Se non fosse stato classificato come potenziale minaccia terrorista dall’FBI, gli appelli di QAnon delle ultime ore sarebbero l’epilogo tragicomico perfetto della presidenza di Donald Trump. Invece i recenti appelli dei sostenitori della piattaforma cospirazionista, convinti tra le altre cose che Barack Obama e Hillary Clinton facciano parte di un giro di pedofili che si riuniva in una pizzeria di Washington, fanno paura. L’ultimo, rilanciato anche da Kelli Ward, a capo dei Repubblicani dell’Arizona, è l’hashtag #crosstherubicon: «Passare il Rubicone».
Il riferimento è immediato: il presidente americano deve seguire le orme di Giulio Cesare, che nel 49 a.C. decise di contravvenire agli ordini del Senato, superare il confine tra Italia (compresa nel territorio di Roma) e Gallia Cisalpina, per dare inizio a una lunga guerra civile. Il richiamo all’azione militare è insistente. Le voci di un’amministrazione pronta a dichiarare la legge marziale per far ripetere le elezioni forse sono esagerate, ma gli adepti di QAnon la hanno abbracciata con entusiasmo. Nemmeno la smentita dello stesso Trump, arrivata a mezzo tweet, non è riuscita a calmare gli animi.
Del resto se ne parla da tempo. Michael Flynn, consigliere del presidente che avrebbe fatto anche un giuramento su QAnon, in una intervista a Newsmax aveva dichiarato che Trump avrebbe dovuto rivolgersi all’esercito per sovvertire i risultati elettorali. Lo hanno accompagnato le espressioni di Sydney Powell, avvocato responsabile di alcune delle cause fatte per invalidare le elezioni, che ha parlato di #TheStormIsComing. A tutto questo si è aggiunto il lavoro virale di Ron Watkins, ex animatore della bacheca di QAnon e di 8kun, che ha diffuso #crosstherubicon per tutto il weekend.
L’entusiasmo dei sostenitori è cresciuto, insieme alle aspettative: un colpo di stato con l’esercito per sovvertire le elezioni. Del resto – e questa è la parte più assurda – i Qanonisti sono convinti che non ci sia altra scelta dal momento che, sostengono, la Cina ha già cominciato un’invasione militare segreta sul territorio statunitense.
Proprio così: la nuova teoria è che Donald Trump sia impegnato in una guerra clandestina in Maine contro alcune truppe inviate da Pechino attraverso il territorio canadese. Prove? Nessuna, ci mancherebbe. Ma ci sono articoli, video su Youtube e le parole di Hal Turner, conduttore radiofonico di estrema destra.
Nella loro interpretazione il leggero terremoto registrato il 9 dicembre nello Stato americano non sarebbe stato davvero un evento sismico (come è), bensì le vibrazioni provocate dai bombardamenti lanciati da Trump contro i 50mila soldati cinesi che hanno preso d’attacco il territorio americano. Secondo le fantasiose ricostruzioni, nello scontro sarebbe stato anche abbattuto un aereo americano.
Questo articolo su NBCNews, che riassume la questione, si è anche preso la doversa briga di fare delle verifiche (sai mai). E come è ovvio, non c’è nessuna invasione in atto.
Nonostante il livello di analisi di QAnon non superi la profondità narrativa di un videogame, tutta questa storia lascia un certo disagio. A forza di fake news e alternative fact una porzione del popolo americano (e purtroppo non solo) si è dissociato dalla realtà, aderendo a un mondo assurdo e semplificato nel quale il presidente sconfitto non sta impiegando gli ultimi scampoli del suo mandato per abusare della grazia, come avviene, bensì sarebbe preso da una guerra segreta in difesa del popolo americano contro la minaccia cinese.
Un ribaltamento della realtà patologico che rischia di scatenare conseguenze imprevedibili nel momento in cui, come realtà comanda, il nuovo presidente Joe Biden presterà giuramento. Succederà tra meno di un mese: come reagiranno i fan di QAnon al disvelamento della realtà?