Parola al lavoroPer Andrea Malacrida (Adecco), il decreto dignità non serve a far entrare le persone nel mondo del lavoro

Videointervista al Country Manager di The Adecco Group Italia: «Si tratta di un provvedimento che ha inasprito la rigidità all’interno dei mercati, in un momento di rallentamento economico»

Non più occupazione ma occupabilità: è questo il concetto chiave per il mondo del lavoro di oggi e soprattutto di domani. Formazione costante e un check delle proprie competenze sono il punto di partenza per mettersi in gioco nel mercato professionale e puntare su quelle che sono le competenze da acquisire coltivare. Ne parla il Country Manger del Gruppo Adecco in Italia, Andrea Malacrida, a margine del suo intervento al panel “Feed Your Future“ all’interno de Linkiesta Festival che si è svolto a Milano l’8 e il 9 novembre 2019.

Giudizio negativo sul decreto dignità, a poco più di dodici mesi dalla sua introduzione nel nostro Paese: «Si tratta di un provvedimento che ha inasprito la rigidità all’interno dei mercati, in un momento di rallentamento economico», spiega l’amministratore delegato. «Oggi il periodo di formazione in azienda non può superare i dodici mesi. Questo porta le aziende stesse ad accelerare le assunzioni in un modo prematuro, oppure a sostituire le risorse al termine di questo lasso temporale. Con ovvie ripercussioni negative anche per i lavoratori».

Anche il reddito di cittadinanza, per il numero uno del Gruppo Adecco, si è rivelato un flop. «È stato costruito dai non addetti ai lavori e questo si vede. Si è puntato solo sul sostentamento economico delle persone. Senza aiutarle in nessun modo a entrare o a rientrare nel mondo del lavoro».

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