Silvia ha l’orecchio incandescente dopo ore trascorse al telefono. Chi chiama per complimentarsi, chi per conoscere maggiori dettagli, chi vorrebbe partecipare all’iniziativa slowstayinitaly appena lanciata sui social. «Un turbinio di energia positiva e calore che non mi aspettavo. Quando a causa della pandemia è arrivata l’ultima disdetta ho deciso che bisognava fare qualcosa. Ho scritto una mail ad alcune amiche che gestiscono b&b e agriturismi in giro per l’Italia chiedendo loro se davvero fossero pronte a rinunciare a tutto quello che, come me, avevano costruito con anima e cuore, energia e risorse. Io avevo già un’idea di come provare a ripartire. Siccome, per quest’anno almeno, la nostra clientela sarà prevalentemente italiana, è al turismo di prossimità che dovremo guardare, forti di un patrimonio fatto di piccoli centri fuori dalle rotte del turismo di massa, ottimo cibo e senso innato per l’ospitalità». L’intuizione di Silvia va sotto il nome di staycation, neologismo nato dall’unione delle parole stay e vacation, ovvero stare in vacanza senza spostarsi troppo, un fenomeno in crescita di cui abbiamo parlato anche noi.
L’idea aveva bisogno di galoppare velocemente e, come spesso accade, è stata l’unione delle forze a fare la differenza: «Abbiamo deciso di condividere le immagini delle nostre strutture su un unico profilo Instagram, raccontando il nostro modo di intendere la ricettività che non è solo offrire un letto e la prima colazione ai nostri ospiti ma farli sentire a casa, aprendo le nostre cucine o portandoli a spasso nei boschi».
Ogni giorno sulla pagina Instagram @slowstayinitaly viene data visibilità a tre strutture ricettive e chi partecipa al progetto ne parla nelle stories del suo profilo (per i meno tecnologici, contenuti in forma di testi, foto e video della durata massima di 15 secondi che restano visibili 24 ore, ndr). Così ciascuno diventa cassa di risonanza dell’attività dell’altro, amplificando lo stesso messaggio: seguiteci, vi sveleremo un’Italia fatta di ospitalità familiare, bellezza e accoglienza. All’appello di Silvia si sono già uniti in molti grazie al passaparola potente dei social network. «Qualcuno si è addirittura offerto di sostenere con una piccola offerta l’iniziativa ma lo spirito con cui è nata non quello di è chiedere aiuti economici bensì far circolare la bellezza del nostro territorio e l’accoglienza speciale degli host italiani».
La mappa si riempie di ora in ora di nuovi puntini, da nord a sud, isole comprese: in Sardegna, ad esempio, tra i primi ad aderire alla piattaforma di Silvia c’è una struttura che abbina al classico soggiorno corsi per chi voglia imparare l’arte della pasta fresca e una volta a casa replicare uno dei piatti della casa, i culurgiones ogliastrini con bottarga e carciofi. In Abruzzo, oltre alle lezioni di cucina, si può andare per prati a raccogliere erbe spontanee e fare escursioni tra Majella, Valle del Tirino e Gran Sasso. Chi è alla ricerca di atmosfere bucoliche può puntare nei dintorni di Pistoia dove la colazione rigorosamente calda di forno viene servita tutte le mattine in mezzo ad alberi di ulivo centenari.
Silvia, un passato da avvocato, gestisce dal 2013 il suo piccolo angolo di paradiso non distante dal centro storico di Bologna. «L’ospitalità evidentemente era nel mio Dna visto che i miei nonni erano albergatori e mi è sempre piaciuto ospitare gli amici. Quando abbiamo acquistato questa casa, decisamente grande per le nostre necessità e con un bel giardino, si è presentata l’occasione perfetta per fare il gran salto. I ritmi imposti dal lavoro stavano rubando troppo tempo alla mia famiglia e così ho iniziato una vita più aderente alla mia dimensione.
In questi anni abbiamo ospitato persone da tutto il mondo ed è stata un’esperienza bellissima ma non mi sarei mai aspettata di ricevere nei giorni bui della quarantena tantissime email e telefonate da parte di ospiti che erano stati qui e volevano sapere se stavamo bene. C’è stato persino chi si è offerto di spedirci le mascherine in caso non le avessimo. È stato commovente. Speriamo di ricambiare l’affetto ricevuto offrendo in cambio un momento di benessere e svago. Perché l’Italia è tutta bella ma le persone restano il vero tesoro da scoprire». Rigorosamente a chilometro quasi zero.