I risultati sono positivi, il trend promette bene, gli obiettivi restano ambiziosi. Per Eurizon Asset Management Sgr, società di asset management del gruppo Intesa Sanpaolo, specializzata nella gestione di prodotti e servizi per la clientela retail e istituzionale, le notizie si presentano buone. Il patrimonio gestito, che a dicembre 2019 ammonta a 35,5 miliardi di euro, è cresciuto dell’11% rispetto all’anno precedente. L’utile netto consolidato arriva a 518,5 milioni di euro, il margine da commissioni a 799. Tutti dati in crescita, e a due cifre.
Anche sul fronte della raccolta, spiega alla conferenza stampa a Milano un soddisfatto Tommaso Corcos, amministratore delegato della società (ormai al suo ultimo appuntamento in questa veste: passerà a breve a Fideuram ISPB), i numeri brillano: si parla di 6,6 miliardi di euro derivanti da fondi aperti e dalla gestione di portafogli istituzionali. «Siamo leader in un’industria, quella del risparmio gestito, molto competitiva. E dove si prevede una crescita del 2%». L’obiettivo, come è intuibile, è fare meglio della media del mercato evitando errori operativi e reputazionali: sarebbero imperdonabili in questo contesto. In questo senso, il rallentamento del mercato cinese dovuto alla crisi dell’epidemia preoccupa, ma non ancora troppo: «Il peggio, a guardare il comportamento degli analisti finanziari, sarebbe passato». Il calo, se ci sarà, riguarderà il primo trimestre. «Si spera poi in un rimbalzo».
Ritornando ai risultati, però, i numeri incoraggiano. Anche perché, se si somma al totale del risparmio gestito anche il patrimonio della cinese Penghua Fund Management, partecipata da Eurizon al 49%, si arriva a 417 miliardi di euro.
Nel corso degli anni sono state messe in campo nuove iniziative: la creazione di Eurizon Slj (sulle valute), l’acquisizione di Epsilon Sgr, e – più recente –l’ingresso nel mondo del fintech nel 2019 con la partecipazione in Oval Money, piattaforma «rivolta ai millennial» e specializzata nel mondo risparmio e dei servizi dei pagamenti digitali.
Ma soprattutto è stata creata una nuova società specializzata nell’investimento in asset class alternative, cioè Eurizon Capital Real Asset Sgr, operativa dal 31 dicembre e sotto la guida di Silvana Chilelli, amministratore delegato e presidente – anche lei presente alla conferenza stampa.
La nuova creatura, una joint venture partecipata al 51% da Eurizon Capital Sgr e all 49% da Intesa Sanpaolo Vita, rientra nel piano del gruppo – vedi voce: crescita divisione Asset Management – per focalizzarsi sull’economia reale, dopo i Pir (e tutti i problemi che li riguardano) e gli Eltif. Gli asset alternativi sono ormai considerati «fonti di rendimento aggiuntivo e diversificato», spiega Corcos. La newco dispone di 3,4 miliardi di euro, patrimonio ricevuto in delega da Intesa Sanpaolo Vita, e di un team di esperti nella gestione degli asset alternativi e nella creazione di prodotti specializzati in Abs e Leveraged Loans. «Investiremo in imprese, in infrastrutture e nel real estate», spiega Chilelli, ma non in modo diretto. «Lo faremo attraverso fondi. Selezioniamo specialisti di asset management di questa particolare asset class». Anche con un occhio di riguardo nei confronti dell’Italia, visto che uno degli obiettivi principali è proprio veicolare investimenti per far crescere il sistema Paese.
«Uno dei nostri punti di forza è, senza dubbio, l’accesso diretto ai grandi player internazionali». Merito della capacità di «accreditarsi», spiega Chilelli, agli investitori stranieri dimostrando serietà e scrupolo nelle procedure di analisi e di due diligence.