Effetti della turbolenzaL’anomalia è il romanzo che racconta tutto ciò che ci sfugge di noi

Vincitore del Goncourt 2020, il libro di Hervé Le Tellier, ora pubblicato da La Nave di Teseo, indaga i destini incrociati di quattro personaggi con una vita segreta, coinvolti in un incidente strano, anomalo, che avviene in volo

Immagien di Caleb Woods, da Unsplash

10 marzo 2021 Costa est degli Stati Uniti, acque internazionali 42° 8’ 50” N 65° 25’ 9” W

Tutti i voli tranquilli si somigliano. Ogni volo turbolento lo è a modo suo. Sono le ore 16:13 quando il volo AF006 Parigi-New York, a sud della Nuova Scozia, si vede parare davanti la barriera ovattata di un gigantesco cumulonembo. Il fronte nuvoloso si alza, e va davvero veloce.

È ancora a un quarto d’ora di navigazione, ma si estende a nord come a sud per centinaia di chilometri, a semicerchio, e tocca già quasi i 45.000 piedi. Il Boeing 787, che vola a 39.000 e sta per iniziare la sua discesa verso New York, non riesce a evitarlo e la cabina di pilotaggio subisce un violento scossone. Il copilota confronta le carte e il radar meteo.

Quel fronte nuvoloso vasto e freddo non era segnalato e Gid Favereaux ormai non è più soltanto sorpreso, è decisamente preoccupato.

Il muro opaco, grigio, con la cima iridescente inondata da un sole abbagliante, procede verso di loro a folle velocità, e ingoia vorace lo strato di nuvole che lo alimenta e lo sorregge. Il comandante Markle si sintonizza su Boston, controlla gli strumenti, il radar meteo che si tinge di rosso a 120 miglia nautiche. Scuote la testa, posa il caffè, quando Boston comincia a trasmettere sulla sua frequenza.

– A tutti gli aerei su Boston Control. A causa di condizioni meteo eccezionali sulla costa est, tutte le piste di atterraggio sono chiuse, tranne KJFK. Da mezz’ora nessun decollo dalla costa est. La situazione cambia troppo rapidamente perché potessimo avvertire prima. KJFK Canarsie rimane aperta per l’atterraggio.

– Boston Control, Air France 006, quota tre nove zero in volo verso Kennebunk. Abbiamo un mostro proprio davanti a noi. Chiediamo rotta tre cinque zero sulle prossime 80 miglia.

– Air France 006, qui Boston Control. Libertà di manovra. Contattate immediatamente Kennedy su 125.7. Bye bye.

Markle fa una smorfia, guarda l’orizzonte che si chiude, da nord a sud, inesorabilmente. Per il suo penultimo volo sull’Atlantico, il cielo gli sta regalando un ricordo memorabile. Si connette all’aeroporto.

– Kennedy Approach, da Air France 006, abbiamo carburante sufficiente per costeggiare il fronte nuvoloso facendo una deviazione a sud fino a Washington.

Un clic, altra voce femminile, più bassa.

– Spiacente, 006. Negativo. Abbiamo le stesse condizioni fino a molto dopo il Norfolk. Adesso, a sud, forse è persino peggio. Iniziate a scendere quando potrete all’unità otto zero e riprendete la rotta verso Kennebunk. Mantenete i parametri.

Markle scuote la testa, interrompe la comunicazione, prende il microfono di cabina e annuncia ai passeggeri con voce rassicurante, prima in inglese, poi in un francese neanche troppo stentato: – Qui il comandante di bordo, siete pregati di raggiungere immediatamente i vostri posti, allacciare le cinture e spegnere qualunque apparecchio elettronico. Stiamo per attraversare una zona di grande turbolenza. Ripeto: grande turbolenza. Siete pregati di riporre le borse e i computer sotto il sedile di fronte a voi o negli appositi alloggiamenti. Non tenete con voi alcun liquido e chiudete il tavolinetto di fronte a voi. Il personale di bordo è pregato di controllare le condizioni di sicurezza dei passeggeri e della cabina e di raggiungere subito il proprio posto. Ripeto, dopo aver verificato le condizioni di sicurezza dei passeggeri, è pregato di tornare immediatamente al proprio posto.

Il cumulonembo si avvicina, è una supercella, ma di tipo tutt’altro che classico. Non è un’incudine isolata che sale fino agli strati superiori dell’atmosfera, sono decine di incudini, come sollevate da una mano invisibile, che si fondono nella tropopausa.

Sull’oceano, le navi devono essere alle prese con una depressione apocalittica. In vent’anni di voli a lungo raggio, Markle non ha mai visto nulla del genere. La tempesta dell’anno, come minimo. Le volte della stratosfera si arrestano a sedici chilometri di altezza. Potrebbe tentare di infilarsi tra due colonne, ma finirebbe solo per precipitare in quella dopo. Sul radar meteo compare ormai una lunga barra rossa trasversale: un muro d’acqua e di ghiaccio.

– Hai visto la velocità con cui sta aumentando? dice Gid, preoccupato. Ci becchiamo una corrente discendente pazzesca appena gli arriviamo sul lato. Non riusciremo mai a passare.

Gid ha ragione a essere preoccupato, si dice Markle, anche se ha solo un anno di voli transatlantici al suo attivo e tre su voli a lungo raggio. Riaccende il microfono e riprende a parlare con la cabina, in tono scherzoso, per sdrammatizzare.

Hello folks, qui è di nuovo il comandante Markle, vi chiedo nuovamente di rimanere seduti, di allacciare la cintura, di controllare quella dei bambini seduti accanto a voi. Spegnete tutti gli apparecchi elettronici, ripeto. È molto probabile che si attraversi un vuoto d’aria da qui a un minuto. A tutto il personale di bordo, una volta accertate le condizioni di sicurezza, tornate subito ai vostri posti, per favore… Attendo conferma.

– Tutti in posizione di sicurezza, confermato, dice la voce della responsabile di cabina.

– Sono certo che ve lo ricorderete, ma vi assicuro che non c’è pericolo per nessuno, se siete ben allacciati. Un po’ come le montagne russe, per chi ama i luna par…

All’improvviso, ancora prima di raggiungere il limite del fronte caldo, il Boeing non trova più aria che lo sostenga e precipita. Benché la porta della cabina sia isolata, Markle e Favereaux hanno l’impressione di sentire le urla dei passeggeri.

L’aereo passa dieci interminabili secondi in caduta libera, prima di infilarsi dentro il cumulonembo nel punto peggiore, a sud-est della colonna, con un’inclinazione spaventosa, un angolo di trenta gradi imposto dal pilota automatico in sostituzione dei comandi manuali.

Subito il Boeing viene sballottato nel turbinio delle correnti della nuvola, e subito la cabina di pilotaggio si illumina, infatti è notte, buio pesto, e c’è un frastuono terrificante: centinaia di enormi chicchi di grandine mitragliano i vetri, lasciando qua e là traccia dell’impatto sul vetro blindato. Alcuni istanti che sembrano non avere fine e, nonostante le raffiche del ciclone, il Boeing ritrova la corrente ascensionale calda e un po’ di portanza; questa volta, la sensazione è quella di un terribile risucchio, come in fondo all’ottovolante.

da “L’anomalia”, di Hervé Le Tellier, La Nave di Teseo, 2021, pagine 368, euro 20

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