Disclaimer: questo è un articolo di costume, non vogliamo minimizzare in alcun modo l’importanza di conoscere le differenze tra i vari tipi di prodotti e vi invitiamo per questo a leggere gli articoli dei tecnici, che sono più competenti di noi a dirvi quali mascherine scegliere dal punto di vista dell’efficacia scientifica. Vi invitiamo inoltre a indossare correttamente le mascherine, così come spiega bene il professor Burioni su Medical Facts. Ma facciamo un piccolo riassunto:
Mascherine chirurgiche: proteggono gli altri dalle nostre goccioline di saliva eventualmente infette, ma non proteggono noi se incontriamo qualcuno che non le indossa.
Mascherine FFP2 e FFP3 con valvola: filtranti, sono chiamate “egoiste” perché proteggono perfettamente chi le indossa ma non garantiscono chi incontriamo.
Mascherine FFP2 e FFP3 senza valvola: sono in grado di bloccare il virus sia in entrata che in uscita.
Fin qui la teoria, ma la pratica che ci troveremo a vivere quotidianamente ha tutto un altro mood. Quando abbiamo visto la prima mascherina fashion abbiamo gridato allo scandalo, ma da quando abbiamo iniziato ad uscire per la spesa con la prima mascherina chirurgica azzurra che faceva a pugni con l’abitino a fiorellini indossato dopo giorni di pigiami e felpe oversize, abbiamo subito capito che da oggi abbiamo un problema in più. Sulla sicurezza non intendiamo scherzare, ma sul nostro look nemmeno.
Dovremo uscire presto, ma per uscire dobbiamo proteggerci. Le mascherine diventeranno parte della nostra vita quotidiana e non possiamo farci trovare impreparati. L’ultimo Lyst Index, un rapporto trimestrale che analizza il comportamento di 9 milioni di acquirenti al mese per tenere traccia della domanda dei consumatori, segnala un aumento del 496% nelle ricerche di mascherine per il viso nell’ultimo trimestre. Secondo i dati di ricerca di Etsy, una piattaforma mondiale di vendita di oggetti fai-da-te, da inizio marzo le ricerche della parola ‘mascherina’ sono effettuate 9 volte al secondo, e i venditori sono aumentati di 5 volte.
Vanessa Friedman, sul New York Times, sostiene che questo capo di abbigliamento diventerà un modo per esprimere noi stessi: e forse la mascherina tricolore indossata da Di Maio nelle ultime occasioni ufficiali o quella nera di Salvini ci fanno capire quanto sia vero. Sabato le mascherine sono diventate per la prima volta un segno distintivo di una protesta, #datecivoce, in un flash mob sui social network (davvero partecipatissimo) per sottolineare la prevalenza maschile nelle task force per affrontare la crisi in atto.
«Visto che tutti dobbiamo indossarle, dovremmo iniziare a pensare a quello che dicono di noi», ci avverte la Friedman.
E se negli Stati Uniti è nato anche un Mask club, dove per 9 dollari e 99 si possono avere mascherine sempre diverse ogni mese, donandone al contempo a uno degli enti in prima fila contro l’emergenza, e davvero c’è solo l’imbarazzo della scelta riguardo ai soggetti, in Italia c’è qualcuno che ne ha fatto un messaggio filosofico. È di qualche giorno fa la foto della signora che ha indossato per prima una mascherina con un tessuto stampato con tanti piccoli peni colorati. Il messaggio? Se sei abbastanza vicino da capire che cosa sono, vuol dire che non stai mantenendo la corretta distanza di sicurezza. Non ti stai facendo i… tuoi, insomma.
Capo d’abbigliamento come occhiali e sciarpe, dunque, oppure espressione di se stessi, modello comunicativo, nuovo strumento per dire come siamo e come la pensiamo? Di sicuro oggetto indispensabile per il nuovo mondo, che ci imporrà di indossarla, e allora tanto vale che sia come la vogliamo. Con la consapevolezza – come ci ricorda sempre la Friedman che «è difficile evitare la fastidiosa sensazione che chi ne produce di fashion stia sfruttando la paura nata durante una pandemia per il proprio profitto e che i consumatori stiano usando ciò che è una necessità medica, quella che è la rappresentazione più visibile del dolore e dell’isolamento attualmente condiviso da così tanti, in un oggetto puramente decorativo.»
Abbiamo fatto una piccola selezione accurata: le mascherine ci impediranno di mostrare il nostro sorriso, devono almeno esserne all’altezza.
Primaverile
Deliziosi fiorellini e colori pastello per le mascherine di Anniel, marchio italiano che propone collezioni ispirate al mondo della danza ed è specializzato negli abiti nuziali inconsueti. Tessuti liberty, fodera in lycra, sono prodotte in Italia e permettono a questa azienda di poter proseguire nella produzione, impiegando gli addetti che altrimenti sarebbero costretti a casa.
Personalizzata
Lavabili fino a 7 volte, realizzate in nontessuto spunbonded, le mascherine di Gatti a pois si possono personalizzare con le proprie iniziali, che vengono ricamate in un colore a scelta. Realizzate in Italia, sono conformi alle raccomandazioni Edana, un’associazione internazionale a servizio delle aziende che lavorano nel settore del tessuto non tessuto.
Sportiva
Sono prodotte con tessuto brevettato Meryl®, adatte al running e alle attività sportive all’aperto le mascherine di Joker sport Italia. Colorate, si possono personalizzare a partire da 10 pezzi con il logo del vostro team di running o dell’azienda. Ergonomiche, con elastici e velcro, sono comode e leggere, traspiranti e lavabili. Le hanno scelte anche le Women in run.
Performante
Le comuni mascherine di protezione personale riutilizzabili hanno, come tutti i filtri a membrana, un problema: i batteri si accumulano e proliferano dopo qualche utilizzo. Quella di U-mask, che è stata realizzata a partire dalla tecnologia usata nei depuratori d’aria, offre una protezione contro virus, batteri e inquinamento dell’aria, con una fruibilità media di 200 ore di utilizzo. Grazie alla biotecnologia, la mascherina non blocca solo i contaminanti dell’aria sulla superficie della maschera, ma li distrugge all’interno, con uno strato auto-sanificante. La molecola utilizzata, studiata da un team di ricercatori Italiani è in grado di inibire la crescita di batteri e microbi, limita fortemente il rischio di contrarre microrganismi resistenti a più farmaci ed evita di trasmettere agenti patogeni tra gli esseri umani. Inoltre, ogni U-Mask acquistata contribuisce alla donazione di purificatori d’aria negli ospedali.
Sofisticata
Lunghi fiocchi da usare come decoro, trame preziose e coloratissime: sono le mascherine di Collina Strada, marchio statunitense che realizza a mano accessori decisamente glamour, con tessuti delle collezioni passate. Per ogni mascherina venduta, il brand ne dona cinque agli operatori sanitari.
Do It Yourself
Christopher Kane, marchio di moda britannico, ha offerto su Instagram i tessuti inutilizzati delle passate stagioni e un semplice modello e ha inviato il tutto a chi lo chiedesse, in modo che ciascuno potesse cucirsi la sua mascherina. I tessuti sono andati esauriti in pochissimo tempo ma il modello è ancora disponibile e può essere scaricato per fare la propria mascherina a casa.
NB: Non tutte le mascherine sono uguali e alcuni accessori della nostra selezione devono essere indossati come complementi di una mascherina. Qualunque scegliate, se la abbinerete a un tessuto Meltblown, vi garantirà anche un perfetto filtraggio.