Tentativi di riavvicinamento Com’è andato il vertice Cina-Ue secondo Merkel, Von der Leyen e Michel

Il summit virtuale dei rappresentanti delle istituzioni europee con il presidente cinese Xi Jinping è stato un incontro prolifico, ma molto resta ancora da fare per i negoziati fra i due Paesi

AFP

Il secondo summit virtuale tra i leader Ue e il presidente cinese Xi Jinping certifica un avanzamento sul trattato per gli investimenti con l’obiettivo di chiudere i negoziati entro il 2020. All’incontro a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, la presidente Ursula von der Leyen e Angela Merkel, si è fatto il punto sui negoziati reciproci,  rimarcando le differenze reali con l’intento, tuttavia, di raggiungere obiettivi comuni.

L’imperativo rimane riequilibrare le simmetrie: «vogliamo un rapporto con la Cina basato sulla reciprocità, la responsabilità e l’equità di base. Siamo pronti a collaborare dove possiamo per trovare soluzioni concrete», commenta con soddisfazione Charles Michel.

Già nel corso dell’ultimo summit avvenuto il mese di giugno, il presidente del Consiglio europeo, aveva riconosciuto nel partner cinese, l’assenza di una condivisione dei medesimi valori politici e di approccio al multilateralismo, ma ciononostante, il meeting odierno ha messo ha affrontato quattro temi chiave per il futuro dei rapporti Cina-Ue.

Si è parlato di cambiamento climatico; questioni economiche e commerciali; affari internazionali e diritti umani; Coronavirus e ripresa economica.

«La Cina è un partner globale chiave nella riduzione dei gas serra globali – ha commentato Charles Michel – incoraggiamo quindi la Cina a essere ancora più ambiziosa. L’UE infatti sta fissando un livello elevato di neutralità del carbonio entro il 2050».

Oltre alla questione ambientale, che i leader europei puntano ha rafforzare attraverso l’adeguamento della Repubblica Popolare all’accordo sul clima di Parigi, hanno evidenziato i solidi rapporti commerciali con la Cina, non a caso, l’Europa è il primo partner commerciale di Pechino con una media scambiamo di oltre 1 miliardo di euro al giorno.

Le relazioni commerciali possono aiutare la spinta dell’economia globale ma a parità di condizioni – cosa che non è avvenuta negli ultimi anni per le aziende cinese – ed è per questo che la firma sull’Accordo sulle indicazioni geografiche risulta essere un nuovo passo in avanti Tra Ue e Pechino.

Altra questione riguarda i la politica internazionale e i diritti umanitari. L’Europa ha chiesto alla Cina di mantenere le promesse fatte al popolo di Hong Kong e alla comunità internazionale.

La legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong continua a destare gravi preoccupazioni. L’UE ei nostri Stati membri hanno risposto con una sola voce chiara. Le voci democratiche a Hong Kong dovrebbero essere ascoltate, i diritti protetti e l’autonomia preservata.

Abbiamo chiesto alla Cina di mantenere le promesse fatte al popolo di Hong Kong e alla comunità internazionale. «Abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni per il trattamento riservato dalla Cina alle minoranze nello Xinjiang e in Tibet e per il trattamento dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti – ha aggiunto Charles Michel – e il rilascio del cittadino svedese Gui Minhai e di due cittadini canadesi arbitrariamente detenuti».

E poi il problema della pandemia da Covid-19 che rimane una minaccia globale. L’Europa si aspetta una maggiore collaborazione da parte della Cina per la lotta alla diffusione del virus con il relativo supporto all’Organizzazione Mondiale della Sanita, segnalando la nascita di nuovi focolai.

Infine, Charles Michel conclude il suo discorso, ribadendo l’esigenza di un rapporto equilibrato, basato sul rispetto degli interessi reciproci con la Cina: «riteniamo che la reciprocità e la trasparenza debbano essere al centro dell’impegno assunto dall’Unione europea».

 

 

X