L’originalità delle linee che si sposa con la produzione in serie, dando vita ad una vera e propria poesia industriale, melodia della macchina e genio dell’oggetto. Se Milano poteva già vantarsi di essere la capitale del design italiano, adesso ha un motivo in più per farlo: l’apertura prossima (a giugno 2020) dell’ADI Design Museum, luogo di incontro tra la creatività dei progettisti e l’intelligenza produttiva delle aziende, che prenderà sede nell’ex area industriale di Via Ceresio 7, a pochi passi dal Cimitero monumentale.
Un arrivo in grande stile per questo polo della creatività italiana, ideato da elaborato da Ico Migliore, Mara Servetto di Migliore + Servetto Architects e Italo Lupi, che punta non solo ad attrarre migliaia di visitatori, ma a mettere in dialogo artisti, designer e aziende in una grande fiera del buon gusto e della raffinatezza che solo un paese come il nostro sa offrire. 2400 metri quadrati di spazio espositivo, più altri 600 tra foyer, caffetteria e bookshop, ed ancora 2000 di “dietro le quinte”, con magazzini e uffici che raccoglieranno, fra le altre cose, anche la Fondazione ADI, la biblioteca e l’archivio storico, prezioso scrigno di sessant’anni di documenti storici del design italiano.
Lo spazio di visita è stato concepito secondo l’idea di “museo narrante” (sono previsti anche percorsi interattivi), che punta a coinvolgere il visitatore in tutti i sensi. Soprattutto, l’ADI Design Museum punta ad affermarsi come un vero e proprio centro culturale, aperto alla cittadinanza (sarà caratterizzato da un tunnel percorribile a qualsiasi ora) e volto a presentare il design «non solo come fenomeno creativo, ma anche come impegno concreto dei progettisti e delle imprese per una società e per un ambiente più vivibili», come spiega il presidente ADI Luciano Galimberti. Ciò significa che l’esposizione degli oggetti non sarà fine a se stessa, ma in costante dialogo con un gran numero di altri settori, dalla moda all’automotive, all’architettura, in una serie di mostre tematiche sempre diverse e stimolanti. Non solo legate al disegno industriale, ma anche all’abitare sostenibile e al ruolo del design nel mondo globalizzato, solo per fare qualche esempio. A legare insieme il tutto, la collezione permanente del Compasso d’Oro ADI, portavoce di oltre sessant’anni di storia del design, con tutti i suoi risvolti industriali, economici, culturali e sociali.
Ancora qualche mese di attesa, dunque, per questo tempio del pensiero laterale e dell’estro creativo. Per i più impazienti, però, è già prevista una speciale anteprima durante la frequentatissima Design Week, appuntamento annuale nel capoluogo lombardo. L’occasione è data in particolare dal XXVI Compasso d’Oro, il prestigioso premio di disegno industriale, che raccoglierà in questa speciale ricorrenza gli oltre 350 pezzi premiati dalla sua nascita nel 1954 (il patrimonio totale ne annovera 2300).
Così si celebra un anno di lavori 24 ore al giorno con 50 operai, per un investimento da 9 milioni, di cui 5 stanziati dal Comune di Milano. Risultato: un edificio bianco, luminoso e arioso al massimo, antisismico e storico (le fibre in basalto hanno consentito di conservare la vecchia muratura; il risultato è ottimo). Sarà complementare a quello della Triennale e gli spazi all’interno saranno in dialogo tra loro. Nell’interrato la galleria della grafica, al piano terra il laboratorio di restauro a vista, il ristorante nel soppalco, il doppio ingresso da via Ceresio e via Bramante, la piazza-giardino dedicata ai milanesi. Il primo appuntamento da segnare in agenda per ammirare tutto questo? Il 18 aprile, quando alla vigilia del Salone del Mobile la cerimonia di premiazione del Compasso d’Oro si terrà nei nuovi spazi del museo, corredata dalla prima mostra Mettere radici.