Samantha Cristoforetti ha lasciato ieri l’Aeronautica italiana, un addio formalizzato con una breve cerimonia nella base di Istrana che recide ogni rapporto istituzionale tra l’astronauta e il nostro Paese. AstroSamantha d’ora in poi resiederà in Germania, si preparerà alla prossima missione spaziale con le mostrine dell’Agenzia Spaziale Europea, non vestirà mai più la divisa azzurra: perdiamo non solo una riconosciuta competenza ma una figura che ha ispirato migliaia di ragazze con la sua carriera apparentemente impossibile, donna, pilota, astronauta, record-woman di permanenza nello spazio (199 giorni in orbita, superata solo dalle americane Christina Koch e Peggy Whitson). Perché sia successo è “ufficialmente” un mistero, ma una credibile ricostruzione di Repubblica parla da quarantott’ore di dimissioni firmate per amarezza e ribellione a decisioni non condivise e scarsamente motivate. La storia in due righe: all’ultimo meeting ministeriale europeo di Siviglia, in novembre, l’Italia si sarebbe presentata con un assegno da 2,3 miliardi di euro chiedendo in cambio all’Esa un’occasione di volo non per Samantha ma per un altro astronauta, Walter Villadei. L’Esa ha scelto comunque la Cristoforetti ma lei ha deciso di reagire al mancato sostegno nei suoi confronti. Non mi vogliono? Me ne vado.
C’è senz’altro un aspetto politico in questa vicenda, legato al sistema di relazioni che in Italia governa un po’ tutto, persino la designazione di un astronauta. Gli insider del settore raccontano che Samantha non ci ha mai lavorato molto, è bravissima e convinta che può farsi strada anche da sola (come il verdetto dell’Esa in fondo conferma). Il suo competitor, Villadei, sembra più attrezzato sotto questo punto di vista. I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno investito moltissimo su di lui, al punto che si favoleggia di un piano del Conte Primo per organizzare una missione congiunta con la Russia completamente finanziata dall’Italia: il protagonista avrebbe dovuto essere proprio Villadei (che si è formato come astronauta a Mosca). Poi saltò tutto per i costi esorbitanti del progetto. Ma Villadei ha ottenuto anche un ruolo non secondario nell’Ufficio Generale per lo Spazio istituito nel 2017 dall’Aeronautica militare, quello che definisce la policy nel settore e presiede alla selezione degli astronauti italiani. Insomma, è un bravissimo pilota – lo sono tutti, a quel livello – ma anche un “investimento protetto” delle catene di comando militari e politiche.
Tuttavia quel che colpisce in questo retroscena – non smentito, nonostante circoli da giorni, e quindi sia senz’altro credibile – è il prezzo altissimo che l’Aeronautica e in generale l’immagine italiana pagano per un pressing che neanche è andato a buon fine, per un’operazione a resa zero. Probabilmente nessuno si aspettava che Samantha Cristoforetti reagisse sbattendo la porta al tentativo di metterla da parte. Forse immaginavano che avrebbe silenziosamente preso atto di una scelta “politica”, semmai ripromettendosi di coltivare meglio le sue relazioni e i suoi rapporti di potere. Invece ha abbandonato il gioco con la nettezza di posizioni che solo una grandissima può permettersi. In un tweet di spiegazione Cristoforetti ha avuto modo di esprimere, con eleganza e senza polemiche, il suo disaccordo con alcune scelte delle forze armate.
Anche questo la rende modello di eccellenza, anomalia assoluta e luccicante nel conformismo che affligge il nostro Paese, ispirazione per tante. Grazie all’Esa la rivedremo a breve nello spazio, avrà una nuova divisa, continuerà a parlarci di impegno, capacità, coraggio, a dimostrarci che si può coltivare un progetto di vita anche senza sottomettersi alla logica delle cordate. E chissà che la sua vicenda – scartata dall’Italia, ripescata dall’Europa – non possa costituire un ammonimento molto pratico per il Sistema Italia, che continua a parlare di merito ma non riesce a coltivarlo neppure al top di una professione ultra-specialistica, dove ci sarebbe solo da guadagnare a promuovere la capacità.
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Pubblichiamo la replica di Walter Villadei che chiarisce la sua posizione sulle dimissioni di Samantha Cristoforetti (con replica de Linkiesta)
Il Tenente Colonnello dell’Aeronautica militare chiarisce che non c’è stata alcuna correlazione tra l’addio dell’astronauta e il percorso dell’Ufficiale, né competizione tra i due. Si tratta di un professionista che si è addestrato duramente. Ma l’articolo non ha mai messo in dubbo le sue capacità
Non risulta alcuna correlazione tra le dimissioni della Cristoforetti e il percorso del T.Col Villadei in AM. Tantomeno competizione tra i due Ufficiali: infatti, alla Ministeriale 2019, il Governo italiano ha chiesto un secondo volo in quota ESA per Cristoforetti senza richiedere alcuna occasione di volo per Villadei, in attesa della prima dopo dieci anni di addestramento, né tantomeno presentando un’offerta economica! Altro che pressione militare o aiuto politico! Si tratta invece di un professionista che si è addestrato duramente. Lo stesso ha conseguito successi unanimemente riconosciuti! Qualificato nel 2007 da ESA come istruttore. Nel 2008 e 2009, ha svolto una prima fase addestrativa presso il centro russo Yuri Gagarin, la Città delle Stelle. Ha conseguito la qualifica di cosmonauta nel 2012, con il massimo dei voti; quella avanzata a fine 2015 e il mantenimento delle abilitazioni a fine 2019. La reputazione internazionale dell’Italia non solo non è mai stata lesa ma semmai rafforzata dall’operato del T.Col Villadei, che ha conseguito eccellenti risultati, a livello nazionale e internazionale, assolvendo tutti i compiti assegnati: in ASI, come membro del CTS, in AM come Capo Ufficio e in ambito Commissione Europea, come delegato nominato dalla Presidenza del Consiglio. Infine, non è affatto vero che Villadei seleziona astronauti.
Avv. Felice Scotto Avv. Elena Lepre Avv. Sergio Nocerino
Rispondono Flavia Perina e Linkiesta
L’articolo non ha mai messo indubbio le capacità del T. Col Villadei, che anzi veniva definito nel pezzo «un bravissimo pilota», né ha in alcun modo attribuito all’operato del medesimo danni alla reputazione del nostro Paese: pubblichiamo volentieri questa precisazione perché conferma l’esistenza di molteplici eccellenze italiane nel settore aerospaziale. Quanto alle osservazioni sul prezzo “di immagine” pagato dall’Aeronautica a seguito dell’addio di Samantha Cristoforetti, attengono al diritto di opinione: libero chiunque di giudicarli inesistenti, liberi noi di pensare e scrivere il contrario.