Cin cinIndecisi sul vino per un brindisi? Ecco le migliori dieci etichette d’Italia, secondo Bibenda

Nel mese della vendemmia è sempre difficile riuscire a stilare una lista delle cantine più meritevoli. La guida ufficiale della Federazione Italiana Sommelier ci ha provato: ecco le loro storie

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Non solo vendemmia. Ottobre per il vino è anche il mese delle guide. I giudici specializzati sono stati impegnati nei mesi scorsi negli assaggi. Oggi è il momento di tirare le somme con la rivelazione delle etichette migliori. Ovviamente ogni guida ha la sua filosofia e nessun giudizio può essere mai definitivo. Di fronte a milioni di bottiglie e a centinaia di etichette il compito dei valutatori è difficile ai limiti dell’impossibile. Ma dal mare magnum degli assaggi si coltiva sempre la speranza di riemergere con una lista d’oro dei vini migliori d’Italia. Tra le altre, ci ha provato anche Bibenda – la guida ufficiale della Federazione Italiana Sommelier – con la selezione delle dieci etichette stellari. Scopriamole insieme qui.

Bianko 2017 – Macondo – Marche

La storia di Lorenzo Catasta è quella di un colletto bianco che, superati i quarant’anni, decide di lasciare il lavoro, tra lo sconcerto dei suoi cari, per lavorare nella cantina picena Oasi degli Angeli di Marco Casolanetti ed Eleonora Rossi. Dal 2016 comincia a gestire due minuscoli vigneti a Cupra Marittima e a Montefiore dell’Aso per produrre un bianco da uve tradizionali della zona: il trebbiano e il pecorino. Il progetto è ambizioso, il risultato sembra è eclatante al punto da lanciare la bottiglia di Bianko nell’empireo della viticoltura nazionale. Il vino, non filtrato, proviene da uve trebbiano (60%) e pecorino (40%) dopo una fermentazione in barrique di 40 giorni e una maturazione di 18 mesi. Il colore è giallo dorato. I profumi sono variegati di spezie ed erbe aromatiche con una delicata nota di pietra focaia. In bocca è ampio e poderoso, ma allo stesso tempo affilato ed elegante. Dinamico e armonico allo stesso tempo, con una lunghezza impressionante. Vino dal carattere straordinario.

Etna Bianco A’ Puddara 2017 – Tenuta di Fessina – Sicilia

La cantina di Silvia Maestrelli, arrivata in contrada Rovittello (Etna Nord) nel 2007, è una perla di eleganza: un piccolo borgo enoturistico pensato per un’accoglienza di classe nelle stanze ricavate dall’antico palmento. Ovviamente, il cuore dell’azienda sono le vigne di nerello mascalese e nerello cappuccio. L’Etna Bianco doc “A’ Puddara” è invece un cru di uve carricante in purezza, provenienti dalla zona di Milo sulla zona est dell’Etna che dall’altro domina la valle e il mare Ionio. Le uve sono coltivate a 900 metri di altitudine: nel calice possiamo apprezzare un autentico vino di montagna capace di coniugare aromi mediterranei e freschezza nordica. Giallo paglierino brillante e luminoso, con riflessi verdognoli. Al naso profumi di fiori leggermente appassiti, di pietra focaia e di erbe aromatiche. Al palato è rigoroso e delineato, dotato di una buona freschezza e con una persistenza piacevolmente affumicata. Un vino equilibrato che rappresenta benissimo i bianchi dell’Etna. Da provare con un bel tortino di pesce spada.

Radix 2015 – Casale del Giglio – Lazio

Un Bellone evoluto dal nome “Radix” affinato in barrique e in anfora. Ecco una delle ultime (vincenti) novità di Casale del Giglio, un’azienda che non finisce di stupire. Prima le profonde radici – appunto – nel territorio di Amatrice, dove, dal 1914, la famiglia iniziò la propria storia nel commercio di vino. Oggi Antonio Santarelli ha letteralmente inventato una cantina in una terra quasi completamente vergine in provincia di Latina. Dapprima, come voleva la moda del tempo, con l’impianto di vitigni internazionali. Da pochi anni con progetti volti a valorizzare il grande patrimonio degli autoctoni laziali, dalla Biancolella al Cesanese al Bellone. Casale del Giglio ha così recuperato alcuni filari di vecchie vigne di Bellone su piede franco, poste proprio in questi areali, di proprietà di anziani viticoltori. Tralci rimessi a dimora, sui quali sono stati sviluppati specifici progetti proprio perché è considerata una varietà di pregio dalle grandi potenzialità: uva dalla buccia piuttosto spessa che conferisce ricchezza in termini di profumi e di intensità gustativa.

Alto Adige Sauvignon The Wine Collection 2016 – San Michele Appiano – Alto Adige

La Cantina San Michele Appiano si trova nel cuore del più importante comune vitivinicolo dell’Alto Adige. I terreni hanno caratteristiche ideali per la produzione di grandi uve che poi vengono trasformate con cura. Fondata nel 1907, la Cantina raccoglie oggi circa 330 famiglie di viticoltori. Questo Alto Adige Sauvignon DOC è il primo vino che firma la collezione di pregio chiamata “The Wine Collection”. Una produzione caratterizzata dalla tiratura limitatissima, in cui i vari vitigni – in questo caso il Sauvignon – raggiungono alte vette qualitative. Colore paglierino limpido e lucente. Al naso un ampio ventaglio di sentori con note fruttate, erbacee e vegetali, che si sviluppano su un sottofondo minerale e speziato. In bocca è sofisticato, profondo ed espressivo, giocato su un sorso di spessore alimentato da una vena fruttata molto persistente. Ottimo con i piatti di pesce importanti, da provare anche con piatti elaborati di pollo e di coniglio. L’etichetta raccoglie il plauso della critica nazionale e internazionale con valutazioni eccellenti.

Rossese di Dolceacqua Superiore Poggio Pini 2017 // Tenuta Anfosso // Liguria

Il Rossese di Dolceacqua Superiore “Poggio Pini” è un vino rosso intenso e dotato di elegante freschezza prodotto a Soldano, nella provincia di Imperia, in Liguria. Risultato di uve Rossese in purezza, nasce nel vigneto cru “Poggio Pini” che ha esposizione sud-est, con una pendenza di circa il 60%. Le viti, che arrivano anche a 100 anni di età, sono allevate con il metodo ad alberello su terreni caratterizzati da suoli argilloso-calcarei.Il “Poggio Pini” è prodotto con uve vendemmiate a mano e selezionate con attenzione verso la metà di settembre. Il vino resta in affinamento per circa 12 mesi in tini di acciaio e per ulteriori 6 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.Colore rosso rubino profondo. Odori di frutta rossa e frutti di bosco, note floreali di rosa, di gelso e di erbe aromatiche, sentori speziati di pepe bianco, tabacco e cannella. In bocca è morbido, vellutato e di buon corpo. Ha una spiccata freschezza e offre una nota salina e un finale leggermente amarognolo. La cantina conta su poco più di 4 ettari vitati gestiti da Alessandro Anfosso, vignaiolo esperto e mite.

Valpolicella Superiore Vigneto di Monte Lodoletta 2013 – Romano Dal Forno – Veneto

Il Valpolicella Monte Lodoletta di Romano dal Forno nasce in vigneti situati nel comune di Lodoletta, in provincia di Verona. È prodotto con uve Corvina (70%), Rondinella (20%), Oseleta (5%) e Croatina (5%), raccolte unicamente a mano verso la fine di settembre. La fermentazione avviene in vasche di acciaio inox alla temperatura controllata di 28°C per 15 giorni. Successivamente il vino affina in barrique per 36 mesi e per ulteriori 24 mesi in bottiglia.È caratterizzato da un colore rosso rubino intenso. Al naso si apre con un intenso bouquet, con sentori di frutti rossi maturi, arricchiti da piacevoli note di noci e mandorle. Al palato risulta armonico e piacevolmente vellutato, con tannini importanti e un delicato finale di frutta sotto spirito. Perfetto per accompagnare ragù di carne e selvaggina, è ideale in abbinamento ad arrosti, carni in umido e formaggi stagionati.

Montefalco Sagrantino Chiusa di Pannone 2012 – Antonelli San Marco – Umbria

Il Sagrantino di Montefalco è un vitigno difficile da gestire ma spettacolare per i risultati che può raggiungere. Come nel caso del “Chiusa di Pannone” di Antonelli, proveniente da uno dei cru più importanti del territorio di Montefalco, un vino di rara profondità e spessore, dalla struttura imponente. Capace di evoluzione può restare conservato per decenni: ecco perché consigliamo di assaggiarlo più volte con il passare del tempo, magari anche a distanza di anni, per godere appieno del su straordinario invecchiamento.Rosso rubino intenso tendente al granato, al naso esprime grande intensità, con note di mora sotto spirito e marasca arricchite da un sottofondo balsamico e speziato. In bocca è fruttato, fresco, con una trama tannica intensa. Il finale ritorna sul frutto, con una ottima persistenza.Potente e strutturato, il “Chiusa di Pannone” di Antonelli è Sagrantino di Montefalco che cerca abbinamenti con piatti altrettanto importanti. Un brasato di bue grasso, magari cotto proprio nel Sagrantino.

​Barolo Monfortino Riserva 2013 – Conterno – Piemonte

Quotazioni stellari sul mercato dei vini per il mitico Monfortino. Roberto Conterno, profeta di questa azienda dalla reputazione leggendaria, continua un meticoloso lavoro di ricerca per confermare o, addirittura, superare i livelli qualitativi raggiunti che sono già siderali. Siamo di fronte a un grande protagonista del vino piemontese (e italiano). Il Barolo Riserva “Monfortino” prende vita dal mitico vigneto Francia, il cru più meridionale di Serralunga d’Alba. La caratteristica di questo cru è la matrice calcarea, che dona ai vini un alto grado di salinità. In cantina, ciascuna parcella viene vinificata separatamente, con una lunga macerazione di ben 5 settimane. La fermentazione viene svolta in tini troncoconici di legno austriaco, prodotti dalla Stockinger: un legno di altissima qualità, senza alcuna tostatura, al fine di lasciare intatte le qualità del mosto.Il lungo periodo di affinamento, effettuato sempre in botti di legno di varia dimensione ed età, di regola dura per 7 anni. Ma dopo tanta attesa avrete nel calice un capolavoro di finezza ed eleganza.

Moscato d’Asti Lamoscata 2018 – Mongioia – Piemonte

Tra le colline che circondano Santo Stefano Belbo, si trova la cantina di Riccardo e Maria Bianco. Sono eredi di almeno sei generazioni di moscatisti. L’ultimo nato è La Moscata (così veniva chiamata l’uva un tempo). Le uve Moscato Bianco provengono da vigneti con un’età media di 60 anni piantati su un terreno fatto di limo, argilla rossa e marne. Vino innovativo in quanto affinato in anfora, contenitore che consente una buona ossigenazione, senza trasmettere sapori, permettendo di avere un prodotto più fedele al terroir. Il risultato è unico. Nel calice, il colore è giallo dorato chiaro con fini e persistenti bollicine. Profumi di frutta esotica, cenni floreali e una punta balsamica di citronella. Il sorso è pieno, armonico con la nota dolce ben equilibrata da freschezza e carica aromatica. E per l’abbinamento consigliamo di non fermarsi ai dolci da forno a pasta lievitata: questo Moscato può essere accompagnare alcune preparazioni della cucina di mare o a piatti esotici, specialmente se fatti con ingredienti crudi e frutta fresca. Ottimo con la mozzarella di bufala.

I Capitelli 2016 – Anselmi – Veneto

Solo uve Garganega per questo passito bianco dolce. I vigneti sono ubicati a Monteforte e Soave (Verona) su suoli di origine vulcanica e calcarea: da qui deriva la grande sapidità e mineralità del vino. Grazie alla concentrazione zuccherina e ai sentori tipici del vitigno la Garganega riesce a esprimersi bene anche nella produzione di vini passiti. Dopo la vendemmia dei grappoli in piena maturazione, le uve in cassette sono messe ad essiccare nei fruttai, camere ventilate in cui gli acini si ridurranno di volume perdendo l’acqua e concentrandosi in zuccheri. La vinificazione avviene verso dicembre dello stesso anno della vendemmia. Il mosto fermenta in piccole botti di rovere per 8 mesi prima dell’imbottigliamento e dell’affinamento in vetro. Nel calice si presenta il colore è dorato e luminoso con riflessi d’ambra. I profumi ricordano albicocca in confettura, miele di zagara, scorza di arancia e fichi secchi, elegantemente fusi con la frutta secca e la crema pasticciera al limone. Al palato è suadente senza divenire stucchevole. La morbidezza resta in equilibrio con la freschezza. Lungo e minerale il finale.