Il rumore è un problema ambientale che interessa un numero sempre crescente di persone. Basti pensare che circa metà della popolazione europea vive in aree in cui, durante il giorno, si supera il limite massimo di 55 dBA – cioè i decibel ponderati, che considerano la diversa sensibilità dell’orecchio a differenti frequenze – mentre il 20% dei cittadini europei è esposto a valori superiori a 40 dBA durante le ore notturne. Sono i valori medi, suggeriti dall’Organizzazione mondale della sanità, da non superare per evitare una serie di disturbi correlati.
A inizio ottobre è stato pubblicato il report “Impatto dell’inquinamento acustico sugli abitanti delle grandi città, con particolare riguardo all’inquinamento acustico provocato dagli aeromobili”, uno studio fornito dal Dipartimento per i diritti dei cittadini e gli affari costituzionali su richiesta della commissione per le petizioni, che mira a chiarire le ripercussioni dell’impatto dell’inquinamento acustico degli aeromobili sui residenti delle grandi città ma anche a formulare raccomandazioni destinate agli attori decisionali.
Secondo le previsioni pubblicate dall’European Aviation Environmental Report 2019 il traffico aereo aumenterà costantemente e ciò porterebbe ad un aumento anche del numero di persone esposte al rumore prodotto dalle attività aeronautiche. Parallelamente, è altrettanto vero che gli aerei stanno diventando sempre meno rumorosi grazie ai miglioramenti tecnologici: di conseguenza, anche con il previsto aumento del traffico aereo, il numero di persone colpite dagli attuali livelli di rumore degli aeromobili potrebbe diminuire in alcuni scenari futuri.
Alla base dello studio vengono proposte cinque petizioni riguardanti il rumore aereo rilevato intorno a cinque aeroporti: l’aeroporto Ciampino di Roma, il Tegel di Berlino, gli aeroporti ungheresi e di Budapest, l’aeroporto di Liège e infine l’aeroporto di Colonia/Bonn.
L’impatto sulla salute
Il rumore, come è facile intuire, è uno degli effetti collaterali più dannosi dell’aviazione: può portare a (seri) problemi di salute – anche malattie cardiovascolari e mentali -, nonché a effetti sociali ed economici negativi.
Negli ultimi anni, la crescente importanza dell’impatto del rumore ambientale sulla salute ha portato all’elaborazione di diversi studi di ricerca internazionali che forniscono osservazioni cruciali in questo campo. Essere esposti a lungo termine, e in modo regolare, ad alti livelli di rumore può avere pensati ripercussioni sul deterioramento del sistema uditivo, sulla perdita dell’udito, sui disturbi del sonno, sulle malattie cardiovascolari, mentali ma anche sulla capacità di apprendimento.
Un’importante scoperta, in questo senso, è emersa dallo studio Hypertension and Exposure to Noise Near Airports: i rischi più alti di ipertensione sono legati all’esposizione al rumore a lungo termine, principalmente a quello notturno indotto degli aeromobili e a quello giornaliero del traffico stradale. Proprio per questo, l’Unione europea ha richiesto ai principali aeroporti del continente di dare conto dell’entità dei livelli di rumore degli aeromobili e del numero di persone colpite.
Gli esempi virtuosi degli aeroporti di Francoforte e Vienna
Per ridurre il rumore nelle vicinanze degli aeroporti, possono essere adottate misure operative, come obbligare gli aeromobili a seguire percorsi specifici durante gli avvicinamenti o i decolli, o passive, come l’insonorizzazione o l’acquisto di case che sono spesso sorvolate a basse altitudini. E, proprio in questo campo, le misure adottate dagli aeroporti di Francoforte e Vienna fanno ben sperare. Due realtà che investono in progetti di ricerca e sviluppo per migliorare la situazione acustica nelle zone circostanti.
L’aeroporto di Francoforte è diventato un pioniere nelle procedure attive di riduzione del rumore: qui vengono testate diverse tecniche concentrandosi sulla fonte di rumore in relazione ai movimenti degli aeromobili e agli effetti sulle aree residenziali. Questo aeroporto si sta impegnando a mettere in campo “misure attive” di riduzione del rumore, come un modello di tregua di rumore o Continuous Descent Operations, e “passive”, come l’insonorizzazione, e ha anche attivato un programma (pubblico) di monitoraggio del rumore con stazioni deputate alla loro rilevazione che fornisce informazioni a chi è interessato ad acquistare proprietà che si trovano vicino agli aeroporti.
Anche l’aeroporto di Vienna è considerato un caso di best practice in questo senso, perché si è impegnato ad attivare diversi percorsi di dialogo con i residenti per confrontarsi e trovare delle soluzioni. Ha istituito strumenti per promuovere la partecipazione del pubblico e l’accesso alle informazioni come il “Comitato di vicinato” e il “Dialogforum”. Oltre a questo, l’aeroporto è impegnato da diverse anni in migliore relative alla pianificazione territoriale e a imporre restrizioni dei voli notturni.