Si avvicina la notte dell’ultimo dell’anno. È il momento di scegliere un grande vino per accompagnare le pietanze del cenone del 31 dicembre con gli amici più cari. Qualche ritardatario deve ancora fare un regalo importante prima dello scoccare della mezzanotte. In entrambi i casi non conviene indugiare. Meglio scegliere una grande etichetta, capace di lasciare un segno indimenticabile. Magari ci costerà un po’, ma ne sarà valsa la pena. Ecco qui di seguito una lista di dieci vini eccellenti, vere e proprie icone dell’enologia del nostro paese. La fine dell’anno è certamente il momento giusto per regalarle o condividerle. E allora… prosit e felice anno nuovo!
Marisa Cuomo Fiorduva Costa d’Amalfi Furore Bianco DOC 2017
Fiorduva è un bianco affascinante, capace di incarnare la primordiale bellezza della Costiera Amalfitana. Deriva da un assemblaggio di uve autoctone della Campania dai nomi sconosciuti e stravaganti: fenile, ginestra e ripoli. I vigneti si trovano nel comune di Furore, sede della cantina, e in quelli limitrofi. I terreni, sabbiosi e calcarei, molto ricchi di minerali, si affacciano sul Golfo di Salerno, lungo i fiordi che percorrono la costa fino ad Amalfi. Le viti, sostenute da pali di castagno secondo il sistema di allevamento a pergola, sono cosiddette “a parete”, ossia spuntano in orizzontale dai muretti a secco. Qui è corretto parlare di viticoltura eroica. Le uve sono raccolte manualmente, la fermentazione dura 3 mesi, in barriques di rovere, con inoculo di lieviti selezionati. Colore dorato profondo e lucente. Il bouquet di profumi è intenso e vario: albicocca e pesca, fiori di ginestra e di salvia, con sfumature di frutta esotica e candita. In bocca è ricco, pieno e morbido, ma sostenuto da una vigorosa mineralità. Vino elegante, uno dei migliori in Italia. Si abbina a piatti di pesce nobile o di grandi crostacei.
Rosa-ae Torre dei Beati Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2018
Il Cerasuolo d’Abruzzo, realizzato con uve Montepulciano, è una delle massime espressioni dei vini rosa italiani. Bisogna ricordare infatti che l’Abruzzo è tra le regioni più vocate per la produzione di questa tipologia di vini insieme con l’area del Garda, nota per il Chiaretto, e il Salento, celebre soprattutto per i rosati da Negroamaro. Il Rosa-ae di Torre dei Beati, azienda sita a Loreto Aprutino in provincia di Pescara, è appunto una versione davvero ben riuscita del Montepulciano vinificato in rosa. È ottenuto per metà da un salasso di vino rosso e per metà da soffice pressatura delle uve non diraspate. Fermentazione e affinamento avvengono in acciaio. Colore cerasuolo brillante. Il profilo olfattivo è caratterizzato da profumi di fragola, melograno, ciliegia e rosa. Il gusto è fresco, equilibrato e minerale. Buona persistenza finale. Versatile negli abbinamenti, accompagna antipasti misti all’italiana, primi piatti con salse, carni bianche e pesce. Perfetto l’abbinamento regionale con il brodetto alla vastese. Nata nel 1999, l’azienda è da sempre a conduzione familiare e dedita all’agricoltura biologica. Produce anche ottimi vini da uve Trebbiano e Pecorino.
Don Anselmo Paternoster Aglianico del Vulture Doc 2016
Dedicato alla memoria del nonno fondatore, rappresenta le radici e la continuità della famiglia Paternoster titolare della cantina che, con i suoi cento anni di storia, ha saputo interpretare il territorio lucano con chiarezza e coerenza. I vini si distinguono per la elegante personalità, l’impostazione tradizionale, la longevità. Le uve provengono da piccole e vecchie vigne del comune di Barile, in provincia di Potenza, poste a 600 metri s.l.m. e dalle rese bassissime (35/40 quintali per ha.). L’affinamento si svolge in botte grande di rovere di slavonia per il 50% ed in barriques francesi per il restante 50%. Colore rubino profondo, quasi impenetrabile. Grande complessità al naso con note sulfuree e profumi di ribes, mirtilli, cacao, cuoio e spezie dolci. Il sorso è caldo, asciutto, di grande struttura ed eleganza. Finale lungo e persistente. Pensato per essere longevo, accompagna bene le carni rosse e quelle di agnello. Un grande vino che bene rappresenta l’area del Vulture.
Casanova di Neri Cerretalto Brunetto di Montalcino DOCG 2013
Dal Rosso di Montalcino al Brunello, i vini di Casanova di Neri sono unici e riconoscibili, potenti e al tempo stesso eleganti. La cantina è tra i riferimenti principali della denominazione. Fondata nel 1971 da Giovanni Neri, uomo che intuì le grandi potenzialità del territorio, l’azienda è passata nelle mani del figlio Giacomo nel 1991. Il re delle vigne – 63 ettari vitati in tutto – è il Sangiovese grosso con piccole percentuali di Colorino, Cabernet Sauvignon, Vermentino e Grechetto. I vigneti sono divisi in sette distinti appezzamenti che esaltano la diversità di suolo, esposizioni e microclima. Il Brunello di Montalcino che segnaliamo qui è un grande classico: grande carattere, fine, profondo ed elegante. Il colore è rosso rubino con riflessi granati. Al naso sviluppa sentori di marasca, viola mammola e frutti rossi. In bocca si esprime con una grande finezza. Lungo, elegante, pieno e straordinariamente gustoso, chiude con un finale di grande persistenza, sul frutto. Perfetto l’abbinamento a carni rosse, cacciagione, brasati e formaggi stagionati.
Burlotto Barolo Monvigliero DOCG 2015
La Burlotto è un’azienda storica che in questi ultimi anni ha intrapreso un percorso qualitativo importante. Nella seconda metà dell’Ottocento, Giovan Battista Burlotto, uomo dalle eccellenti qualità imprenditoriali, decise di acquistare parte del Bricco Monvigliero a Verduno per produrre vino di qualità. Burlotto introdusse la pratica di vendere vino imbottigliato con il nome della sua tenuta (alla maniera dei castelli francesi) in un’epoca in cui era consuetudine vendere vino in botte. La cantina è oggi sotto la direzione della nipote di Burlotto, Marina, e di suo marito, Giuseppe Alessandria, e del figlio Fabio. La tenuta è composta da oltre 12 ettari, quasi 10 dei quali sono situati nel comune di Verduno, il sito del famoso cru Monvigliero, che è noto per la sua posizione interamente a sud e il terreno di marna bianca. Il Monvigliero di Burlotto è il vino simbolo della tenuta. Dei restanti 2,4 ettari, una buona parte si trovano nel famoso vigneto Cannubi di Barolo: il suo posizionamento, alla maniera di un grand cru della Borgogna, non è mai diminuito.
Salento Primitivo IGT “Es” 2017 Gianfranco Fino
“L’Es è secondo Freud il principio del piacere… la passione sfrenata, l’impeto che non si può controllare, insomma la pura irrazionalità applicata alle emozioni”. Gianfranco Fino definisce così il campione della sua cantina. Difficile resistere a questa presentazione. E il vino non smentisce affatto questa introduzione. Un Primitivo del Salento che non può lasciare indifferenti. Mix di concentrazione di materia e di eleganza al palato, l’Es è il risultato di un’attenta selezione dei grappoli raccolti dalle viti ad alberello dopo un leggero appassimento in pianta, vinificato in acciaio e lasciato maturare per nove mesi in barrique di primo e secondo passaggio. Colore rosso scuro, ampio e avvolgente bouquet che mescola frutta matura, anche in confettura, mirto, ciliegie, prugne, spezie orientali, cacao e caffè. Il sorso è pieno e generoso con un retrogusto agrumato e un equilibrio tra il calore e l’acidità. Finale morbido, lungo e fruttato. Ottimo per accompagnare grandi piatti di carne rossa, alla griglia o in umido. Un perfetto interprete della viticoltura di Manduria.
Quintarelli Amarone della Valpolicella Docg Classico 2011
Quintarelli è una vera e propria leggenda nel mondo dell’Amarone. L’azienda si trova sulle colline di Negrar dove i vigneti si alternano agli uliveti e ai ciliegi. Produce l’Amarone solo in annate eccezionali: per gli appassionati è un vino da collezione. Per realizzarlo vengono utilizzate principalmente uve Corvina (55%) e Rondinella (25%) con percentuali variabili di Cabernet Sauvignon, Croatina, Nebbiolo e Sangiovese. La vendemmia che avviene da metà settembre a inizi ottobre. I vari passaggi della lavorazione sono accurati e lenti. Le uve sono disposte su graticci per l’appassimento e la muffa nobile compare tra fine novembre e inizio dicembre. Il vino matura per ben 7 anni in botti medio-grandi di rovere di Slavonia. Il risultato è un vino maestoso, dal colore intenso, dai profumi complessi ed eleganti, dal sorso pieno, caldo, armonico, equilibrato, tannico.
Perfetto per primi piatti a base di tartufo, carne arrosto-grigliata, brasati, stracotti e selvaggina da pelo, formaggi stagionati. Offre il suo meglio dopo anni e non teme il trascorrere del tempo.
Dario Coos Picolit – Colli Orientali del Friuli Docg 2016
Il Picolit è una varietà friulana autoctona conosciuta da almeno due secoli. Anche la storia della cantina risale agli inizi del XIX secolo, quando la famiglia Coos produceva vino sulle colline di Ramandolo. Adesso l’impresa enologica può contare su moderni impianti vitati e su locali di vinificazione all’avanguardia, ma sempre nel rispetto delle più antiche tradizioni locali. I dieci ettari di vigne si trovano nel comune di Nimis, in provincia di Udine, arrampicati su terrazzamenti quasi impossibili, e impiantati su terreni marnosi e calcarei, tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare. Tra le principali varietà vitate c’è proprio il Picolit da cui proviene questo prodotto di grande pregio. Colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Il naso percepisce la pesca, i fiori di campo e l’acacia oltre che sentori di miele. In bocca è raffinato, setoso, morbido con una forza minerale che dona equilibrio. Vino da meditazione e da dessert, ma si può giocare come raffinato e insolito aperitivo e sposarsi con formaggi erborinati e fois gras.
Terminum Gewürztraminer Vendemmia tardiva Alto Adige DOC 2016 Cantina Tramin
Simbolo dell’Alto Adige vitivinicolo, la cantina cooperativa Tramin raggruppa i tanti viticoltori della zona di Termeno e del Lago di Caldaro dal 1898 coniugando tradizione e qualità: oggi può contare su trecento soci conferitori. Tramin realizza una linea di vini completa – dal Pinot Grigio alla Schiava, dal Lagrein al Müller Thurgau – dallo spiccato carattere varietale e dalla personalità sempre netta. Sono numerose etichette, tutte eccellenti: quando si dice l’imbarazzo della scelta.
Per questa lista abbiamo scelto Terminum, realizzato con le uve Gewürztraminer dei vigneti di Sella, a 400-500 metri s.l.m. Le uve sono raccolte nel mese di dicembre, in surmaturazione, per favorire la concentrazione degli zuccheri e lo sviluppo della muffa nobile. Macerazione di 12 ore e fermentazione e maturazione in barrique di rovere francese. Il colore è dorato brillante, il bouquet olfattivo offre profumi di frutta a polpa gialla e di fiori bianchi, con sfumature di miele e cannella. Il gusto è morbido, rotondo e avvolgente. Finale persistente, elegante e armonioso. Si abbina con la pasticceria secca, le macedonie e la frutta secca. Ottimo con formaggi erborinati e foie gras.
Ben Ryé Donnafugata – Passito di Pantelleria Doc 2016
Lo zibibbo (detto anche Moscato d’Alessandria) è un’uva straordinaria che fa di Pantelleria la capitale dei passiti. Il Ben Ryé è quasi unanimemente riconosciuto come il miglior vino dolce italiano. Le uve provengono da diverse contrade dell’isola, celebre per la sua viticoltura eroica basata su terrazzamenti, muretti a secco e vigne plasmate dal vento. Il processo di appassimento naturale al sole e al vento, su graticci, dura 3-4 settimane e ha come obiettivo la concentrazione di zuccheri e di aromi. Colore giallo ambrato, il passito di Donnafugata offre una intensa varietà di profumi mediterranei: albicocca e pesca, fichi secchi e miele, erbe aromatiche e note minerali. Una solarità che si riverbera nel sorso che è allo stesso tempo dolce, sapido e morbido, con un finale lungo, sontuoso e avvolgente. Capace di un lunghissimo affinamento in bottiglia, il Ben Ryé è ideale per accompagnare formaggi erborinati o stagionati e foie gras. Ottimo ovviamente sui dolci di ricotta e sulla pasticceria secca tipici della cucina siciliana. Donnafugata, fondata negli anni ’80 da Giacomo Rallo, è tra le protagoniste del successo internazionale della Sicilia del vino.