«Perché ti piacciono i Me Contro Te? Perché sì». Mi illudevo che un bambino di 6 anni (e mezzo) potesse spiegarmi il successo sconsiderato di Luigi Calagna e Sofia Scalia, romanticamente francesizzati in Luì & Sofì: invece no. Innamorarsi di loro è istantaneo, se sei un nativo digitale. Clicchi play e via, senza pensarci su troppo. Quello che sono stati capaci di fare questi due ragazzi di 25 e 21 anni è stato riuscire a (in)trattenere milioni di piccoli fan online e così a lungo da diventare gli Youtuber più popolari del momento. Per dire. Il loro primo film, Me contro Te – La vendetta del Signor S, nel giorno del debutto è andato meglio di Tolo Tolo di Checco Zalone e, ad oggi, ha incassato 8 milioni di euro. Ah, io c’ero quel pomeriggio al cinema: sembrava di stare a San Siro la sera in cui i Duran Duran si esibivano per la prima volta in Italia, solo che ai tempi noi eravamo teenager, oggi i nostri figli impazziscono letteralmente per Luì e Sofì e hanno solo tra i 6 e i 9 anni massimo.
La coppia di vlogger macina numeri da capogiro su Youtube (quasi 5 milioni di iscritti), Instagram (1 milione e mezzo di followers) e Tik Tok (1 milione e 700mila) riprendendo tutti i giorni, semplicemente, quel che accade a casa loro. Davvero. A dicembre hanno spiegato perché installare 5 alberi di Natale in un appartamento di Milano sia la cosa più bella del mondo e, l’altro ieri, si gingillavano con vasetti di slime glitter tra le mani e strillavano tutta la loro contentezza invitando a comprarne di tutti i colori in edicola. Ché poi, che ci vuole a fare felici dei seienni, penserete voi? Dipende. Prima c’erano le figurine dei calciatori, oggi ti chiedono l’album di Luì e Sofì, i braccialetti di Luì e Sofì, le magliette e le felpe di Luì e Sofì. Credo che potrebbero diventare perfino i responsabili del declino della letteratura italiana perché pure il loro libro è in cima alla classifica dei più venduti su Amazon. Dunque, chi sono Luì e Sofì?
Appena si sono resi conto che i loro video fatti in casa stavano per spaccare hanno detto bye bye a Partinico, un paese della provincia di Palermo stretto tra il mare e la montagna, e sono a volati a Milano dove la fibra ottica è la più potente del paese e un giovane operatore bravo costa un po’ di più, ma sai che risultati. E infatti. Avrebbero voluto studiare rispettivamente medicina e farmacia, poi hanno scoperto che fare esperimenti di chimica in cucina o lanciare challenge garantiva loro un futuro milionario e si sono concentrati sul business di famiglia. Sì, sono fidanzati. Ma i piccoli non lo hanno del tutto metabolizzato. Mio figlio, però, ha capito che se hai idee ingegnose, sfacciataggine e parlantina facile puoi diventare un eroe perché Youtube è il più potente strumento di intrattenimento gratis del mondo. Quindi, ignora la tivù. Tanto a Sanremo non vedremo Luì e Sofì: Amadeus li aveva anche invitati, ma la coppia ha dovuto declinare, è impegnata in un tour.
Nel 2017 Disney Channel ha offerto loro un programma, Like me, e così hanno rafforzato la fanbase di «trote» (i fan li chiamano così) moltiplicato a dismisura la loro popolarità e ci sono riusciti così bene da meritarsi l’anno dopo il premio Moige, assegnato dal Movimento Italiano Genitori ai programmi più adatti alle famiglie. Con questa motivazione: «Il loro canale risulta particolarmente educativo e la visione dei loro filmati è consigliabile a un pubblico di bambini perché stimola la fantasia».
In realtà Luigi e Sofia avevano iniziato a inviarsi video sul telefonino con l‘unico ingenuo intento di costruire l’archivio dei loro ricordi e, infatti, all’inizio sul loro canale non se li filava nessuno. Poi hanno cominciato a crescere, lentamente e inesorabilmente. Perché ce l’hanno fatta? Vai a saperlo. Il contenuto dei loro vlog è solo metà del loro fascino, il fatto che possano infastidire e confondere i genitori è parte dell’appeal. Fanno le stesse cose che facevamo noi, con la differenza che, ai tempi, nessuno ci ascoltava. Noi scrivevamo il diario nella nostra cameretta, loro si siedono sul letto e condividono parole e preoccupazioni con i loro spettatori. Senza filtri. Il che crea quel senso di intimità di cui la Generazione Zero ha fame. E costringe noi ad accettarlo.
Altro che Paolo Bonolis, Bim Bum Bam, Candy Candy e Cristina D’Avena. Ogni mossa che pianificano i Me Contro Te genera un fatturato sicuro, perché è nelle manine dei nostri figli. Bisognerebbe non assecondarli. Portarli in campagna a correre nei prati, lasciarli arrampicare sugli alberi, raccontare una, nessuna, centomila storie edificanti davanti a una tazza di tè. Invece il 14 febbraio esce Il Fantadisco dei Me contro Te, 8 brani inediti realizzati anche in versione karaoke e bisogna mettersi in fila chissà dove per assicurarci almeno un autografo: «Ti prego, mamma». Va bene, però non ti permettere mai più di dirmi: «Ok, boomer».