Fake food newsTu sai di non sapere?

Complici la fretta e la ricerca di consigli solo su internet, sempre più italiani sono disinformati in ambito alimentare. Consumiamo pasti in pochi minuti e cerchiamo di “recuperare” con cibi molto elaborati. Altri errori? Credere che dieta significhi non bere acqua durante i pasti e mangiare meno

Parliamo sempre di cibo, siamo convinti di saperne moltissimo e sfoderiamo in ogni occasione le nostre conoscenze, pensando siano assunti granitici. Ma troppo spesso pensiamo di sapere, quando in realtà le nostre informazioni sono sommarie e parziali, se non proprio sbagliate. La nostra cultura enogastronomica è assente, e una ricerca su un campione di italiani è qui per dimostrarlo. Lo studio è stato condotto su circa 1.200 italiani, uomini e donne tra i 20 e i 55 anni, da In a Bottle con metodologia WOA (Web Opinion Analysis). E quello che scopriamo non è edificante.

Perché, nonostante il 12 per cento ammetta di essere disinformato in materia, oltre 6 italiani su 10 (più precisamente il 62 per cento) si ritengono informati e solo il 26 per cento confessa di avere alcuni dubbi. Dove attingono le principali nozioni in ambito alimentare? Quasi la metà (48 per cento) si rivolge al “dottor Google” per definire il proprio regime alimentare, nel tentativo di individuare sui motori di ricerca le diete più in voga in ambito internazionale o quelle legate al periodo dell’anno. Una vera certezza, e di grande validità scientifica, ovviamente. Solo il 31 per cento (almeno loro!) si rivolge a un nutrizionista, quello di fiducia o consigliato da amici, per sapere tutto ciò di cui si ha bisogno in ambito alimentare.

Mangiare in maniera corretta significa saper variare l’alimentazione facendo scelte che permettano di costruire uno stile alimentare completo ed equilibrato, in grado di portare benefici psicofisici in generale, diversificando i sapori, evitando la monotonia e al tempo stesso prevenendo squilibri nutrizionali. Tuttavia, in Italia c’è ancora chi (il 46 per cento) fa confusione tra calorie e grassi, mentre appena il 17 per cento è consapevole della giusta composizione dei nutrienti necessari in un pasto (fra carboidrati, proteine, frutta, lipidi, verdure e acqua). I nutrizionisti concordano nell’affermare che la conta delle calorie rappresenti il modo più sbagliato per perdere peso. Ciò che importa è, infatti, l’analisi qualitativa dell’alimento e, dunque, la lettura dell’etichetta per verificare la presenza e la relativa quantità di tutte le sostanze che compongono quel prodotto.

La vera spia della scarsa cultura alimentare che impera tra gli italiani si ha quando si parla di “terminologia”. Ben il 36 per cento usa infatti a cuor leggero termini di cui non conosce il significato. Ad esempio i carboidrati per un 25 per cento sono unicamente la pasta mentre per il 19 per cento sono i dolci. E il metabolismo? Per il 37 per cento è “qualcosa che ti spinge a ingrassare”. A questo si aggiunge la conoscenza scarsa del concetto di dieta: per il 68 per cento vuol dire semplicemente ridurre la quantità di cibo, mentre solo il 26 per cento ritiene che sia un regime alimentare che va variato e abbinato a uno stile di vita sano e corretto. «Dieta vuole dire riorganizzazione alimentare, non ha significato di privazione», sottolinea il nutrizionista Maurizio Fiocca. «La dieta è un aspetto tecnico, elaborato con degli alimenti. L’errore fondamentale è quello di aggiungere piccoli sgarri che si pensa non facciano nulla, ma che invece hanno un risvolto negativo».

In molti (64 per cento) ammettono di scegliere che cosa mangiare in base ai propri gusti personali, tralasciando altri fattori. Esperti e nutrizionisti sottolineano come le scelte alimentari non debbano essere guidate solo dal gusto, ma anche dall’interazione tra le caratteristiche organolettiche degli alimenti ed elementi fisiologici (età, sesso, stato di salute, peso, fattori biologici e ormonali, genetica), e ambientali (tradizione, potere d’acquisto, disponibilità di alimenti, prossimità e raggiungibilità dei punti vendita).

E che cosa facciamo quando vogliamo perdere peso? Il 24 per cento confessa di rinunciare alla colazione per dimagrire (sic!), mentre altri preferiscono mangiare poco a pranzo (21 per cento). Niente di più sbagliato: infatti, saltare i pasti non agevola il dimagrimento ma incide negativamente sulla concentrazione di zuccheri ed energia nel corpo. Altro errore che si commette è quello di consumare durante il giorno cibi molto elaborati (29 per cento) per recuperare i pasti saltati. Altro errore: gli esperti consigliano di dosare tutti gli alimenti così da rispettare le reali necessità dell’organismo. «Uno dei principali errori che facciamo tutti quanti è quello di consumare cibi troppo elaborati», prosegue il dottor Fiocca. «L’alimentazione legata a cibi troppo elaborati può favorire una serie di malattie cardiovascolari e diabetiche: a essi vanno preferiti alimenti semplici come frutta, verdura, legumi, pasta, pane, carne, pesce».

Anche in idratazione gli italiani si scoprono poco attenti. Oltre la metà (51 per cento) sceglie l’acqua giusta da bere in base al prezzo, mentre solo il 32 per cento lo fa leggendo l’etichetta per scoprire alcune voci essenziali come residuo fisso, pH e presenza di minerali. Stando all’acqua, in linea generale vige solo l’idea sommaria che ci sia quella minerale e quella di rubinetto (51 per cento), mentre solo un italiano su 3 (31 per cento) conosce la differenza tra acqua minerale e oligominerale. Parlando di residuo fisso, il 38 per cento ignora cosa sia e il 26 per cento ritiene si tratti di sostanze nocive da evitare.

Quando bere acqua? La maggioranza (59 per cento) beve solo quando avverte lo stimolo della sete, mentre il 34 per cento ammette di idratarsi costantemente durante la giornata per raggiungere la dose giornaliera consigliata di circa 2 litri al giorno. Un altro errore riguarda il consumare bevande zuccherate quando si ha sete (42 per cento). «Per cercare di bere di più e con più gusto è possibile durante il giorno consumare the, tisane e bevande senza zucchero», aggiunge il dottor Fiocca. «Due, tre al giorno equivalgono a 700 g di acqua». Altro dilemma riguarda il consumo di acqua durante i pasti: solo il 22 per cento lo fa, mentre quasi la metà (41 per cento) preferisce bere prima di cominciare il pasto per sentirsi sazio e quindi mangiare meno. «Molti ritengono sia un errore bere acqua durante i pasti, ma ciò non è vero», puntualizza il dottor Fiocca. «La maggior parte delle reazioni del nostro stomaco avvengono in acqua. Avere la giusta quantità di acqua nello stomaco favorisce la produzione di acido cloridrico e di conseguenza una buona digestione».

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