Il tipo più elementare di frode è quello di prendere in prestito dei soldi e non restituirli, o in alternativa comprare qualcosa e non pagare.*** In un’economia moderna, gli uomini d’affari sono costretti a fidarsi reciprocamente per i pagamenti delle fatture e la consegna delle merci come pattuito. Questa caratteristica del commercio nel mondo reale è sorprendentemente assente dai manuali di economia, eppure è centrale. Molti settori sarebbero diversi – quasi irriconoscibili, e di certo incapaci operare nelle loro attuali dimensioni – se tutte le transazioni dovessero basarsi sul pagamento alla consegna. Ogni singolo passaggio nella produzione di questo libro, dall’anticipo all’autore alle condizioni di pagamento della tipografia fino al conto vendita per i librai, dipende dal credito che le imprese si estendono reciprocamente, permettendo che i pagamenti vengano eseguiti quando sono arrivati i soldi per farli.
Stranamente, il credito tra aziende e quello concesso dai fornitori ai loro clienti (e viceversa) non viene sistematicamente incluso nelle statistiche ufficiali. Eppure se si facesse una stima accorta delle sue dimensioni, supererebbe di gran lunga quello relativo al settore bancario: probabilmente meno del 10 percento del credito commerciale è finanziato direttamente da un prestito bancario. E proprio la pratica di accumulare intenzionalmente una buona capacità creditizia, per poi rivelarsi insolventi, è alla base della frode conosciuta come «long firm» o frode sul credito. Eccoci alla prima lezione sui reati commerciali, in cui introdurremo anche il problema chiave, ovvero come individuare e perseguire le frodi. Anche dopo che è stata commessa, e i soldi sono stati rubati, una frode long firm spesso appare come un’attività onesta che è fallita. A differenza di molti altri criminali, i «colletti bianchi» disonesti fanno esattamente le stesse cose dei loro colleghi onesti. A rendere l’operazione un reato è proprio l’intento fraudolento.
Un altro modo di sottrarre denaro attraverso una frode commerciale consiste nell’abusare della fiducia del prossimo sulle procedure di verifica della proprietà e del valore di qualcosa. Anche in questo caso, chi truffa sfrutta il fatto che se nel mondo degli affari si controllasse ogni singolo documento, o si verificasse ogni diritto di proprietà, o si sottoponesse a revisione contabile ogni certificato di qualità, una percentuale enorme di tempo e di sforzi andrebbe persa nel controllo reciproco. L’unica strada sensata per condurre molti tipi di attività prevede che si creda che i documenti siano quello che sembrano, e che attestino quanto dichiarano. Tradire questa fiducia falsificando documenti per certificare false dichiarazioni è il reato di contraffazione. Fermiamoci un secondo sul fatto che, così come diverse tipologie di rapporti fiduciari si consolidano reciprocamente per rendere il commercio più redditizio, anche le diverse tipologie di frode possono rafforzarsi a vicenda. Per una truffa long firm potrebbe per esempio servire un documento falso che attesti una solidità finanziaria che non c’è.
Più un’economia è sofisticata, più tende a separare la funzione di erogazione di capitale a un’impresa dall’attività di gestione e management della stessa. In un’economia di questo tipo, è spesso impossibile (o almeno estremamente inefficiente) per i proprietari ultimi e per i creditori di una società controllare ogni operazione compiuta dai manager che loro stessi hanno assunto. Come chiunque altro, devono contare sulla fiducia. E questa fiducia apre alla possibilità di frodi sul controllo. Una frode sulle attività di controllo è diversa da quelle più semplici, perché i mezzi mediante i quali il criminale si appropria di una somma sono tendenzialmente legittimi – stipendi alti, bonus, stock option e dividendi –, ma questi emolumenti vengono stanziati sulla base di utili fittizi e beni immaginari, e i manager tendono ad assumersi rischi enormemente superiori rispetto a quelli che si prenderebbe un onesto uomo d’affari.
Questo tipo di frode ha caratteristiche di unicità anche perché, almeno a livello potenziale, si tratta di un reato congiuntivo: se tutto va bene, e i rischi che il truffatore si è preso danno i loro frutti, le vittime non si accorgeranno di nulla e il reato non esisterà nemmeno. Esiste anche la possibilità di avviare una frode sul controllo diffusa, in cui i meccanismi del falso profitto, del rischio e dell’appropriazione di denaro si verificano senza che vi sia necessariamente l’agire di un singolo soggetto legalmente colpevole, ma mettendo insieme una serie di incentivi perversi, «criminogeni». In questi casi la distorsione si verifica in modo indipendente dall’agire del singolo individuo.
Eccoci infine al livello più alto di astrazione. Le frodi che abbiamo passato in rassegna sfruttano la rete complessiva di fiducia che sottende l’economia moderna, più che un singolo rapporto. Molte delle azioni non sono neppure reati nel senso tradizionale del termine: non sono intrinsecamente o palesemente disoneste. Nonostante questo, l’esperienza ci ha mostrato che un’economia di mercato funziona meglio quando le persone possono dare per scontato che non saranno fregate. I cartelli, per esempio, o gli anelli di insider trading, sono crimini contro il mercato: la vittima in questo caso è il mercato stesso, non una persona specifica che ha perso una somma accertabile di denaro. I crimini contro il mercato possono essere molto redditizi, ma rendono gli altri attori più riluttanti a concedere quella fiducia che è alla base del buon funzionamento del sistema. Più di altri, questi reati sono in gran parte legati a valutazioni soggettive, convenzioni e pratiche locali – non si tratta quindi di mere azioni criminali. Un crimine contro il mercato palese in una giurisdizione può essere considerato una pratica aggressiva ma legale in un’altra, e una buona prassi commerciale altrove. Una frode long firm ricade chiaramente sotto il comandamento «Non rubare», mentre una contraffazione si lega a «Non dire falsa testimonianza», ma dov’è scritto «Non comprare né vendere titoli se sei in possesso di informazioni privilegiate»? Indagare su questi reati ci porta ad addentrarci nel funzionamento stesso dell’economia moderna, oltre che in quello di alcune tra le truffe più gravi: poiché infatti reati di questo tipo possono avvenire solo all’interno di mercati importanti, tali da avere un proprio quadro giuridico e si tratta spesso di somme enormi.
Non soffermatevi troppo sulla terminologia in nessuno di questi casi – e soprattutto, non aspettatevi che coincida perfettamente con quella della letteratura criminologica. In questa fase siamo più interessati al quadro complessivo e alla modalità di violazione della fiducia in ballo, che diventerà più astratta a ogni passaggio. Se la frode long firm spinge a chiedersi «Posso fidarmi di qualcuno?», una contraffazione ti fa dubitare di quello che hai davanti agli occhi. Una frode sul controllo ti fa mettere in discussione la tua fiducia nella società; un crimine contro il mercato ti fa mettere in discussione la società stessa. Poiché è impossibile gestire un’economia moderna senza questi quattro livelli di fiducia, ecco che la frode è un reato davvero insidioso.
*** «C’è solo una cosa peggiore di vendere qualcosa che non si può vendere, ed è comprare qualcosa senza pagare» diceva il signor Gruber nel Viaggio di Paddington. La descrizione di una frode nel capitolo Paddington va in banca è molto accurata, un’ottima introduzione all’argomento.
da L’arte della truffa. Come le frodi più famose della storia rivelano il funzionamento del nostro mondo, di Dan Davies, ilSaggiatore (2019)