La tabella di marcia chiama a rapporto tutti i buoni propositi dei due partiti al governo. Pd e Cinque Stelle sono di fronte allo stress test più impegnativo da quando l’esecutivo giallo-rosso è al potere: prescrizione, legge elettorale, taglio dei parlamentari, elezioni regionali e bilanci finanziari possono essere detonatore o deterrente. Un bivio al quale, per l’ex segretario del Pd Maurizio Martina, le due forze si presentano dopo una cavalcata affrontata con «il passo giusto, alla quale si tratta di imprimere un’accelerazione a partire da alcuni temi strategici prioritari per il Paese».
Maurizio Martina, come valuta fin qui l’operato del governo Pd-M5s?
Il governo ha iniziato a lavorare a settembre e ha dovuto immediatamente affrontare la sfida difficile della legge di bilancio con il blocco degli aumenti Iva. Questo obiettivo è stato raggiunto e non era per nulla scontato. Nella legge di bilancio ci sono poi anche misure per l’equità e la crescita che aiuteranno come l’abolizione del superticket, il taglio del costo del lavoro, il rifinanziamento di impresa 4.0. Il passo è quello giusto. Ora si tratta di imprimere un’accelerazione a partire da alcuni temi strategici prioritari per il Paese.
C’è chi accusa il Pd di non aver portato a termine nessuna proposta propria, ma solo di aver assecondato l’alleato di governo e il retaggio del Conte1…
Non sono d’accordo. Il Pd sta facendo la sua parte in modo serio. In un governo di coalizione ci si confronta, si propone e si trova la sintesi. Il Pd sta lavorando su alcuni fronti cruciali: la qualità del lavoro, lo sviluppo sostenibile e una nuova idea di politiche per l’impresa, la tutela dei redditi, servizi decisivi come scuola e sanità.
Condivide la linea intrapresa da Zingaretti e dal Pd a livello nazionale?
Ho fatto il segretario nazionale e so bene quanto sia delicato questo lavoro. Ho condiviso le scelte fatte fino a qui e tutti siamo impegnati a dare una mano. Il salto di qualità necessario ora per la nostra azione riguarda ciascuno di noi.
Quali devono essere le priorità dell’esecutivo?
Continuo ostinatamente a chiedere che il cuore della sfida sia centrato sulla questione giovanile italiana. Ci sono quasi dieci milioni di ragazzi tra i 20 e i 34 anni che possono e devono diventare i protagonisti del futuro del paese ma bisogna mettere loro nelle condizioni di poter giocare questa responsabilità. Io partirei da loro e di conseguenza attrezzerei un progetto in grado di affrontare le priorità: educazione permanente e capitale umano, lavoro di qualità e pagato giustamente, sostenibilità dello sviluppo, lotta alle rendite, Stato più semplice. E dunque anche scelte precise: salario minimo per chi non ha contratto, parità salariale, nuove tutele per gli autonomi, scuole e università al centro degli investimenti, assegno unico per le famiglie con figli, riforma fiscale contro le rendite.
Può esserci un dopo nel caso di sconfitta nelle regionali in Emilia Romagna e Calabria?
Sono fiducioso per le prossime elezioni regionali. Bonaccini e Callipo sono due candidature forti e radicate e interpretano nei loro territori idee convincenti per il futuro dei propri concittadini. Non si fanno di certo sostituire da leader nazionali nella sfida elettorale come invece avviene a destra.
Secondo lei, c’è bisogno di rifondare il Pd?
Più che di una rifondazione io sono dell’idea che il Pd debba mettere a disposizione tutte le sue energie per un nuovo progetto dei progressisti e dei democratici. Nel paese ci sono tante persone che stanno aspettando la possibilità di partecipare e impegnarsi, il nostro compito è creare le condizioni perché lo facciano a partire da un’idea condivisa del futuro del Paese, da una visione forte della società italiana esplicitando i valori riferimento e costruendo le necessarie coerenze nelle proposte e nei comportamenti di ogni giorno.
È un endorsement per i rappresentati delle sardine?
Penso che il tema non sia questo. Bisogna essere più ambiziosi. Ciascuno porti con la sua autonomia e la sua libertà idee e persone al servizio di una nuova prospettiva per il Paese.
Prescrizione, immigrazione e nodi finanziari sono gli scogli contro cui si potrebbe schiantare il governo. Può durare questa alleanza?
Spero duri e spero faccia emergere sempre di più un’ambizione comune verso il futuro del Paese, uscendo dalle logiche esasperate delle polemiche autoreferenziali che ancora troppo spesso ci impegnano in dibattiti che capiamo spesso solo noi.