Dobbiamo ricominciare a sorridere. Non è solo un’esortazione dettata dal fatto che l’inizio del nuovo anno abbia coinciso con l’avvio della campagna vaccinale e, dunque, con la possibilità di lasciare, finalmente, alle spalle, entro pochi mesi, la pagina più difficile della nostra storia recente.
Dobbiamo ricominciare a sorridere, perché sarà l’arma più potente che avremo per riprendere la nostra vita, privata e professionale.
Ancor più, per chi legge queste pagine e lavora nell’accoglienza, il sorriso può e deve essere il modo migliore per affrontare la ripresa del lavoro in condizioni che, ancora per qualche tempo, non saranno normali anche quando l’emergenza sarà finita e mascherine e distanziamento un brutto ricordo.
Sono riflessioni che possono sembrare banali, ma non lo sono affatto, perché quando sarà il momento di ritornare a uscire, andare al ristorante, non potremo pensare che sia tutto come prima.
Accogliere sarà un gesto che assumerà una grande importanza.
Oggi, ancora sospesi, non possiamo ancora immaginare come reagiranno i clienti a quella che potrà e dovrà essere una ripresa definitiva. Finora abbiamo assistito a un bulimico apri, chiudi e apri e ciascuno di noi ha dovuto assumere comportamenti adeguati, col risultato che, complici lunghe chiusure, soprattutto dei ristoranti, ci si è assuefatti a una situazione anomala che ci ha allontanato per mesi da un tavolo di ristorante.
Cosa succederà quando l’emergenza sarà finita? Quale sarà l’atteggiamento degli ospiti di un ristorante (ma vale un po’ per tutti i luoghi dell’accoglienza)?
Molto del successo della ripresa dipenderà, ancor più di prima, da ciascuno di noi. Da come ci porremo rispetto a chi incontriamo e serviremo. Ci vorrà molto più del talento, del senso di ospitalità, sarà imperativo rassicurare il cliente, farlo sentire a suo agio.
Il senso di insicurezza e di incertezza vissuto lascerà segni profondi, non basterà accertarsi di trovarsi a consumare il pasto in un luogo sanificato, con personale e clienti che si comporteranno in maniera adeguata. Quel primo impatto sarà un momento decisivo per il futuro di ogni struttura ricettiva.
Pensando a ciò non si può non pensare a come, prima del Covid, non avremmo mai messo in conto, recandoci in un esercizio pubblico, quanto i comportamenti degli altri avrebbero condizionato il nostro giudizio, conscio e inconscio.
Dopo il Covid, invece, non potremmo farne a meno e ogni più insignificante dettaglio del comportamento di chi incontreremo sarà determinante nello stabilire il successo di un rapporto. Non sarà facile, dunque, fare ospitalità, certamente non sarà neanche facile sostenere le perdite accusate, ma la vera sfida sarà recuperare la fiducia degli ospiti e da qualche parte bisognerà pur cominciare.
Noi suggeriamo di cominciare da un sorriso.