito. Nel breve medio termine non ci sono ancora le premesse per una vero aumento del Pil. E la riduzione del debito non solo continua a essere rinviata, ma il peso sui nostri conti pubblici aumenta sempre più.

Cosa manca?
Manca il coraggio della verità. Tutti i governi dicono che vogliono ridurre la tassazione. Ottimo obiettivo ma non compatibile con un Paese che ha un debito come quello che noi abbiamo e che per di più non cresce. Se avessimo una crescita sostenuta il debito si sgonfierebbe quasi naturalmente,sarebbe meno offensivo.

Di quali investimenti avrebbe bisogno l’Italia?
Quelli su cui siamo in grave ritardo rispetto agli altri Paesi Ue: istruzione e ricerca. Perché qui sembra sempre che istruzione ricerca siano due atti dovuti a cui si dà poca importanza. Mentre si dà più enfasi a misure che dovrebbero aumentare la coesione sociale e invece non sono efficaci. Come si è visto in questi giorni dalla discussione sul reddito di cittadinanza dato a persone che francamente uno si aspetterebbe che non lo debbano ricevere.

Non sarà tutto negativo.
Vero, almeno non hanno fatto i condoni fiscali mascherati sotto forma di perdoni o patti. Però non dimentico le premesse: questo governo è il meno peggio rispetto alle alternative molto probabili che sarebbero potute accadere in questi mesi e ha dei vincoli molto forti nell’impostare la politica di bilancio. Ma bisogna dire che gode anche di qualche bonus, come la minore spesa per interessi che deriva dalla parziale rasserenamento del clima politico.Se la situazione rimane stabile il governo potrà contare per il prossimo anno su tre o quattro miliardi in più. Non male. L’altro bonus di cui gode questo governo è che gode di maggiore flessibilità. Anche se il termine “flessibilità” non mi piace.

Perché?
Va benissimo chiamare le cose con un nome un po’ più appetibile alle orecchie dei cittadini. Però gli italiani dovrebbero avere molto chiaro in mente che questa flessibilità è un debito lasciato ai nostri figli ai nostri nipoti a noi stessi, domani. Usiamo pure i termini meno sgradevoli e meno sgraditi ma questi miliardi “concessi” saranno solo maggiore disavanzo. E il debito va pagato prima o poi. Anche perché le privatizzazioni previste nella scorsa legge di bilancio che avrebbero dovuto portare più gettito non sono state realizzate. Senza contare che questa “flessibilità” era già stata prevista per evitare l’aumento dell’Iva.

Manca il coraggio della verità. Tutti i governi dicono che vogliono ridurre la tassazione. Ottimo obiettivo ma non compatibile con un Paese che ha un debito come quello che noi abbiamo e che per di più non cresce


Elsa Fornero

Anche qui si è abusato dell’espressione “disinnescare le clausole di salvaguardia”, neanche fosse una bomba a orologeria.
Bisogna essere chiari. L’aumento dell’Iva è legge. Con il Nadef il governo è come se avesse detto: “Per l’anno prossimo blocchiamo questo aumento”. E all’anno che verrà dopo ci penseremo poi. Questa è una pesante eredità negativa sulla quale per ora è stata messa solo una toppa.

Però era doveroso. In fondo uno dei due motivi per cui è nato questo governo è stato per evitare l’aumento automatico dell’Iva.
Che l’Iva possa salire per certi tipi di consumi non è una cosa grave, visto che siamo un Paese fortemente indebitato. Non vedo male, anzi spero che ci sia quell’operazione di cui si è parlato in questi giorni. Ovvero la “rimodulazione delle aliquote” che avrebbe portato un po’ più di gettito nelle casse dello Stato. Anche qui la scelta delle parole non è casuale.

Oltre alla flessibilità il governo conta di recuperare dei miliardi grazie alla lotta all’evasione fiscale.
Siamo adulti e abbiamo tutti diritto a un certo scetticismo. All’idea che d’improvviso con un po’ d’incentivi, perché le penalizzazioni non si possono mai introdurre, diventiamo un paese moderno sull’uso delle carte di credito mi viene da dire: “Beh, andiamoci piano”. La lotta all’evasione è un termine che tutti amano pronunciare, ma è molto sgradita di fatto alle persone.

Perché?
Tutti amano in astratto la lotta all’evasione ma nessuno veramente vuole realizzarla perché singolarmente si pensa che ci sia un po’ più di convenienza a non pagare le imposte che a pagarle. Fino a che non si rompe questo cerchio è difficile che la lotta all’evasione fiscale sia efficace.

Cosa ne pensa dei green bond che il governo vorrebbe emettere per aumentare gli investimenti nella sostenibilità ambientale?
Non facciamo nazionalismi green. Un’idea del genere deve essere fatta all’interno di una cornice europea. Purtroppo questo è il pedaggio che si paga alla modernissima questione del “green”. Vogliamo vederli questi progetti? Vogliamo dire che cosa si penalizza per migliorare l’ambiente e che cosa si favorisce? Se il governo presentasse un piano dettagliato in cui spiega cosa vuole vietare e cosa vuole incentivare come per esempio l’uso di un tipo di vetture rispetto a un altro allora sarebbe credibile. Indicare così un così è solo un buon auspicio ma mi sembra più una pia illusione.

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