Ripartire in sicurezza, dopo l’emergenza sanitaria, è l’imperativo di ogni luogo di lavoro. Con questo obiettivo, il The Adecco Group, insieme a Randstad N.V e Manpower Group, ha costituito un’alleanza, stilando una guida di consigli pratici per le imprese per il rientro in ufficio e in azienda. L’alleanza si è poi evoluta in un vero e proprio movimento, consolidato con l’ingresso di Recruit, Asa e World Employment Confederation (Wec), associazione industriale globale che dal 1 luglio 2020 ne ha assunto il ruolo di leader.
«Tutte le aziende del Paese si stanno confrontando con la nuova normalità imposta dalle misure di contenimento e stabilizzazione dell’emergenza», spiega Andrea Malacrida, Country Manager Italia del Gruppo Adecco. «Si tratta di un grande esercizio di adattamento a condizioni impreviste e in parte ancora imprevedibili. I prossimi mesi saranno decisivi per capire quale sarà il nostro futuro ed è necessario che ognuno faccia la propria parte per fare in modo che la ripartenza economica sia rapida ed efficace, proprio come tutti auspichiamo».
La ricerca
L’alleanza ha condotto una indagine su oltre mille imprese in Italia di diversi settori economici per misurare l’introduzione di protocolli di sicurezza e verificarne l’applicazione. La ricerca dimostra che nella fase due, il 79% ha ripreso completamente l’attività e, di queste, solo una strettissima minoranza (l’1%) non ha adottato alcun protocollo sulla sicurezza Covid19. Nello specifico, il 46% delle imprese ha optato per un protocollo aziendale, il 39% per uno nazionale. In minor misura, il 7% ha scelto il protocollo di settore, il 5% il protocollo territoriale, l’1% si è affidato ad altre procedure.
I protocolli aziendali hanno una maggiore incidenza nel Sud Italia, dove sono applicati dal 60% delle attività, mentre quelli nazionali risultano particolarmente diffusi nel commercio, anche per la limitata dimensione di molte imprese del settore.
Il 64% delle aziende lamenta però problemi nel reperire i dispositivi di protezione individuale e il 55% un incremento dei costi per l’adeguamento alle disposizioni. Solo una minoranza (8%) ha avuto difficoltà nella condivisione delle regole con i dipendenti.