Continua lo scontro tra Pd e Cinque Stelle sugli emendamenti al decreto salva imprese, in fase di conversione di legge al Senato. E in particolare su un punto: la stabilizzazione dei 654 precari di Anpal, l’agenzia per le politiche attive guidata dall’italoamericano Mimmo Parisi e finita nell’occhio del ciclone per aver assunto i 2.980 navigator del reddito di cittadinanza. Parisi e la ministra del Lavoro 5S Nunzia Catalfo vorrebbero stabilizzarne meno di un terzo, gli emendamenti arrivati da Italia Viva e LeU puntano a stabilizzarli tutti. Il passaggio dall’opposizione alla maggioranza, insomma, non sembra essere indolore. Le posizioni del pre governo giallorosso, ora, sono difficili da conciliare con quelle del nuovo governo alleato dei grillini. E la tensione è alta.
In attesa del parere della commissione Bilancio, la discussione degli emendamenti a Palazzo Madama è stata rimandata a oggi. Ma nelle commissioni è andato in scena lo scontro. Il governo ha chiesto ai senatori di Italia Viva e LeU di ritirare gli emendamenti in cui si chiede la totale stabilizzazione dei precari storici di Anpal. E i senatori hanno rimandato la richiesta al mittente. Con l’obiettivo di smontare quello che è il “piano Parisi”, ovvero lo svolgimento di un concorso pubblico per 410 posizioni, di cui solo la metà sarà riservata a chi già lavora in Anpal. In questo modo, sarebbero esclusi dalla stabilizzazione 450 lavoratori su 654. «Una proposta inaccettabile», dicono dal Coordinamento dei precari.
La stessa ministra Catalfo lo scorso 24 settembre aveva promesso ai lavoratori «l’eliminazione del precariato in Anpal servizi». Ma è bastato l’incontro del 3 ottobre con Mimmo Parisi, durante il quale il presidente ha illustrato il suo piano ai lavoratori, per far cambiare posizione alla ministra grillina. E così, nel question time alla Camera del 9 ottobre, in risposta a una interrogazione arrivata dal Pd, Catalfo ha riproposto il piano messo a punto da Parisi. Il professore del Mississippi, con il concorso pubblico, mira ora ad assumere nuove leve nella sua Anpal, come ha già fatto con i quasi 3mila navigator.
E mentre il decreto salva imprese è all’esame del Senato, in nove Regioni ieri i precari di Anpal hanno svolto azioni dimostrative nei centri per l’impiego e nelle sedi delle regioni. Lo stesso Parisi, che ha partecipato all’Employers’ Day di Roma, è stato interrotto da un gruppo di precari di Anpal, che hanno srotolato tra il pubblico uno striscione con lo slogan “Basta operatori precari che ricollocano i disoccupati”. Proprio nel giorno in cui per altri nove di loro è scaduto il contratto a tempo determinato, senza possibilità di rinnovo. Andandosi a sommare quindi ai 29 operatori che da luglio 2018 hanno già perso il lavoro, a causa degli effetti collaterali del decreto dignità «L’anno prossimo parteciperemo a questo Employers’ Day da disoccupati», hanno spiegato i precari.
Nelle stesse ore, una delegazione composta dal Coordinamento dei precari, Clap (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) e sindacati, ha incontrato a Palazzo Madama prima i senatori del Pd Mauro Laus e Tommaso Nannicini, e poi è stata ricevuta dai senatori di maggioranza impegnati nel lavoro delle Commissioni sul decreto salva imprese. Tra di loro anche Loredana De Petris di LeU e Annamaria Parente di Italia Viva, firmatarie dei due emendamenti di maggioranza in cui si chiede di avviare le procedure di stabilizzazione sia per i 29 precari già lasciati a casa sia per tutti gli altri i cui contratti scadranno entro il prossimo settembre. Assente, invece, la senatrice Cinque Stelle Susy Matrisciano, che pure era attesa all’incontro.
Un’assenza sospetta. La spaccatura interna alla maggioranza sulla questione resta. Soprattutto dopo che il governo ha invitato i senatori al ritiro degli emendamenti, senza ricevere conferme. «Non ritiriamo il nostro emendamento al Dl Salva Imprese. Inspiegabile l’opposizione del Ministero del lavoro», dice Loredana De Petris. Lo stesso scrive Annamaria Parente: «Oggi i precari di Anpal hanno manifestato in numerose città italiane. Sono vicina a ognuna di queste persone e mi sento di dire che le loro ragioni avranno voce in Senato, dove proprio in queste ore ci stiamo impegnando per raggiungere l’obiettivo finale: stabilizzare tutti i 654 precari che da anni mettono a disposizione le proprie competenze nell’ambito delle politiche attive». La parola, ora, passa all’aula.