La prima ondata di contagio del Covid-19 ha superato il suo picco in tutti i paesi europei, tranne in Polonia e Svezia, ma la pandemia non è finita e «previsioni ipotetiche indicano che un aumento dei casi è probabile nelle prossime settimane».
A dirlo è il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nel suo rapporto aggiornato sul rischio Covid-19. Il consiglio gli Stati membri è pertanto quello di usare molta cautela.
Il 9 giugno, scrive l’Ecdc, nei paesi europei l’incidenza della malattia risultava diminuita dell’80% rispetto al picco del 9 aprile, grazie al distanziamento e alle altre misure di contrasto al virus.
#JustPublished
Rapid Risk Assessment #COVID19 – 10th updateWhat is new?
– Updated epi and sero-epidemiological information;
– Overview of response measures implemented in the EU/EEA/UK
– Options for response to minimise the risk of resurgence of COVID19https://t.co/tyka5TiRor pic.twitter.com/LCNYfnqLW4— ECDC (@ECDC_EU) June 12, 2020
La tendenza, come dimostrano i dati, non è ancora nella fase di diminuzione dell’incidenza della malattia per due Stati membri, che segnalano ancora dei focolai. Ovvero Polonia e Svezia, con quest’ultima che si è contraddistinta per il modello – rivelatosi discutibile – del «lockdown senza blocco».
Gli studi siero-epidemiologici suggeriscono inoltre che l’immunità delle popolazioni resta bassa. L’Ecdc raccomanda inoltre la massima attenzione da parte delle autorità nazionali nell’adottare in questo momento una strategia di monitoraggio rigoroso della situazione epidemiologica.
Test completi a tutti gli individui che presentano sintomi compatibili con il Covid-19, tracciamento dei contatti e una comunicazione che ricordi ai cittadini che la pandemia è tutt’altro che finita. Il messaggio chiave del centro europeo, quindi, è uno: non abbassare la guardia e adeguarsi a una «nuova normalità», perché le nostre azioni ci danno il potere di controllare la diffusione del coronavirus.