Ai lettoriChe cosa è successo questa settimana su Gastronomika

Manca ormai una settimana al Natale 2020 e anche se non sappiamo ancora come sarà, noi ci stiamo preparando per ogni eventualità, con ricette, spunti, consigli, idee, ma anche guardando un po’ altrove, ai piatti africani che spopolano su TikTok o alla nuova edizione di Masterchef

Settimana cruciale sotto svariati punti di vista, quella che si sta concludendo: e ci chiediamo ancora come. Mentre qui da noi siamo in dubbio su aperture e chiusure, guardiamo al Giappone pieni di speranza: le mense per gli studenti sono state convertite a ristoranti gourmet, e gli scolari gustano da ottobre lo stufato di manzo di Kobe, il sukiyaki e il pesce. Il governo, con questa risoluzione, ha voluto aiutare alcuni produttori in difficoltà, che, a causa della chiusura dei ristoranti, avevano i magazzini pieni di prodotti destinati alla grande ristorazione. Idea banale? Di sicuro molto efficace su più fronti. Bisogna arrivarci.

Per fortuna ai bambini italiani ci pensa qualche chef nostrano, con un’attività da cui molti potrebbero prendere spunto: grazie a Luca Marchini i bimbi della Casa di Fausta diventano piccoli cuochi per un giorno.

E a Torino, Milano e Udine nasce un progetto di concreta inclusione, con 1000 inviti a cena per chi è in difficoltà. Anche noi possiamo fare la differenza, scegliendo tra i 10 doni solidali che la redazione ha selezionato. Per i più originali, c’è persino una capretta!

In alternativa, potete sempre optare per un vino: ne abbiamo scovato uno che non esisteva, e che l’impegno e la dedizione di un gruppo di imprenditori hanno fatto nascere. È il Friularo, di grande carattere e decisa contemporaneità .

Se non vi accontentate, potete comunque provare coi miracoli: un team italiano vuole creare la prima Banca del vino basata su tecnologia blockchain e criptovalute. Più o meno come trasformare l’acqua in vino.

Anche sul fronte fornelli, comunque, la contemporaneità incombe e la cucina del futuro sarà dark, ghost o cloud: esperimenti nell’aria da qualche anno, che gli accadimenti del 2020 hanno accelerato. È un nuovo genere di ristorazione, che punta tutto sul delivery, tramite proposte di qualità, che soddisfino ristoratori e clienti. Sempre che la nutrizione non abbia una svolta definitiva con l’autosussistenza alimentare. Una provocazione artistica ci ha posto davanti alla grande domanda: e se le cellule iniziali per la produzione della carne non carne fossero umane? Avremmo comunque voglia di mangiarci?

Di sicuro potrebbe essere una novità per il talent più amato al mondo, Masterchef, che torna (senza cannibalismo!) per la 10 serie. Pare che Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli abbiano alzato l’asticella e promesso durezza (ma anche e soprattutto risate) per un’edizione che è riuscita a trasformare il Covid in un valore.

Questa settimana abbiamo guardato all’estero, per esplorare le gastroculture che viaggiano: fantasticare di luoghi lontani attraverso il cibo è una bella attività. Ecco che abbiamo scoperto il nuovo soul food parigino, come il Madagascar è diventato patria della vaniglia, e come coltivare luppolo in New Mexico. Ma anche una storia curiosa della polenta africana che spopola su Tiktok: il fufu. Anche un altro piatto africano ha avuto visibilità questa settimana: è il cuscus, che mercoledì è entrato a far parte del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco dopo una candidatura congiunta di Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia. La candidatura congiunta è arrivata dopo anni di liti sulla paternità del piatto. Il leader algerino Rabbah Ourrad considera questo accordo un ingrediente di unificazione, e ha dichiarato: «siamo tutti la stessa gente, il cuscus è magrebino, il couscous ci appartiene».

Sul fronte ristorazione, nel resto del mondo le cose sono complicate. Abbiamo scoperto che in Cina la nuova normalità è sopravvivere, che a San Francisco se la passano maluccio con il nuovo lockdown e che nel nord Europa hanno imparato a convivere con il problema: lo Stato fa la sua parte.

E a Milano? Il sogno di sviluppo ha trovato nuove forme e la ristorazione si reinventa nei piccoli quartieri, più ai meno periferici, lontani da turismo e futurismo

Naturalmente la nostra sezione natalizia è sempre più ricca: vi abbiamo raccontato dove ordinare il cenone della vigilia nell’Urbe e dintorni, spiegato che non ci offenderemo se farete un Natale completamente fuori dagli schemi, ma saremo più felici se proverete almeno una delle ricette dell’avvento che abbiamo preparato: per ogni zona italiana la preparazione tradizionale per delle feste del gusto.

Su panettoni e pandori ormai sapete tutto. Ma tagliateli e degustateli comme il faut, s’il vous plait: non fate gli spiritosi, pensate di saperlo fare, ma probabilmente non è vero.

E il menu natalizio che vi consiglia Gastronomika è completo: per accompagnarvi anche nei giorni delle celebrazioni natalizie, in questo anno così particolare, abbiamo chiesto a uno chef di preparare per noi un menu, da realizzare e da condividere in famiglia. Abbiamo deciso di abbandonare i grandi classici e di dedicarci a qualcosa di inconsueto, per un Natale che di normale avrà ben poco, anche a tavola.

Cachi nell’antipasto, risotto al posto dei tortellini, mele e arance nel secondo e un dolce al panettone fatto per stupire.

Vi lasciamo con due libri da sfogliare, uno che spiega i significati culturali che l’uomo costruisce attorno al cibo e gli infiniti modi in cui decide di mangiarlo. E l’altro che indaga sulla correlazione tra agricoltura e cambiamento climatico.

Voi sbizzarritevi in cucina, alla fine le ricette pop sono quelle che vi faranno avere più successo: del resto, persino la figlia dello chef Gordon Ramsay, durante una sfida sul social TikTok, ha ammesso di preferire la cucina della madre, più semplice e meno “contorta” di quella del padre.

Con buona pace degli chef.

A venerdì, congiunti.

Sarà Natale, e noi vi faremo comunque compagnia.

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