Alla fine Mosca presenta il conto dopo gli aiuti (e i militari) inviati in Italia per l’emergenza Covid, ed è un conto politico, sintetizzabile con un aiutateci a togliere le sanzioni. La richiesta non è di quelle ufficiali, ovvero attraverso la Farnesina o Palazzo Chigi, e non è nemmeno rivolta al governo.
Passa invece da una lettera, che qui pubblichiamo, inviata da Mosca all’esponente del Movimento 5 Stelle Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, dal suo omologo alla Duma, Leonid Slutsky.
La missiva, datata 27 aprile, è stata inoltrata dall’ambasciatore in Italia Sergey Razov che si affida al parlamentare del Movimento per «portare questo documento a conoscenza dei senatori italiani».
«Abbandoniamo la politica distruttiva delle sanzioni», scrive Slutsky a Petrocelli. La lettera in realtà non è altro che una protesta contro la decisione delle Nazioni Unite di negare la fine delle sanzioni contro Mosca causate dalla guerra di aggressione contro l’Ucraina.
«I paesi occidentali che si definiscono democratici [sic!] – dice il parlamentare russo – hanno imposto vari tipi di sanzioni a quasi un terzo della popolazione mondiale e non intendono indebolirle nemmeno mentre si lotta contro il coronavirus… faccio appello a tutti i politici ad abbandonare la politica distruttiva delle sanzioni».
Il riferimento è alla decisione presa il tre aprile scorso dalle Nazioni Unite, che hanno rigettato la risoluzione russa, sottoscritta da Cina, Iran e Venezuela tra gli altri, per la fine delle sanzioni a causa dell’emergenza sanitaria.
Pochi giorni dopo aver incassato il voto negativo, il ministro degli esteri Sergej Lavrov ha respinto le affermazioni secondo cui Mosca avrebbe fornito l’assistenza all’Italia sperando di ricevere in cambio una mano a convincere l’Unione europea a revocare le sanzioni. Particolare ribadito anche da Slutskii nella lettera a Petrocelli.
Ma perché da Mosca individuano in Petrocelli l’uomo giusto come “portavoce” di questa richiesta? E chi è Slutsky?
Il politico russo fa parte del partito di estrema destra LDPR, fondato dal nazionalista Vladimir Žirinovskij e ha sempre avuto molta attenzione per l’Italia. Poche ore dopo le elezioni del 2018 chiarì il suo pensiero: «Non ho dubbi che il risultato di queste elezioni condurrà ad un’evoluzione costruttiva delle relazioni tra Italia e Russia… Sia la coalizione di centrodestra, sia il Movimento 5 Stelle, chiedono il rafforzamento della cooperazione con la Russia e la rimozione delle sanzioni dell’Unione europea contro il nostro Paese».
Più recentemente il suo nome è stato citato nella vicenda degli aiuti russi all’Italia. Secondo l’esponente della Lega Paolo Grimoldi sarebbe stato proprio Slutsky a consegnare una lettera a Putin, attraverso un esponente neonazista tedesco. L’oggetto erano i possibili aiuti all’Italia.
Non solo: Slutsky è nella lista nera stilata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, colpito insieme ad altri sette uomini del Cremilino dalle sanzioni stabilite nel 2014 dall’Amministrazione Obama. Sanzioni come il congelamento dei beni e il divieto di concessione del visto, per il «supporto attivo nell’uso delle forze russe in Ucraina e l’annessione della Crimea».
L’esponente del Movimento 5 stelle destinatario della richiesta di farsi portavoce degli interessi di Mosca è da sempre un fan del regime di Putin (e di Assad) e spesso è andato in Russia e Kazakistan per le vicende della pipeline che da quel paese dovrebbe trovare sbocco sulle coste pugliesi.
Che Petrocelli sia benvoluto da Mosca lo si nota anche dal tono affettuoso che usa l’ambasciatore Razov: «Caro Vito Rosario», scrive a mano nella sua lettera che anticipa la missiva del parlamentare russo. Recentemente il senatore ha appoggiato la risoluzione russa all’ONU.
Petrocelli è entrato in rotta di collisione con Josep Borrell, responsabile della politica estera e di difesa dell’Unione europea, che aveva messo in guardia contro la propaganda di Cina e Russia sugli aiuti erogati in Italia: «Stanno cercando di utilizzare la crisi sanitaria in corso per accrescere il proprio peso geopolitico in Europa».
Accusa alla quale il senatore aveva ribattuto così: «È inaccettabile che un politico navigato si esprima in questo modo…i medici che vengono da noi è sulla base di un accordo. A loro è utile studiare il caso Italia e noi otteniamo un intervento di alto profilo perché sono persone specializzate».
Rimangono le domande. Cosa faranno Petrocelli e il Movimento di fronte a questa richiesta? E soprattutto cosa farà il presidente del Consiglio che ha richiesto gli aiuti direttamente da Putin senza mai chiarire alcuno dei passaggi dell’intera vicenda?