Un appuntamento annuale che progetta il futuro celebrando storie di sviluppo sostenibile, nuova economia, benessere e progresso sociale tra innovazione e responsabilità. Arrivato alla sua 11esima edizione, il premio “Non Sprecare” nasce da un’idea di Antonio Galdo, direttore di www.nonsprecare.it. Col tempo, grazie al supporto dell’Università Luiss Guido Carli e di importanti partnership scientifiche, istituzionali ed editoriali, questo appuntamento è diventato un punto di incontro tra imprese, mondo della scienza, della ricerca e della formazione e dell’associazionismo per affrontare e sostenere il tema della sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
«Dal primo momento questo premio ha avuto due punti di riferimento», spiega Galdo. Uno è «andare alla ricerca dell’Italia che, ovunque e senza aspettare leggi o finanziamenti, si è messa in moto sulla strada della sostenibilità, sia attraverso l’innovazione dei prodotti nelle aziende sia con generosi e contagiosi esempi di attività nel mondo delle associazioni». La seconda bussola «è quella delle scuole, da sempre vicine al nostro premio: in questi anni ne abbiamo coinvolte circa 150. E vogliamo fare sempre di più, in quanto la sostenibilità è una partita che devono giocare e vincere le nuove generazioni. Noi siamo quelli che abbiamo sprecato, loro dimostreranno che non sprecare non significa sentirsi più poveri, ma semplicemente vivere meglio. Tutti, e non i soliti privilegiati».
Quest’anno il premio ha raccolto idee e progetti per far fronte alle prossime fasi del post-Covid e ha premiato aziende, associazioni, giovani (under 35) e startup, istituzioni, scuole e università. «La pandemia ha cambiato alcuni valori in campo», dice Galdo. «Finalmente, per esempio, si è percepito in modo forte e chiaro il valore del “noi”, in contrapposizione al pronome più pronunciato negli ultimi decenni: “io”. È impossibile affrontare una pandemia, con le sue ricadute, senza una forza di comunità, senza mettersi insieme laddove è possibile e anche con tutte le differenze. D’altra parte, era Aristotele che diceva: “Non si può essere felici da soli”. Ecco, la pandemia ci aiuta a riscoprire una felicità più autentica e più solida, fondata su ciò che nella vita siamo capaci di condividere».
La cerimonia di premiazione, trasmessa online il 26 novembre, è stata seguita da oltre 600 studenti di tutta Italia.
Tra i casi premiati dal web, c’è quello di Agricola Moderna, progetto di due giovani imprenditori che in pieno lockdown hanno aperto il loro primo stabilimento di agricoltura verticale a Melzo, alle porte di Milano, coltivando piante senza l’uso di prodotti chimici. Con un risparmio di acqua del 95% e di suolo del 98%, e una resa a metro quadrato pari a 100 volte quella dell’agricoltura tradizionale.
La onlus Io Potentino della Basilicata, invece, ha vinto grazie alla sua idea di trasformare il pane avanzato in birra da vendere online finanziando, con il ricavato, il progetto dei Magazzini Sociali, una iniziativa di recupero eccedenze alimentari a scopo solidale.
Tra i premiati, anche la professoressa Claudia Gentili che, insieme ai colleghi dell’Istituto comprensivo Elisa Scala di Roma, si è attrezzata e senza perdere tempo e denaro ha preparato e riadattato la sua scuola, partendo dalla riorganizzazione dei banchi, per farla trovare pronta all’arrivo dei suoi oltre mille alunni. Tutto questo con un risparmio del 50% del budget previsto per l’Istituto.
L’azienda Grado Zero Innovation di Giada Dammaco è stata premiata invece per aver innovato il settore della produzione della pelle grazie al prodotto Muskin: un materiale che, ricavato dai funghi, è atossico, idrorepellente ed ecologico.
Un riconoscimento è andato anche al Comune di Motta di Livenza, in provincia di Treviso, e Studio Made Associati, che hanno trasformato un’ex area per lo smaltimento di rifiuti urbani di 14mila metri quadrati in un grande bosco che offre spazi attrezzati per i giochi e gli sport dei bambini.
Infine, per la categoria “Personaggio”, la giuria ha selezionato Maria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma. Il suo team, interamente formato da donne, è stato il primo in Italia a isolare il ceppo virale SARS-CoV-2.
Il premio, ha ricordato Galdo, «dura quasi un anno: da febbraio, quando lanciamo il bando per presentare le candidature, a fine novembre, quando consegniamo i premi. Questo appuntamento non ha nulla a che fare con i tanti eventi che, anche scopiazzando il nostro titolo, si esauriscono nella solita passerella di personaggi più o meno noti. Il nostro è un progetto, con un percorso e con tanti compagni di viaggio. E siamo già al lavoro per la prossima edizione quando, ci auguriamo, riusciremo a fare la cerimonia finale con i ragazzi delle scuole in presenza».