Stato d’animo primarioIl programma politico della destra è la Paura (e noi non sappiamo cosa fare)

Il pericolo sistematicamente suggerito da Salvini e Meloni all’elettorato potenziale è una minaccia assoluta, senza la quale il blocco nazional-sovranista non esisterebbe. Se a questo messaggio facile e immediato si aggiungono le Tasse, la difesa della roba, il combustibile diventa addirittura terrore

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Qual è esattamente l’attuale programma della nostra destra? Salvini e Meloni insieme, da immaginare come unico “blocco” politico, culturale, attitudinale, rionale. A prima vista, sembrerebbe tenuto insieme da un solo combustibile: la paura, come sentimento indotto.

Un esempio pratico, al mercato domenicale romano di Porta Portese, quando desiderano venderti l’intero banco, utilizzano infatti un’espressione prosaicamente interrogativa eppure seducente: «Famo er blocco?».

Alla fine, pensando proprio a certa modalità mentale, anzi, ai concetti d’affezione fissa della destra, la loro parola-regina inquadra puntualmente per definizione la paura, meglio, trattandosi di input essenziale, corticale, usando direttamente la maiuscola: la Paura. In blocco.

Pensandoci bene, se il pericolo sistematicamente suggerito all’elettorato potenziale non riguardasse uno stato d’animo primario – la Paura come minaccia assoluta, intuita perfino in termini corporei, aggiungo – la destra, con molta probabilità, non esisterebbe. Non avrebbe né corpo né luogo. Comunque la percepiremmo minoritaria, inoffensiva, ancora in sala d’attesa dei lussi ventennali ottenuti a suo tempo con il fascismo.

Senza l’acqua per far nuotare i pesci del consenso. La Paura, si sa, non conosce controindicazioni, reticenze, la paura è un sentimento prêt-à-porter, chiavi in mano, qui e ora. La prosaicità e la semplificazione appena utilizzate, nel nostro caso corrispondono al modesto talento subculturale dei soggetti implicati nel discorso. Avviene così in Italia, o forse il dispositivo della Paura è regola fissa laddove la destra, ovunque essa si trovi, voglia ottenere un’egemonia senza limiti su un potenziale “popolo” dai sentimenti altrettanto primari.

In principio erano i migranti, i clandestini, gli invasori, un insieme matassa scura di concetti-spettri cui attingere per assecondare, appunto, suggestioni orrifiche, teratologiche, le stesse che altrove, un poeta, Kavafis, fissa con l’attesa perturbante dei “barbari”, posto che gli utenti della paura indotta troverebbero astrusa ogni digressione, roba da “professoroni”.

In principio erano i clandestini. Con la diffusione del Covid-19, per la destra, anche qui, si sono evidenziate nuove opportunità espressive, utili per azionare l’esclusivo germe della Paura. Il virus, certo, cui affiancare, semplificando ancora di più, i portatori di contagio.

All’inizio, ricorderete, erano soprattutto i “cinesi”. In questo senso, se non in Ezra Pound, autore che certa destra rivendica come fermo-posta feticistico-culturale, abbastanza c’è da reperire, almeno per chi cerchi puntelli letterari (non è però il caso di Salvini e della Meloni), nelle pagine di Louis-Ferdinand Céline, immenso scrittore francese caro ai “fascisti”.

Quando a costui infatti, nel dopoguerra, rientrato in patria dopo un processo per collaborazionismo e alto tradimento, venne impedito di descrivere gli ebrei come causa d’ogni crimine, egli stesso pensò bene di indicare nei cinesi il nuovo pericolo incombente, immaginando che, presto o tardi, i “gialli” sarebbero venuti a invaderci con i loro “stuzzicadenti a punta” (sic). Un’emorragia cerebrale lo fulminerà nel luglio 1961, sai quanta amarezza se solo fosse vissuto fino al 1967, con l’apoteosi del maoismo…

La Paura. Punto. Al momento, il pensiero diffuso brevi manu dalla destra nei propri social sembra avere comunque toccato una doppia cifra: Covid-19 più migranti è il combinato disposto che fa dire alla Meloni: «Non consentiremo al Governo di continuare con la sua furia immigrazionista e rendere vani tutti i sacrifici degli italiani». Le fa eco Salvini: «Non c’è pace a Treviso, Caserma Serena (133 immigrati positivi su 293, principale focolaio Covid italiano): SOMMOSSA degli “ospiti”, non vogliono stare in quarantena e DISTRUGGONO l’infermeria!».

Le maiuscole, in queste come in molte altre avvertenze sovraniste, hanno valore emotivo, marcano come in un ECG il pericolo incombente, sono propedeutiche alla PAURA.

La Paura, l’unico programma politico delle destre, un messaggio facile e immediato, destinato a penetrare nei neuroni più inclini al sentire semplice.

Agli stessi che, sempre da destra, davanti ai gravi fatti recenti avvenuti in una caserma dei carabinieri di Piacenza, non hanno trovato parole di denuncia e ancor meno sdegno, forti di ciò che Pasolini definisce «puzza di rancio, fureria e popolo», sia detto solo per amore di completezza, vanno ricordate le tasse, anzi, le Tasse. Dove la Paura incontra la sua forma ulteriore, e si fa terrore, difesa della “roba”. Non esiste pace per la destra. Complessità ancora meno.

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