Dicono che Draghi voglia andare al Quirinale. Chi non lo vorrebbe? Soprattutto se costretto a subire ogni giorno le pressioni di cento sigle di partito o correnti che si è ritrovato, come un cowboy solitario di fronte a una mandria di bufali dispersi, a dover guidare e ammansire. Un buen retiro il Colle, ma troppo lungo. Meglio una decina di giorni alle Maldive o altro connubio no-covid.
Cosa farebbe al Quirinale Draghi? Con questi partiti, ideologicamente tossici almeno al 60 per cento e politicamente inetti al 99 per cento, potrebbe dedicarsi al turismo politico e intrecciare accordi sui grandi temi della politica internazionale, significativi in sé ma privi di ogni prospettiva concreta per l’Italia. Un secondo papato. Senza affaccio domenicale dal balconcino. Né dal balcone.
Epperò non la tentazione ma la situazione potrebbe finire per corrompere le volontà. Non si può affidare a un pilota di formula 1 una macchina vecchia di 20 anni, e dirgli fa’ del tuo meglio. Per natura o per incidente la scasserà nel giro di pochi mesi. E allora il pilota si ritirerà dalle corse, a meno che non gli venga fornita una macchina nuova e diversa.
Chi può non dico garantire ma soltanto sperare nell’autoriforma dei partiti se Draghi “verrà salito” al Quirinale? Qualche straordinario funambolo della retorica sta provando a convincerci di questo. Ma bisogna essere disposti a pagare il prezzo della riconversione in corso d’opera. Personalmente non credo che la barca Italia, guidata da marxkeynesiani o da peronkeynesiani, reggerebbe l’urto con le mine vaganti e con lo scoglio spread, tanto meno se governata da chi oggi veleggia col vento a favore.
E quindi? Questi partiti tossici o inetti abbiano un sussulto di dignità ed eleggano un politico sperimentato e affidabile al Quirinale. Sperimentato e affidabile, e non veniteci a raccontare che non ce ne sono. Nel frattempo, nel breve frattempo, si trovi il modo di dare voce alla maggioranza silenziata da giornali e Tv che vuole che Draghi continui a reggere il governo nei prossimi decisivi anni. Chi ci sta ci sta – di destra sinistra e centro parleremo la volta successiva, dopo la riforma della seconda parte della Costituzione, art. 49 (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”) compreso.