Caro Direttore,
Beppe Facchetti su Linkiesta di mercoledì 17 giugno, sostiene che sono stato io l’autore della riforma del Titolo V della Costituzione italiana, quello che regola i poteri delle Regioni e i rapporti fra Stato e Regioni. Si tratta di un errore in fatto. In quanto Ministro nei Governi di centrosinistra dal 1996 al 2001, io sono stato responsabile delle cosiddette riforme Bassanini, che accanto a molte altre cose (l’autocertificazione, la firma digitale, la riduzione del numero dei ministeri, la riduzione del numero dei dipendenti pubblici, l’introduzione di controlli sui risultati e le performance delle Pubbliche Amministrazioni, la semplificazione di molti procedimenti) hanno attuato anche un decentramento di funzioni AMMINISTRATIVE dallo Stato alle Regioni e ai Comuni, A COSTITUZIONE INVARIATA, e dunque senza modificare in alcun modo la Costituzione del 1948. La riforma del Titolo V, non era di competenza mia, in quanto Ministro della Funzione Pubblica, ma del Ministro per le riforme costituzionali, che all’epoca era Antonio Maccanico.
Quando si trattò di decidere, all’inizio del 2001, se insistere per approvare la riforma prima della fine di quella legislatura, in Consiglio dei Ministri io mi opposi, insieme a Vincenzo Visco. Ma restammo in minoranza. Era una opposizione motivata da due ragioni: la prima è che l’approvazione sarebbe avvenuta con i voti del solo centrosinistra, mentre le riforme costituzionali dovrebbero essere largamente condivise. La seconda, che vari punti del testo non mi convincevano, a partire dalla soppressione di quella “clausola di supremazia” che esiste anche negli Stati Federali, e che consente al Parlamento nazionale di intervenire anche nelle materie di competenza legislativa regionale quando sono in gioco gli interessi strategici di tutto il Paese.
Ho chiarito la differenza tra Riforme Bassanini e riforma del titolo V varie volte, su vari giornali, e l’allora Presidente del Consiglio Amato me ne ha dato più volte atto. Ma vedo che Facchetti non vi ha fatto caso.
Cordiali saluti
Franco Bassanini