Il Comune di Bergamo si dichiara persona offesa nell’ambito del procedimento penale pendente a seguito dell’apertura di indagini preliminari per epidemia colposa da parte della procura di Bergamo per accertare eventuali responsabilità.
Lo ha comunicato il sindaco Giorgio Gori, riferendo della delibera ai giornalisti collegati via Zoom. «Una decisione che», ha spiegato, «consideriamo giustificata e necessaria» e che, se si arriverà al rinvio a giudizio, farà sì che il Comune si costituisca parte civile nel procedimento.
«Sono tre i motivi che ci hanno spinto a prendere questa decisione», ha continuato. «Al primo posto l’eccezionale impatto provocato dalla pandemia in Italia e soprattutto a Bergamo», una questione su cui ha elencato qualche dato: «L’Italia è il Paese con più morti in Europa, e il quinto nel mondo. Figura al primo posto per rapporto di decessi e popolazione tra i Paesi del G20».
In questo contesto la situazione di Bergamo è stata la più grave, «visto che il numero di contagiati, che sulla base di un calcolo che abbiamo svolto, è intorno a 25mila. Il numero è stato ottenuto sommando ai 21mila derivanti dai test sierologici promossi a luglio dal Comune a quello delle vittime e ai positivi accertati tra la fine di febbraio e la fine di aprile, insieme alle persone risultate positive ai test sierologici disposti dall’ATS e quelle che sono risultate positive a test sierologici cui sono sottoposte privatamente)».
A questo proposito, «il numero dei decessi ufficiali è fermo alla rilevazione di 16 aprile 2020 e sarebbe di 297, mentre secondo i nostri calcoli sarebbero 677, più del doppio».
Questa cifra è derivata dal conteggio della «sovramortalità», cioè la differenza tra il numero di decessi del periodo considerato e quello medio degli anni precedenti. «L’indice di letalità (il rapporto tra morti e contagiati) è del 2,71%. Risulta inferiore a quello stimato per l’Italia, cioè 3,5%, dato che però parte da una base di contagiati considerata molto inferiore alla cifra reale. In questo senso uno studio dell’Imperial College di Londra classifica il tasso di letalità italiano intorno al 2,23%». In generale, per i Paesi ad alto reddito il tasso di letalità stimato sarebbe dell’,1,15%, mentre per i Paesi più poveri dello 0,3%. Come si vede, la situazione che si è registrata nel Comune di Bergamo è più del triplo di quella media per le aree più ricche.
«La seconda ragione è proprio l’apertura dell’indagine da parte della procura di Bergamo per epidemia colposa, e la terza è la giurisprudenza, che consente al Comune, in rappresentanza dei cittadini, di definirsi parte offesa nel procedimento. In questo modo potrà esercitare i rispettivi diritti e facoltà, cioè presentare memorie, indicare elementi di prova e partecipare alle perizie. Potrà anche, in caso di richiesta di archiviazione, essere informato e (se lo ritiene) presentare richiesta di opposizione».
Il sindaco Gori tiene a precisare che la posizione del Comune, affidata all’avvocato Mauro Angarano (studio Zilioli e Angarano), non «vuole esprimere alcun pre-giudizio. Non c’è nessun dito puntato né alcuna accusa nei confronti di governo, Regione o OMS per i ritardi e le mancanze. Spetta alla Procura individuare gli eventuali imputati, confermando o meno il capo di imputazione, e ai tribunali determinare se vi siano dei responsabili. È una scelta che esercitiamo in nome di un’intera comunità colpita con durezza e che vuole innanzitutto conoscere le ragioni di ciò che è accaduto».
Al momento è una iniziativa del solo Comune di Bergamo, ma Gori, interrogato al proposito, non esclude che a breve anche i comuni di Nembro, con il sindaco Claudio Cancelli, e di Alzano Lombardo, con Camillo Bertocchi, possano seguire la stessa strada.