GIÙ LE MANI DALLO SMART WORKING
«Tante aziende si sono organizzate bene e stanno rispondendo in maniera positiva al cambiamento… Ma ci sono anche tanti manager che professano il cambiamento, ma poi tornano alla preistoria… Molti nei mesi scorsi hanno obbligato al ritorno fisico in azienda, senza un bisogno effettivo». A raccontarlo è Andrea Malacrida, country manager Italia del Gruppo Adecco, che avverte: «Se le aziende non si svegliano neanche dopo la seconda ondata, diventerà un problema cronico».
I paladini della scrivania Secondo l’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, a settembre sono rientrati in ufficio 1,5 milioni di lavoratori sui 6,5 milioni che hanno lavorato a distanza nel picco della pandemia. Non sono bastati i risparmi economici e i benefici sull’ambiente a convincere i manager. E così, anche se Milano oggi è ufficialmente zona rossa, in tanti sono costretti a prendere tram, metro e bus per andare in ufficio, come racconta Business Insider. Ma anche negli Stati Uniti, spiega il New York Times, si discute del rientro in presenza, dopo che un’azienda di giocattoli ha deciso che era ora di richiamare i dipendenti in ufficio.
Le tifoserie In questi mesi, in Italia il dibattito si è schierato su due tifoserie, come raccontiamo sul dorso Il lavoro che verrà de Linkiesta Paper: da una parte i sindaci spaventati dalle città vuote e i manager desiderosi del controllo a vista, dall’altra i sostenitori della rinascita dei borghi e del Sud Italia. Mentre il tavolo sullo smart working al ministero del Lavoro si è riunito a fine settembre e poi non se n’è sentito più parlare.
Fisco smart? Intanto anche la Grecia punta sugli smart worker per il rilancio economico. L’offerta è di uno sconto del 50% sulle tasse ai nomadi digitali che si trasferiranno a lavorare sotto il Partenone, come già hanno fatto Bermuda, Barbados, Georgia ed Estonia. Deutsche Bank propone invece una tassa del 5% a carico dei lavoratori per ogni giorno in cui scelgono di lavorare a distanza. Idea che non piace affatto ai sindacati.
PAZIENTE ITALIANO
In manovra La legge di bilancio 2021 da 38 miliardi arriva oggi in consiglio dei ministri per il varo definitivo, per poi passare al Parlamento. Nel pomeriggio era previsto un incontro con Cgil, Cisl e Uil sul testo, ma l’appuntamento sembra ormai aver virato sul post manovra. Per il pacchetto lavoro, previsti sgravi al 100% per le assunzioni di giovani e donne e 500 milioni per le politiche attive. Confermato lo stop ai licenziamenti fino al 31 marzo. Anche la deroga alle causali sui contratti a termine viene prorogata fino a marzo. Rinviata al 2023 la rivalutazione delle pensioni. Delusi i sindacati della pa, che già annunciano lo sciopero.
Cresce il deficit In settimana, poi, è previsto un ulteriore cdm per chiedere al Parlamento un altro scostamento di bilancio da 15-20 miliardi destinati a un decreto ristori ter. L’obiettivo è quello di raggiungere le attività che non sono state costrette a chiudere, ma hanno subito un notevole calo di fatturato. A partire dai professionisti.
E il Recovery Plan? Sembra scomparso dalla discussione. Ma a Bruxelles monta la preoccupazione. Il capo di gabinetto del commissario europeo all’Economia Gentiloni ha pubblicato un paper in cui si raccomanda all’Italia di creare una «cabina politica di regia» con «poteri decisionali» e «una struttura tecnica adeguata».
Conti in rosso La nuova cig prevista dal primo decreto ristori parte oggi. Ma ci sono ancora 526mila lavoratori in attesa degli aiuti precedenti. E la seconda ondata del virus mette sotto pressione i conti dell’Inps, con una perdita di 28 miliardi. Tridico tranquillizza: «Non c’è un problema di deficit per l’Inps finché non c’è un problema di deficit per lo Stato».
La formula Sassoli Cancellazione dei debiti accumulati dai governi per contrastare il Covid, eurobond permanenti, nuovo Mes gestito dalle istituzioni europee e riforma dei trattati per eliminare il diritto di veto: è questa la ricetta del presidente dell’Europarlamento per uscire dalla crisi, illustrata in un’intervista a Repubblica. Plauso dai Cinque Stelle e dalla sinistra, ma il Tesoro è scettico.
Il fisco che vorrei Le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno approvato un’indagine conoscitiva sull’Irpef per preparare la riforma fiscale. Saranno sentiti sindacati, Confindustria, Upb, Bankitalia e categorie dei professionisti.
ARIA DI CRISI
Patto d’acciaio L’accordo tra il governo e ArcelorMittal sull’ex Ilva sembra vicino. Invitalia, ha rivelato Bloomberg, dovrebbe pagare 400 milioni al gruppo franco-indiano per assicurarsi il 50% con l’idea di salire ulteriormente in futuro. Per fare cosa, però, non si sa. Neanche i sindacati, esclusi dalle trattative, lo sanno. Intanto la produzione di Taranto è caduta a 3,2 milioni di tonnellate.
Rebus Autostrade La Borsa ha già emesso il suo verdetto: gli arresti scattati nei confronti degli ex vertici di Aspi, tra quali anche l’ex ceo Giovanni Castellucci, peseranno nella trattativa in corso tra Atlantia e Cdp per la cessione del concessionario italiano.
Tv di Stato Incapace di rinnovarsi e di rispondere alla crisi Covid, la Rai di Salini e Foa è in profonda crisi. Evitato il default solo grazie al 5% dell’extragettito del canone, tolto dal 2015 e reinserito nella legge di bilancio. Il Tesoro chiede un passo indietro dei vertici.
Politiche attive I precari di Anpal sono tornati a scioperare davanti al ministero del Lavoro per chiedere le stabilizzazioni previste dalla legge, mentre il presidente Mimmo Parisi – in audizione alla Camera – ha chiesto una proroga e un potenziamento dei navigator, nonostante gli scarsi risultati sui posti di lavoro trovati ai percettori del reddito di cittadinanza. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intanto, ha promesso per il 2021 una riforma delle politiche attive.
LAVORO IN QUARANTENA
Schiavi di lusso La Guardia di Finanza della Spezia ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare contro un’organizzazione che sfruttava operai stranieri, per lo più bengalesi, impiegati nella costruzione di yacht di lusso. I lavoratori subivano turni massacranti (fino a 14 ore al giorno), venivano sorvegliati a vista ed erano spesso minacciati e picchiati.
Rider della discordia Dopo aver annunciato di voler estendere all’Italia un modello che prevede l’assunzione dei rider, Just Eat ha detto addio ad Assodelivery. Intanto dal tavolo sui rider al ministero del Lavoro non si è arrivati a nessuna conclusione. Previsto un nuovo incontro questa settimana.
Da leggere “La valutazione agile. Le soft skill dello smart working” (Cui) di Demetrio Macheda è il primo libro che offre un metodo per valutare e misurare il lavoro da remoto, elencando le nove competenze soft necessarie per farlo funzionare.
PROMEMORIA Oggi arrivano i dati sul reddito e pensione di cittadinanza dell’Inps, giovedì quelli sulla cig. Domani Tridico è atteso in audizione in Commissione Lavoro della Camera. Sempre domani Gentiloni sarà audito alla Commissione sulle Politiche Ue. Mercoledì l’Istat diffonde i dati su occupazione dipendente, retribuzioni e posti vacanti nell’industria e nei servizi. Giovedì Gualtieri è atteso nelle commissioni Finanze e Politiche europee. Giovedì giorno cerchiato in rosso per il Consiglio europeo. Mercoledì 18, si tiene il direttivo della Bce (non di politica monetaria).
Buona settimana,
Lidia Baratta
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